Ne abbiamo viste parecchie di fusioni, alcune andate a buon fine ed altre naufragate. Perché, come dice con arguzia un nostro collega più affermato (meno più meno fa sempre meno). Ma, al di là di questo, il vero sapore diverso, il retrogusto saporito del calcio dilettanti è dettato dal campanilismo. Le rivalità tra paesi rivali, l'orgoglio per le proprie tradizioni e per il proprio territorio.
Come commentare, quindi, le voci che vorrebbero la nuova proprietà albanese del Darfo interessata a una fusione con il Montichiari, se quest'ultimo riuscisse nell'impresa domenica di vincere a Camaiore e quindi salvarsi?
Non ci stupisce, ma ci amareggia pensare che due piazze così importanti del nostro calcio possano fondersi quando a dividerle ci sono 75 chilometri. Una follia. Che probabilmente, infatti, non partorirà nulla. La speranza è che il Montichiari si salvi e continui in serie D, il Darfo riparta invece da un progetto vincente e nuovamente competitivo in Eccellenza. Nel suo territorio, magari anche con giocatori camuni. In tal senso, se Maffezzoni tornasse da direttore sportivo con Nicolini o Giorgi in panchina (o Inversini...), saremmo già sulla buona strada.