Serie A femminile, le calciatrici in sciopero: salta la prima giornata. Il comunicato e le reazioni, Cabrini non condivide “Non era il momento”.
Sembrava che le parti avessero trovato un accordo e lo sciopero annunciato dalle calciatrici in vista della prima giornata da disputare sabato potesse rientrare. Nel pomeriggio di oggi, invece, l'Assocalciatori, associazione rappresentata nel calcio femminile anche da Melania Gabbiadini, ha comunicato che nessuno nel prossimo week end scenderà in campo. Un segnale forte, dato che mai nel calcio femminile di casa nostra si era arrivati a questo punto. Il movimento è in crescita, come testimoniano anche i risultati che stanno maturando oltre confine: dopo l'impresa del Brescia, stasera il Verona, dove milita proprio Gabbiadini, parte con i favori del pronostico contro il St Polten, grazie al pirotecnico 5-4 maturato in terra austriaca. Le giocatrici si sentono però ancora l'ultima ruota del carro di una federazione che davanti alle richieste avanzate nell'ultimo periodo fa le orecchie da mercante. Anche le parole del tecnico della Nazionale Cabrini, il cui indice di gradimento è sempre più in ribasso, lasciano trapelare quanto la spaccatura tra calciatrici e federazione sia profonda: "Non è il momento giusto per uno sciopero - ha dichiarato ad alcune agenzie stampa il campione del mondo 1982 - Bisogna tenere in grande considerazione le problematiche del calcio femminile, ma la Figc sta facendo veramente dei passi molto importanti.”
 
Questo il comunicato dell'AIC: "L'Associazione Italiana Calciatori annuncia che, stante il mancato riscontro scritto a quanto richiesto e concordato nel corso della riunione del Comitato Esecutivo del 6 ottobre, le calciatrici delle squadre di Serie A hanno manifestato la volontà di non disputare la 1a giornata di campionato prevista per sabato 17 e domenica 18 ottobre prossimi, astenendosi dallo svolgimento della loro attività sportiva". Riduzione della soglia dei 25 anni entro la quale vige il vincolo sportivo, accordi economici pluriennali e fondo di garanzia per i club in difficoltà i tre punti della protesta. La sensazione è che il braccio di ferro possa non finire qui.
 
 
 
 
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