Correva l'anno 2002 quando Giambattista Belotti venne convocato ad una riunione straordinaria al centro sportivo di Adro. Fino a quel momento era un papà come gli altri, che accompagnava il figlio a giocare e sosteneva la società con qualche piccola sponsorizzazione. "Eravamo in 5, la maggior parte dei quali genitori di ragazzi del vivaio. Mi dissero che stava per saltare tutto e che bisognava salvare il calcio ad Adro. Uno si propose come direttore sportivo, un altro come segretario. L'aspirante vicepresidente mi disse che dovevo prendere in mano io la situazione. Gli chiesi se era pazzo, ma mi misero alle strette. Non potevo dire di no, tutti quei bambini non potevano finire in mezzo a una strada".
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