Cambio al timone: via Iachini, arriva Beretta

esonero_iachinidi Bruno Forza

L'esonero era nell'aria. È arrivato in un pomeriggio freddo, grigio e piovoso, che tanto ricorda l'attuale orizzonte sportivo del Brescia, penultimo in classifica e incapace di vincere da una lontana serata di settembre, quando qualcuno giocava ancora in mezze maniche. Da quel giorno è passata acqua e neve sotto i ponti, ma gli unici acuti sono stati i pareggi – seppur onorevoli – con Inter, Juventus e Genoa. Tre punti. Troppo pochi perché Iachini potesse restare al comando del timone biancoblu, reso traballante da otto sconfitte alle quali va aggiunta la debacle di Catania in coppa Italia. Il Brescia, va detto, ha raccolto meno di quanto seminato. Nel calcio, però, contano i risultati, e negli ultimi due mesi e mezzo l'ormai ex tecnico delle rondinelle non ha rispettato le tabelle di marcia. La società, rispetto al passato, è stata paziente, ma la scoppola di San Siro e i mugugni di qualche giocatore hanno portato Corioni ad una decisione tanto sofferta quanto inevitabile.
Iachini se ne va dopo una storica promozione in A ed un avvio di stagione straordinario. Nel suo piccolo è riuscito a lasciare un marchio indelebile nella storia della Leonessa, che dovrà tornare a ruggire al più presto sotto la guida di Mario Beretta. Gli allenatori nel calcio vanno e vengono, ma la sensazione, questa volta, è soprattutto quella di aver perso un grande uomo, che ha dato tutto per la causa biancoblu pagando per tutti. Se lo ricordino quei giocatori che non sono ancora riusciti ad esprimere il loro potenziale, se lo ricordino quei dirigenti che parlavano di Brescia da Europa e sono stati smentiti dal campo. L'arrivo di Beretta può dare una scossa all'ambiente e il tecnico milanese ha tutte le carte in regola per centrare l'impresa. Lo dice la sua storia, con quattro salvezze consecutive dal 2004 al 2008 sulle panchine di Chievo, Parma e Siena prima delle brevi e difficili esperienze di Lecce e Torino. Questo Brescia, però, ha altre necessità di prim'ordine da colmare in sede di mercato. Se non si porteranno all'ombra del Cidneo un mediano possente, almeno un esterno di qualità e una seconda punta con il vizio del gol il sacrificio di Iachini sarà stato vano.

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