Politiche, la vittoria di Casasco: “Porterò in Parlamento la concretezza bresciana”

Nel successo elettorale del Centrodestra c’è anche la firma di un volto noto al mondo del calcio bresciano, quello di Maurizio Casasco, vittorioso nel collegio locale U04, dove ha raccolto oltre 119mila voti sfiorando il 49% delle preferenze.

Lo abbiamo incontrato lo scorso 14 settembre nella sede di Apindustria Confapi Brescia, a margine della riunione con le società sportive organizzata dalla delegazione bresciana della Figc.

“Ho ricevuto una telefonata dai vertici di Forza Italia a 72 ore dalla chiusura delle candidature e non ho potuto dire no. Ho pensato che era arrivato il momento di mettere a disposizione della città e del Paese l’esperienza maturata, la conoscenza acquisita e la credibilità conquistata con il lavoro. Nella mia vita ho raccolto grandi soddisfazioni come medico e imprenditore. Giunto a questo punto del percorso non ambisco ad alcun tipo di carriera, voglio solo aiutare. Ho accettato la proposta della coalizione di Centrodestra con lo stesso entusiasmo con cui ho accettato e intrapreso tutte le sfide della mia vita”.

Casasco ama definirsi medico e imprenditore. Curriculum di spessore il suo. Per chi bazzica il mondo dello sport calcio a tutti i livelli è noto soprattutto per il ruolo di presidente della Federazione Medico Sportiva Italiana dal 2005. Dallo stesso anno fa parte del Consiglio Nazionale del Coni ed è dal 2017 presidente europeo dei medici sportivi, oltre a far parte dell’esecutivo mondiale, ruolo per il quale è stato appena riconfermato nel corso del Congresso mondiale di Medicina dello Sport. In ambito imprenditoriale ha ricoperto per dieci anni anche la carica di presidente italiano di Confapi (che lascerà visto l’incarico politico imminente ndr).

“Ritengo che la politica necessiti di un anello di congiunzione più stretto che la avvicini maggiormente all’economia e al paese reale, accorciando le distanze – sottolinea dopo l’intervento davanti alle società sportive –. Questa campagna elettorale mi ha arricchito dal punto di vista umano. Ho potuto conoscere ulteriormente i problemi di Brescia, dove vivo, lavoro e ho coltivato le mie relazioni”.

Casasco inquadra così le priorità del momento: “I temi sui quali accendere i riflettori sono innanzitutto quelli che interessano la globalità del Paese. È un momento difficile, siamo in un’economia di guerra e al centro di una crisi energetica che riguarda da vicino ognuno di noi e che colpisce le imprese ma anche scuole, rsa, società sportive”.

Sport e impresa sono i due ambiti che hanno sempre riguardato da vicino Casasco, e che lo impegneranno anche in ambito politico: Lo sport è indispensabile per la crescita e l’educazione delle nuove generazioni. Le imprese, ovviamente, hanno un ruolo cruciale perché garantiscono sostenibilità alle famiglie e possibilità di progettare il proprio futuro ai singoli individui. Lo Stato deve mantenere attivo questo motore e oliarlo ulteriormente. In Francia emerge un dato che mi fa riflettere: le donne mediamente hanno un figlio 5 anni prima delle madri italiane. Significa che il sistema sociale è avanzato, che c’è sostegno alle famiglie e che si possono coniugare genitorialità e lavoro. Occorrono passi in avanti su questi temi”.

Nessun dubbio sulle sfide da mettere in agenda e sullo spirito con cui perseguire ciascun obiettivo: “La concretezza bresciana servirà. Io sono pronto a lottare per la libertà, l’affermazione del merito, la valorizzazione dei giovani di qualsiasi estrazione sociale attraverso il sostegno alla loro formazione, aiutando soprattutto chi ha difficoltà economiche. Tutti devono poter vincere nella vita, sia come singoli sia facendo parte di un collettivo, mettendo a frutto i loro talenti in ambito scolastico, professionale, sportivo e nelle relazioni”.

Puntando la lente d’ingrandimento sulla provincia ecco le problematiche nostrane individuate da Casasco: “A Brescia dobbiamo fare i conti con una viabilità secondaria deficitaria ed inquinante, che va assolutamente migliorata. Occorrono anche un ampliamento della metropolitana, un’accelerazione alla bonifica della Caffaro e un nuovo slancio che ci conduca al pari di città come Bergamo e Verona. Penso soprattutto al tema aeroporto e ai grandi eventi fieristici, che ci vedono relegati in seconda fascia”.

E lo sport? “Bisogna potenziare gli impianti sportivi, perché siamo indietro. Il calcio attende un nuovo stadio da trent’anni. Senza sarà difficile mettere radici in Serie A, ma gli sforzi dei singoli presidenti che si sono succeduti negli anni non possono bastare. Lo so bene, perché sono stato direttore generale del Brescia nell’85 e ricordo con grande affetto lo striscione della Curva Nord esposto quando me ne andai. C’era scritto ‘Casasco persona per bene, come te ce ne sono pochi. Grazie!’. Me lo porto nel cuore. Brescia merita uno stadio nuovo, ma attualmente ci sono difficoltà economiche sotto gli occhi di tutti e inevitabilmente il nuovo Rigamonti non è una priorità. Quando la situazione sarà normalizzata bisognerà trovare una soluzione”.

Sull’effettivo interesse dell’imprenditoria bresciana per le sorti delle Rondinelle (guidate da un presidente sardo) nessun dubbio: “Non credo che gli imprenditori bresciani non abbiamo a cuore la squadra della città. Sono molto impegnati nelle loro attività, anche in momenti difficili hanno garantito tanti posti di lavoro e permesso lo sviluppo di un tessuto industriale, artigiano, agricolo e alimentare di spessore. Brescia è concentrata sul lavoro e forse ha spesso considerato lo sport come un qualcosa di importante, ma non di primario”.

Nell’agenda politica di Casasco e del centrodestra, tuttavia, lo sport sarà presente e tenuto in considerazione: “Il bello dello sport è che può e deve restare autonomo dalla politica, perché l’amore per lo sport va al di là di schieramenti e ideologie. Penso che l’azione del Governo dovrà essere protesa sempre più verso la base della piramide, perché è potenziando le fondamenta, partendo dall’ambito giovanile, dilettantistico e dal volontariato che si vanno a produrre risultati importanti in termini di salute, trasmissione di valori e servizi di natura sociale. È in quei contesti che maturano poi anche i campioni che riescono a farci sognare in occasione di Mondiali e Olimpiadi. Tutto parte da lì”.

Ministero dello Sport all’orizzonte? Casasco lo esclude. “No, c’è chi è più meritevole di me. Il mio impegno sarà su Brescia e Lombardia. Andrò a Roma solamente per espletare i miei doveri di parlamentare. Mi concentrerò sul territorio insieme ai consiglieri regionali. L’obiettivo primario del Governo? È certamente quello di restituire stabilità all’Italia. Si avverte un grande desiderio di concretizzare il programma che è stato avallato dagli elettori per inseguire risultati ambiziosi, senza smettere mai di analizzare i problemi delle persone e del territorio”.

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