Con il passare delle ore emergono nuovi dettagli sull’episodio di cronaca accaduto ieri sera a San Polo nel corso della partita tra Le 2 Sante e Lamarmora, formazioni di Serie B del calcio a 7 targato Csi Brescia.
La notizia più importante è quella relativa alle condizioni di salute del direttore di gara, che secondo numerosi testimoni avrebbe ricevuto un colpo, più precisamente una testata, tale da costringerlo a recarsi al pronto soccorso. Il 27enne sta bene.
La vicenda, tuttavia, è al vaglio delle forze dell’ordine e richiederà anche un lavoro certosino da parte del giudice sportivo del Csi. Il comitato provinciale, inoltre, sembra intenzionato ad attuare un rigoroso giro di vite sugli episodi di violenza che nulla dovrebbero avere a che fare con lo sport.
In attesa di sviluppi abbiamo contattato alcuni esponenti delle due società per approfondire i fatti e ricostruire fedelmente l’accaduto, ma sono emerse versioni molto diverse, che vi riportiamo di seguito.
LE 2 SANTE
I componenti della squadra sono increduli. “Una situazione del genere non ci era mai capitata. Preferiamo non pubblicare i nostri nomi, dato che abbiamo ricevuto parecchie minacce da giocatori e tifosi del Lamarmora, quindi meglio evitare. Cosa è successo? Già prima del fischio d’inizio il clima non era dei migliori: i loro tifosi, una quarantina di persone, sembravano piuttosto agitati. Parecchi si sono presentati in oratorio con bottiglie di birra in mano e il don li ha fatti accomodare fuori a guardare la partita. Dopo soli 5 minuti un loro giocatore è stato espulso per una manata in faccia ad uno dei nostri. Siamo andati sul 2-0, poi hanno segnato loro e in seguito ad alcune decisioni arbitrali la loro panchina si è scaldata parecchio, finché il loro allenatore è stato ammonito per proteste. Nonostante il giallo ha proseguito, arrivando a strattonare l’arbitro, che lo ha espulso. A quel punto il direttore di gara è stato accerchiato dai giocatori del Lamarmora e, piuttosto scosso, si è incamminato verso il centro del campo ed ha fischiato la fine anticipata della gara, che era solo al 20′ ma era diventata ingestibile. Subito dopo il loro allenatore gli ha rifilato una testata facendolo cadere a terra.
C’è stata pure un’invasione di campo da parte di un gruppetto dei loro tifosi, c’erano anche delle donne. Insultavano l’arbitro, lo hanno perfino preso in giro dicendo che aveva avuto un calo di zuccheri. Sia loro sia i componenti della squadra ricorrevano spesso alla loro lingua madre per non farsi capire. La maggior parte di queste persone, infatti, sono di origini albanesi. Noi? Siamo andati negli spogliatoi, dove sono proseguiti insulti e minacce, incomprensibili perché i problemi in campo erano stati esclusivamente tra loro e l’arbitro. Uno dei nostri, però, si è beccato uno schiaffo senza senso. Abbiamo fatto la doccia con i carabinieri nel corridoio. Scene bruttissime, anche perché a bordo campo c’erano i ragazzini reduci dall’ora di catechismo a guardare la partita”.
Padre Domenico Fidanza, parroco e presidente della società, è categorico: “Non c’è stata nessuna rissa. Il nostro oratorio e la nostra società sportiva non hanno responsabilità. Conosco uno a uno i giovani che vengono qui e ciò che è accaduto non lascia spazio a dubbi. Le forze dell’ordine, che abbiamo allertato come era doveroso fare, svolgeranno il loro mestiere ed emergerà la verità dei fatti. La nostra è una realtà che mette i principi educativi al primo posto“.
