Arrivare quarti a un'Olimpiade fa male. Sei il primo degli sconfitti e ti arrivano solo pacche sulle spalle, mentre in una qualunque gara di Coppa del Mondo sarebbero applausi a scena aperta. In realtà, cosa separa il primo dei vinti dai vincitori? Nulla. A volte 11 centesimi, come accaduto oggi a Nadia Fanchini, nello slalom gigante di Sochi. Era capitato lo stesso a Daniela Merighetti, nella discesa libera di mercoledì. Olimpiadi stregate per le bresciane? Vero. Ma sono state le uniche a salvare lo sci alpino azzurro al femminile.
Noi siamo orgogliosi di te, Nadia. Così come lo siamo stati di Dada. Hai trovato, nell'occasione più importante, le due migliori manches della tua carriera in questa specialità dove eri arrivata al massimo quinta. Non devi piangere. Non è da una medaglia olimpica che si giudica una sciatrice. Le cicatrici che porti alle ginocchia, quel sorriso così pulito e naturale, ti daranno ancora la forza per guardare avanti. E, se ti volterai indietro, troverai solo motivi d'orgoglio per la sua straordinaria carriera. Brescia è con te. Oggi, sempre.