Esperienza e gioventù, idee consolidate e nuovi stimoli. Ci sono tanti modi per vincere, per arrivare in alto. Il campionato scorso di Seconda Categoria l’ha messo in mostra. Dalla Pavonese Cigolese dell’esperto Tiberio Mondolo, vincitore della statuetta di miglior allenatore della serie nella notte dell’Oscar del CalcioBresciano, al Gussago di Giuseppe Lodrini e al Castelmella di Andrea Ferraro, finalisti del premio. Due generazioni per tre modi diversi di lasciare il segno.
Giuseppe Lodrini, dopo aver dominato col Gussago il girone di appartenenza, ha scelto di lasciare i biancorossi per inseguire nuovi stimoli: “Era un pensiero che avevo fatto prima che finisse il campionato e prima che si verificasse il cambio societario. Sono cose che ti senti, arrivi ad un certo punto che o si alza l’asticella o tendono a calare le motivazioni. Mi spiaceva dover salutare parte del gruppo con cui avevo molto legato, d’altra parte avevo desiderio di fare scelte diverse a livello professionale. Il Covid ha dilatato i tempi per il raggiungimento dell’obiettivo; una volta raggiunto, ho preferito cambiare”.
L’estate ha comunque portato Lodrini su una panchina di Prima Categoria, quella del Castrezzato: “Adesso sono in una realtà con mentalità molto diversa, ma per assurdo mi sento più stimolato perché mi sono rimesso in gioco. Per imparare avevo bisogno di realtà differenti, di concetti diversi. Sono contentissimo della scelta. Gussago sarà sempre casa mia, l’ho vissuta prima da giocatore e poi da allenatore. Era diventata un comodo rifugio, avevo voglia di rischiare”.
Andrea Ferraro ci ha sperato fino all’ultimo che il suo Castelmella venisse ripescato, forte di un lungo cammino ai playoff. Così non è andata, quindi quest’anno è ripartita la caccia alla promozione. Con un briciolo di fiducia ed orgoglio in più, dati dalle menzioni dei colleghi e dei calciatori: “È un orgoglio essere scelto dai capitani e dagli allenatori della Seconda Categoria, soprattutto dopo pochi anni di esperienza. La scorsa stagione è stata ricca di emozioni perché siamo partiti in sordina senza porci obiettivi e abbiamo fatto più del dovuto. Il Gussago poi ha vinto meritatamente, ma aver raggiunto i playoff è stato importante”.
Dopo aver sfiorato il colpo grosso, è ora di assestarlo: “Quest’anno puntiamo al salto di categoria. Se avessi vinto il primo premio avrei dedicato la vittoria ad Ermanno Ferrari: è stato il mio allenatore a Rezzato, mi ha insegnato molto e per me è stato un punto di riferimento. A lui mi avvicino molto e la sua mancanza mi ha scosso parecchio”.
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