Speranze salvezza intrise in un derby all’ultimo respiro. Vallecamonica e Castegnato sono pronte a scendere in campo per un incrocio ad alta tensione. Entrambe unite dal comune intento di portare a casa una vittoria per allontanare la zona play-out. Quattro risultati utili consecutivi per la squadra camuna, franciacortini invece reduci dalla brillante vittoria sul campo dell’Orsa Trismoka. Il primo derby vinto della stagione. E se l’appetito vien mangiando la squadra guidata da Marco Piovanelli è pronta a ripetersi. Senza la propria stella Andrea Magnini, ammonito contro i sebini e squalificato per un turno dal giudice sportivo.
Autore: Bruno Forza
Montichiari pronto alla “formalità” Riccione. Tre punti fondamentali in ottica salvezza
La nona giornata di ritorno propone al Montichiari un’occasione assolutamente da non mancare. La squadra allenata da Corrado Corradi, infatti, è chiamata ad ospitare il Riccione, formazione attualmente relegata all’ultimo posto, che per i noti problemi societari ha dovuto prendere la decisione di proseguire il suo Campionato (cercando così di arrivare fino in fondo) con il gruppo degli Juniores. Una scelta obbligata, che sta trasformando la gara con i romagnoli in una preziosa “riserva” di punti per le avversarie di turno, secondo un ruolino di marcia del quale può e deve beneficiare anche la compagine monteclarense. La vittoria sul Riccione, in effetti, porterebbe i tre punti che sono indispensabili ai giocatori del presidente Viola per accorciare la classifica e riavvicinarsi alla desiderata salvezza.
Brescia indifeso e sfortunato: anche il Latina passa nel Rigamonti senza tifo
Nemmeno il cambio di allenatore sveglia il Brescia, alla terza gara consecutiva senza reti. Le rondinelle crollano ancora, in casa, contro il Latina dell’ex Jonathas che ha impiegato solo 4 minuti per bucare Cragno alla prima occasione capitata sul piede degli uomini di Breda. I quali non hanno rubato nulla, sfruttando una difesa impresentabile delle rondinelle, a dire il vero pure sfortunate. Nella ripresa, in dieci uomini per la discutibile espulsione di Olivera (il secondo giallo, per simulazione, è inesistente: il brasiliano aveva subito fallo al limite dell’area), il Brescia colpisce due legni con Caracciolo (palo e traversa), il migliore in campo. Ma non è una novità.
Pessima la prima mezz’ora bresciana, con il Latina avanti senza rubare nulla con il brasiliano al 4′ e poi con Paolucci al 31′ in sospetto fuorigioco. Il signor Borriello complica la vita ai nostri, che provano a spingere sull’acceleratore ma vengono frenati dall’espulsione a Olivera di cui abbiamo già parlato.
Nella ripresa, pur in 10 contro 11, è un Brescia migliore con Saba e Mandorlini al posto di Corvia e Kukoc, il peggiore. Ma il gol non arriva, nemmeno nel finale quando Iacobucci si traveste da Superman su Grossi, ben servito dall’altro subentrato Juan Antonio (per Caracciolo, acciaccato).
Curva vuota, pancia da riempire: con il Latina, per Iaconi, è già gara da non sbagliare
Curva vuota, cinque squalificati (ieri ridotto un turno di stop a Paci, ne mancano ancora 5), un avversario in grande forma come il Latina ma pur sempre abbordabile per una squadra, la nostra, partita a inizio campionato con obiettivi ben diversi rispetto ai pontini. Per il Brescia, oggi, è una gara da non sbagliare. Per Ivo Iaconi, il primo test di una primavera da vivere con il piede pigiato sull’acceleratore per mettere un freno alle tante chiacchiere su di lui degli ultimi giorni.