Gli fa eco il dirigente Daniele Di Meo: “Per fortuna il Lamarmora si è trovato davanti ragazzi tranquilli come i nostri, altrimenti la situazione sarebbe degenerata. In oratorio c’è grande attenzione all’educazione attraverso lo sport, che coltiviamo fin dai più piccoli con il terzo tempo e le merende insieme agli avversari. Recentemente abbiamo perfino interrotto un gemellaggio con una società cittadina che si era resa protagonista di fatti spiacevoli dovuti alla condotta del suo allenatore. Questo è indicativo dell’attenzione che dedichiamo ad ogni dettaglio. Vedere i carabinieri in oratorio non è stato bello, ritengo che il Csi debba prendere provvedimenti duri nei confronti di squadre, società e singoli tesserati che utilizzano il calcio come sfogo, come zona franca nella quale mettere in atto maleducazione e violenza. Anche la formazione di allenatori e dirigenti deve insistere sempre più sui principi etici. Anche parrocchie e oratori, tuttavia, devono fare la loro parte. I campi vanno affittati a chi si conosce, a chi sposa certi valori e rispetta determinate regole, altrimenti si corrono questi rischi. Una scrematura è necessaria. Non dimentichiamo che gli arbitri garantiscono un servizio fondamentale, basato soprattutto sulla passione. Vanno rispettati e aiutati”.
LAMARMORA
La versione dei fatti di Fabio Pashkaj, allenatore degli ospiti, è molto diversa. “All’oratorio Le Do Sante siamo stati accolti in modo ostile. Abbiamo trovato tifosi con tanto di fumogeni in oratorio, che fin dall’inizio ci hanno riservato insulti a sfondo razziale, dandoci degli zingari e invitandoci a tornare a casa nostra, dato che la maggior parte di noi sono di origini albanesi. Buona parte dei nostri amici e tifosi, invece, sono stati costretti a seguire la partita fuori dall’oratorio e in molti si sono offesi per questo tipo di accoglienza, ma ognuno ha le sue regole e bisogna accettarle. Dopo pochi minuti un mio giocatore è stato espulso. Cercando di prendere la palla per battere un fallo laterale ha sfiorato in viso un avversario, che ha fatto un po’ di scena. All’arbitro è sembrato un colpo violento ed ha estratto il rosso.
L’atmosfera era pesante, loro sono una squadra molto aggressiva, facevano entrate durissime. Per questo abbiamo chiesto un time-out, sollecitando l’arbitro perché essere maggiormente tutelati dal punto di vista fisico. Cosa abbiamo ottenuto? Un cartellino giallo per proteste al nostro capitano, che si lamentava per un brutto fallo. A quel punto la situazione è peggiorata, con un arbitraggio che è diventato a senso unico. Ho protestato chiedendo spiegazioni e sono stato ammonito, ma ho continuato a dire la mia e, sbagliando, ho spinto l’arbitro sulla spalla per poi essere espulso. Nell’uscire dal campo ho notato che un gruppo persone circondavano l’arbitro. C’era confusione e il direttore è caduto a terra. Chi l’ha colpito? Non ho visto, io no di certo, visto che ero ormai nei pressi dell’uscita. Testata? Non farei mai un gesto del genere. Dico sempre ai miei giocatori di comportarsi come si deve, non potrei mai. Poi ero d’accordo con lui di sospendere la partita. Ci hanno picchiati in continuazione, giocare così era solamente pericoloso.
L’invasione dei nostri tifosi? Non ho visto, c’era troppa confusione. Di sicuro non è stato bello il gesto del don, che ha chiuso i cancelli dell’oratorio dopo l’arrivo dei carabinieri impedendo perfino a persone che non c’entravano nulla, che erano lì con i bambini, di uscire. Un’assurdità. Abbiamo raccontato alla polizia le stesse cose che diciamo a voi. Sicuramente l’arbitro ha ricevuto un colpo, ma in quel casino come possiamo capire chi è stato? Il mio timore è che ci addosseranno tutte le colpe. Il don e i dirigenti de Le 2 Sante ci hanno messo in cattiva luce con i carabinieri fin dal primo minuto.
Se il giudice sportivo ci condannerà faremo ricorso. Perdere la partita non ci interessa, noi giochiamo per amicizia e divertimento. Se non daranno importanza alla nostra versione dei fatti nessun problema, andremo a giocare nei campionati di altri enti di promozione sportiva. Vedremo, per ora l’unica cosa che conta è che l’arbitro stia bene. Non mi sembrava nulla di grave al momento, ma se è andato all’ospedale un motivo ci sarà e la sua salute viene prima di tutto”.