Gaggiotti: "Brescia, non ti riconosco più". I talenti della Riga vanno altrove. Platto all'Atalanta

“Un battito d’ali di una farfalla in Brasile può provocare un uragano in Texas?”. Con questa frase, divenuta celebre, il fisico Edward Lorents descrisse il famoso butterfly effect, l’effetto farfalla che ha ispirato cinema e letteratura. Si tratta di una vera e propria teoria scientifica che indaga quanto minime variazioni iniziali nelle condizioni di un sistema possano avere conseguenze significative nel tempo.

Un interrogativo che può essere applicato in ogni ambito, calcio compreso, e al quale in molti hanno pensato dopo l’ufficialità del nuovo accordo tra Brescia e Voluntas che abbiamo cercato di approfondire e interpretare nei giorni scorsi.

Innescata una modifica al sistema, attivata la causa, quale sarà l’effetto a breve, medio e lungo termine? Sono trascorsi soltanto pochi giorni e di uragani nemmeno l’ombra, ovviamente, ma qualche scossa non è mancata.

La più forte ha come epicentro Buffalora, casa della Rigamonti. Il club granata, da sempre legato esclusivamente al Brescia Calcio e votato negli ultimi due anni come miglior settore giovanile della provincia agli Oscar del Calcio Bresciano, ha già cambiato rotta. L’indizio eloquente è nella foto di questo articolo, che ritrae Gabriele Platto, talento classe 2007, approdare all’Atalanta. “Il vento è cambiato – ammette Giorgio Gaggiotti, direttore generale della Riga -. Tifo Brescia e sarà sempre così, ma sebbene mi faccia male il cuore non è più possibile cooperare con le rondinelle come accadeva in passato. Nella rete di affiliazioni ‘Noi siamo il Brescia’ eravamo stati scelti come centro di formazione, poi il progetto è stato abbandonato dal Brescia. Nonostante tutto abbiamo sempre mantenuto una corsia preferenziale nei confronti della prima squadra professionistica della città, pur riscontrando un progressivo disinteresse del club per il calcio giovanile e per la creazione di legami virtuosi sul territorio. L’Atalanta? Oggi ha grande appeal per i giovani e di fronte a certe richieste non possiamo fare finta di niente. Gli osservatori bergamaschi non sono gli unici a frequentare i nostri campi e a richiedere giocatori in prova. Il Brescia, invece, dimostra disinteresse. Non presidia né il nostro centro sportivo né la provincia”.

Per la prima volta dalla Rigamonti non arriveranno giocatori nelle formazioni agonistiche del Brescia: “È qualcosa di strano, sarà un’estate particolare. Eppure abbiamo dato ben 10 dei nostri migliori talenti a realtà professionistiche. Vestiranno le maglie di Atalanta, Feralpisalò e Lumezzane. Per parecchi di loro c’era stato un interessamento nella prima parte della stagione, poi dopo l’uscita di scena di Migliorati è arrivata la definitiva interruzione dei contatti, fino all’accordo con la Voluntas che ci ha lasciati stupiti. Ci saremmo aspettati almeno una telefonata. Sento molti parlare di un Brescia che torna a legarsi al territorio. Parole a vanvera di chi non capisce di calcio. Per presidiare la provincia servirebbero accordi in 5-6 zone strategiche del territorio. L’operazione attuata dal Brescia, invece, punta solo a semplificare la sua attività, non la rafforza. Cellino vuole sfoltire, non seminare. La Voluntas, indubbiamente, avrà benefici e sono contento per loro, anche perché Esposito in questi anni ha fatto un bel lavoro, ma il Brescia si farà terra bruciata intorno, è inevitabile. È una faccenda che non riguarda solamente la Rigamonti. Società come Voluntas Montichiari, Desenzano, Breno o Pavoniana non si priveranno dei loro piccoli talenti per mandarli alla Voluntas”.

Gaggiotti è molto duro anche sul rimando agli anni d’oro di Clerici. “Quello è un calcio che non esiste più. Oggi tutte le società professionistiche fanno l’attività di base, perché delegarla a realtà satellite? Agli occhi di tutti gli Under 8, 9 e 10 saranno della Voluntas, non del Brescia”. 

Bruno Forza

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