“Non possiamo limitarci a volgere le emozioni del ricordo in una dimensione toccante ma triste, astratta, delimitata dalla parola 'fine'. Lo so, non è affatto semplice, ma dobbiamo e possiamo parlare di Alex in un'ottica di felicità, focalizzandoci sulla concretezza delle opere che ha compiuto e che continueranno a dare frutto, proiettandoci verso un orizzonte infinito. Già, perché la partita della vita non finisce con la morte, ma si prolunga in una dimensione di eternità”.
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