Bertolotti (Ivar Sport Academy): "Il calcio è strumento sociale. Sfruttiamolo per il bene dei giovani"

“Il progetto Ivar Sport Academy nasce dalla volontà di Ivar di creare una scuola di cultura sportiva, in quanto riteniamo che lo sport debba essere prima di tutto un’esperienza di crescita e debba avvenire in un ambiente stimolante ed educativo”.

L’azienda di Prevalle, che vanta 11 filiali nel mondo, è attiva dal 1985 nel settore della produzione di impianti di riscaldamento e sanitari. Un’eccellenza industriale che ha deciso di cimentarsi anche in ambito sportivo con qualità ed uno sguardo rivolto alle nuove generazioni, dedicandosi ad iniziative e collaborazioni volte a valorizzare lo sport come strumento utile all’educazione di bambini e ragazzi. Ne abbiamo parlato con Stefano Bertolotti, ceo di Ivar Group.

Come nasce il progetto, come si è sviluppato in questi anni e quali obiettivi si pone?

“Siamo partiti appoggiandoci a strutture e preparatori di alto livello in ambito sportivo per garantire il traino di figure che siano esempio di professionalità, serietà e qualità tecnica, sia nel metodo d’insegnamento che nell’organizzazione dell’attività. L’obiettivo è quello di creare un modello base di eccellenza da replicare presso le società sportive aderenti, innescando in questo modo processi virtuosi, che garantiscano ai giovani del territorio un percorso formativo sportivo di qualità. Grazie alla sottoscrizione iniziale di valori condivisi e alla qualità tecnica dei metodi di insegnamento, i bambini potranno accedere allo stesso iter educativo e allo stesso livello qualitativo degli allenatori, indipendentemente dall’associazione sportiva di appartenenza. Sarà infatti assicurato lo stesso training e lo stesso livello di capacità ed esperienza di ciascun tecnico. Ivar ha lanciato il progetto a fine 2019 in sinergia con l’ADC Mario Rigamonti, ma si è bloccato a causa dell’emergenza Covid ed è stato posticipato sino ad oggi. Adesso siamo pronti a partire”.

Quali presupposti e quali intenzioni hanno portato alla partnership calcistica con l’ADC Mario Rigamonti?

“Personalmente ho iniziato a frequentare la Rigamonti nel 2012 grazie ai miei figli, che in quel periodo iniziavano le loro prime esperienze calcistiche. Devo dire che fin da subito è scattata una scintilla. Mi sono fatto coinvolgere sia a livello calcistico sia a livello umano, perché la Rigamonti è una società che, oltre a garantire un’elevata preparazione sotto il profilo calcistico, offre un ambiente stimolante ed è composta da un team che condivide i miei stessi valori e i valori di Ivar, dalla passione per lo sport all’impegno nel sociale. Da ciò è nata l’idea di un progetto di cultura sportiva, finalizzato a garantire valori formativi-educativi”.

Che cos’è lo sport per Ivar? Oltre al calcio siete operativi in altre discipline?

“Lo sport è crescita, benessere, aggregazione. Rappresenta qualsiasi attività fisica che abbia come obiettivo il miglioramento delle condizioni fisiche e psichiche, che favorisca lo sviluppo di relazioni sociali e che coinvolga in modo inclusivo tutti coloro che vi partecipano. Ivar, da sempre, ha una forte attenzione per lo sport e il sociale. Siamo attivi in diverse categorie dilettantistiche del calcio bresciano, nel basket, nel football americano, nella pallavolo, nel motociclismo e nei rally”.

Quali iniziative vedremo sbocciare nei prossimi mesi?
“Vogliamo dare la possibilità ai bambini della scuola calcio di intraprendere un percorso di formazione e cultura calcistica che li accompagni dai primi calci all’attività agonistica. Quindi, per iniziare, abbiamo pensato ad incontri formativi con personaggi di spicco del panorama sportivo, non solo calcistico. Il progetto partirà dalla Rigamonti, ma è aperto a tutte le associazioni sportive interessate. In questo modo si andrà a creare un sistema di società indipendenti ma unite dall’idea comune di favorire il percorso sportivo dei ragazzi nelle categorie maggiormente idonee ai propri impegni e/o capacità. L’intento non è quello di far emergere atleti che diventino professionisti, bensì fornire ai giovani un’esperienza stimolante all’interno di un ambiente sportivo adeguato, certificato da un marchio di qualità e serietà: Ivar Sport Academy”.

Credete nei benefici di una mentalità sportiva in azienda e di un’organizzazione aziendale nello sport?

“Lo sport è in grado di fornire gli strumenti fondamentali per gestire al meglio il lavoro di squadra, che è parte integrate dell’attività aziendale, oltre a ciò, è in grado di trasmettere l’importanza dello spirito di sacrificio e abnegazione volti al raggiungimento degli obiettivi sia individuali che comuni che sono cruciali per lavorare in maniera efficiente ed efficace. Dall’altra parte l’organizzazione aziendale applicata alle società sportive è in grado di renderle più sostenibili e garantirne lo sviluppo e il perdurare nel tempo, attraverso una gestione oculata di tempi e risorse, oltre che la definizione di obiettivi non solo sportivi ma anche di crescita aziendale”.

L’Italia è un Paese a misura di sportivi? Ci sono modelli esteri da seguire e dai quali lasciarsi ispirare?

“In Italia non c’è, purtroppo, il Ministero dello Sport, il che dimostra una carenza istituzionale nonché strutturale nella gestione dello sport e degli sportivi. Ad oggi moltissimi atleti e giovani sportivi non possono dedicarsi in maniera piena a questa attività e ottenere i migliori risultati possibili poiché non vi sono le condizioni per farlo a causa della mancanza di strutture adeguate sul territorio e di uno scarso se non inesistente supporto economico alle società sportive. Un modello a cui aspirare è sicuramente quello americano, dove lo sport ricopre un ruolo centrale ed è valorizzato al massimo. Il legame stretto tra le scuole di qualsiasi grado e lo sport risulta essere chiave nel successo di questo modello. Fin da bambini viene offerta la possibilità di praticare nel proprio istituto diverse discipline sfruttando strutture sportive adeguate e pensate per far crescere gli atleti, supportandoli in tutto il loro percorso”.

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