Il nuovo allenatore deve dimostrare che la sua non è stata una scelta sbagliata, nè tantomeno dettata dalla parentela con il direttore sportivo. Per farlo, ha un unico antidoto. Vincere, anche senza convincere, il presidente Corioni se ne farà una ragione. Intanto, per iniziare, parte da quel 4-2-4 (ma a noi piace chiamarlo 4-4-2) con il quale Giampaolo aveva mandato in sollucchero Corioni nei propositi di inizio stagione, mai poi verificatisi in campo.
“Non potevo scegliere modulo diverso, visti i giocatori a disposizione”, ha spiegato Iaconi. In realtà, specie davanti, con tre trequartisti in panchina (Saba, Sodinha, Juan Antonio), le alternative c’erano. La sua sembra una scelta, un inno alla compattezza in un momento difficile. Le partite si vincono senza fronzoli? Vedremo…
Marzo, si parla già di fusioni: Darfo-Vallecamonica e Dellese-Mairano fronti caldi
Siamo solo a marzo, ma l’aria di Primavera invita tutti a iniziare a guardare a un futuro nemmeno troppo lontano. Fra due mesi e mezzo termineranno i campionati, per alcune squadre anche prima senza appendici di play off e play out. A giugno sarà tempo di iscrizioni e purtroppo, in diverse realtà bresciane, i conti faticano sempre a tornare nonostante i grandi sacrifici.
Ecco, allora, tornare di moda la parolina magica chiamata fusione. Può piacere o meno, ma è da sempre una delle soluzioni – a volte della disperazione – per provare a unire le forze e tappare le falle. Anche se, spesso, due bilanci in passivo che si uniscono producono un bilancio doppiamente in passivo.
Tant’è, le piazze calde da dove arrivano i primi rumours in tal senso sono Darfo Boario e Dello. Ma lo stesso si potrebbe dire per il Vallecamonica e per il Mairano, con cui le due società dovrebbero rispettivamente fondersi. Anche se, ad oggi, con tante incognite.
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Da Sogliano a Corvino, da Sensibile a D’Amico. A Desenzano un evento da non perdere per i direttori sportivi di ogni categoria
A lezione dai big. Accadrà proprio questo lunedì 14 aprile all’Hotel Acquaviva di Desenzano, che per un giorno diventerà la capitale italiana dei direttori sportivi. Merito della “Scouting Conference”, che attirerà in riva al Garda personalità di spicco del mondo del calcio, pronte a condividere la loro esperienza con i partecipanti a quello che potrebbe essere definito a tutti gli effetti un master per dirigenti.
In cattedra ds di assoluto valore come Sean Sogliano (Hellas Verona), Francesco Marroccu (Beira Mar), Pantaleo Corvino (ex Fiorentina), Pasquale Sensibile (Mantova), ma non solo. Tra i relatori anche l’agente Andrea D’Amico.
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Bresciaoggi racconta la lettera alla Figc di Michele Baiguera: “Sono un ex arbitro, fatemi tornare a giocare”
Una storia paradossale, non la prima purtroppo di un calcio che sembra complicare tremendamente le cose facili o scontate. Colpa della burocrazia, di assurdi paletti. Come quello in virtù del quale, oggi, Michele Baiguera – 21 anni – non può più giocare a pallone tra i dilettanti. Il motivo? E’ un ex arbitro e a nulla vale essersi dimesso dall’Aia.
Bresciaoggi racconta nell’edizione odierna la sua particolare storia, che noi sintetizziamo. Da ragazzino, Michele amava giocare in porta ma la sua stazza minuta non gli consentì di provare a fare carriera. Quindi, come capita a tanti, per restare nell’ambiente del calcio, decise di iniziare ad arbitrare. Al momento del salto di categoria, la decisione di smettere per non dover rinunciare alla sua attività di fresatore a causa delle lunghe trasferte con il fischietto in mano.
E, con 20 centimetri in più, la decisione di provare a coltivare di nuovo quell’amore chiamato pallone. In porta, ovviamente. Ma, per l’articolo 40 comma 1 regolamento Figc, “Il calciatore che si iscrive nell’albo degli allenatori professionisti o che contenga la qualifica di arbitro decade dal tesseramento e può più tesserarsi come calciatore”.