Lewes, la città della birra e dei falò. Fuller: "Sono un turista calcistico. Baggio al Rigamonti ricordo indelebile"

Questa sera alle 18.30 allo stadio Tre Stelle di Desenzano il fischio d’inizio della Final Four del Fenix Trophy, la Champions League del calcio dilettantistico. Seconda intervista alle semifinaliste, con Stuart Fuller, dirigente degli inglesi del Lewes Fc.

Parlaci del tuo club. 
“Il Lewes FC è stato fondato nel 1885 e da allora la squadra gioca allo stadio Dripping Pan. Attualmente siamo al terzo gradino della piramide Non-League, quindi servirebbero tre promozioni per giocare nell’EFL. Il club è di proprietà dei fan dal 2011, con oltre 2.500 di soci in più di 40 nazioni. Siamo conosciuti a livello internazionale per essere il primo club al mondo ad investire lo stesso budget nelle squadre maschili e in quelle femminili. Con le donne siamo reduci da una retrocessione, lasceremo il posto a Newcastle United e Portsmouth. Il movimento è in costante crescita. Oltre alle due prime squadre,abbiamo un Under 18 maschile e un vivaio femminile”.

Raccontaci della vostra città.
“Lewes è la città della contea dell’East Sussex e ha una popolazione di circa 17.000 abitanti. Si trova nei pressi del Parco Nazionale del South Downs e dista circa 8 miglia da Brighton. Siamo famosi per la nostra birra, per il birrificio Harvey’s che è stato fondato nel 1790 e per le celebrazioni annuali della Notte dei Falò (5 novembre), in cui l’intera città esce per sfilare sotto torce fiammeggianti. Il nostro stadio, il Dripping Pan, è pittoresco, un luogo di incontro dove degustare ovviamente birra e ottimo cibo. Sugli spalti abbiamo una media di mille supporters a partita”.

Quali erano gli obiettivi di questa stagione e qual è sin qui il vostro bilancio sportivo?
“Abbiamo dovuto ricostruire la nostra rosa all’inizio della stagione, e in un campionato in cui c’erano alcuni club che spendevano molto pensavamo di avere comunque la possibilità di intrufolarci nei play-off che sono stati vinti dai nostri cari amici di Enfield Town. Peccato, ma abbiamo fatto un percorso fantastico in FA Cup, ottenendo il nostro migliore risultato degli ultimi 10 anni. Abbiamo perso nell’ultimo turno di qualificazione allo Step 1 di Aldershot Town”.

Cosa rappresenta per voi il Fenix Trophy?
“È stato fantastico partecipare, anche se la pianificazione e la logistica a volte sono state impegnative. Queste esperienze ci hanno arricchiti moltissimo ed è motivo d’orgoglio rappresentare il club all’estero. Porteremo con noi ricordi indelebili. Spero che il Fenix ​​possa continuare a spiegare le sue ali nei prossimi anni ed essere un appuntamento fisso nel calendario calcistico dei club di tutta Europa”.

Come è stato il vostro cammino sin qui? Il momento più difficile e quello più esaltante?
“Abbiamo faticato a sconfiggere l’FC Oslo in casa, vincendo alla fine 1-0 davanti a oltre mille spettatori a Lewes. La trasferta a Beveren si è giocata sotto una pioggia torrenziale, ma i nostri tifosi hanno adorato l’esperienza. Sapevamo che, battendoli di nuovo in casa, ci saremmo assicurati un posto alle Final Four e quella è stata una serata speciale al Dripping Pan. Il momento più difficile è stato quando l’autista ha lasciato lo stadio del Beveren con il pullman mezzo vuoto, lasciando la maggior parte dei giocatori, allenatori e dirigenti nel parcheggio. Il ritorno ad Anversa è lungo…”.

Quali sono i vostri giocatori più rappresentativi e di maggior talento?
“Bradley Pritchard è il giocatore più esperto della squadra. Ha avuto una lunga carriera nella Football League inglese e vanta oltre 100 presenze con il Lewes. Recentemente è stato inserito nella Hall of Fame del club. Chris Whelpdale, il nostro capocannoniere di questa stagione, ha militato nel calcio professionistico. Il nostro capitano è Arthur Penney, che ha solo 21 anni. È un ex giocatore delle giovanili del Millwall e farà molta strada”.

Qual è il tuo rapporto con il calcio italiano? 
“Sono sempre stato un fan del calcio italiano. L’atmosfera che si respira, anche nei campi di Serie C o D, è speciale. È molto diverso da quello inglese. Il gioco italiano è noto per essere molto tecnico e talvolta più paziente. Non ho una squadra preferita, anche se ho un debole per il Milan, dato che San Siro è stato il primo stadio che ho visitato in Italia, poi ne sono seguiti altri 30 nei miei viaggi da turista calcistico”.

Conoscevi già la nostra provincia? E il Brescia calcio?
“Sì, una volta ho avuto la fortuna di vedere Roberto Baggio con la maglia del Brescia allo stadio Rigamonti: indimenticabile”.

Completa la frase. Terminato il Fenix Trophy, al ritorno a casa, sarò felice se…
“Tutti i membri della nostra comitiva torneranno a Gatwick lunedì sani e salvi, senza grossi incidenti”.

Bruno Forza

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