Rass.stampa-CorriereBs-Cellino non pagò 60 mila euro per Lucca, ora vale 35 milioni

dal Corriere-Brescia

Massimo Cellino, da ieri, non è più un pericolo sportivo. Sarà ancora un avversario, del Comune più che dell’Union Brescia, nelle aule di tribunale. Ma nessun campionato italiano vedrà al via il «vecchio» Brescia: l’ex presidente non si è iscritto nemmeno in Eccellenza (poteva farlo) entro la scorsa mezzanotte, del resto avrebbe dovuto pagare tutti gli stipendi arretrati e ogni debito non sanato. Un monte troppo alto, nonostante qualche tentativo che in settimana aveva portato a pensare che un colpo di teatro fosse, seppur improbabile, ancora possibile.

Così non sarà, gli restano solo i ricorsi – al Tar e al tribunale Civile di Brescia – depositati mercoledì scorso nei confronti della Loggia sulla questione stadio, che resta invece calda – gli avvocati di Cellino contestano le determine comunali, a Brescia, hanno fatto ricorso per sequestro giudiziario di tutte le strutture amovibili dello stadio – pur con il pronostico sempre a favore del Comune (Cellino punta a un risarcimento, non avendo più un club da far giocare a Mompiano). Laura Castelletti, interrogata giovedì dal Corriere sulla questione, ha spiegato di non essere preoccupata perché «dall’avvocatura non sono arrivate segnalazioni in tal senso». Il Tar si pronuncerà il 4 settembre: il presidente Pasini, intanto, segue la vicenda da spettatore interessato.

Se il precedente proprietario è arrivato a staccare la spina, tuttavia, non può prendersela solo con i presunti complotti «di palazzo» e con un Comune a suo dire lontana dal club che lui guidava. Gli errori di valutazione su molti giocatori sono lampanti, l’ultima prova è la maxi valutazione di Lorenzo Lucca, neo attaccante del Napoli che ha pagato 35 milioni all’Udinese (con l’obbligo di riscatto) per acquistarlo. Lucca, anche se molti non lo ricorderanno, era un giocatore del Brescia. Nel 2018-19, in prestito dal Torino, giocò in Primavera segnando 16 gol in 19 partite: aveva 18 anni, Eugenio Corini era coperto con Torregrossa-Donnarumma (lo portarono in Serie A) ma teneva d’occhio quel ragazzo di due metri che ricordava Luca Toni. Le rondinelle ebbero la possibilità per riscattarlo in estate, come da accordi, ma Cellino decise che non fosse il caso di spendere 60 mila euro per blindare il ragazzo, che tornò così a Torino prima di essere ingaggiato – sei mesi dopo – dal Palermo. Ora vale quasi seicento volte tanto

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