Higuain, Dzeko e…Galuppini: in Italia dalla Serie A alla D gli unici a quota diciannove gol: “Non mi aspettavo un exploit simile, ma adesso non voglio fermarmi”

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Ci sono un argentino, un bosniaco e un bresciano di Urago Mella. Potrebbe sembrare l’incipit di una barzelletta, invece è la ristretta cerchia di attaccanti che in Italia, considerando le categorie dalla Serie A alla D, detiene lo scettro di capocannoniere. Ci sarebbe anche Murano del Savona, squadra vicinissima in estate a mettere sotto contratto uno dei tre (facile immaginare quale), ma alcuni siti lo bloccano a quota 18, insieme a Sottovia (Mestre) e Sciamanna (Correggese). Nei quattordici principali campionati italiani nessuno ha dunque fatto meglio di questo trio. In Serie B, Pazzini detiene il primato a quota 17, in Lega Pro i re Gonzalez e Caturano sono fermi a 16.
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Leggenda Caracciolo: dieci stagioni in doppia cifra con la stessa maglia, solo Totti meglio di lui nella storia del calcio italiano d’alto livello

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Dal Corriere della Sera-Brescia

Nella storia del Brescia era entrato da tempo. Nei libri dei record del calcio italiano ha fatto il suo ingresso sabato poco dopo le 16, quando ha dimostrato ancora una volta di essere il faro nel lungo tunnel imboccato dalla squadra di cui è capitano. Andrea Caracciolo, anche quest’anno, ha compiuto il suo dovere. Per gli attaccanti la doppia cifra è un’ossessione, non solo un obiettivo: demarca i buoni dai cattivi, separa chi ha assolto il compito di goleador da chi è stato latitante. L’Airone l’ha già raggiunta con tre mesi d’anticipo, le sue marcature ora sono 10 e non è la carta d’identità, anche se riporta 35 alla voce «anni», a misurarne la grandezza. E’ la costanza nel rendimento e la fedeltà verso la maglia, nel suo caso quella del Brescia, a fare la differenza:  Caracciolo, comunque andrà a finire questa stagione, sarà andato in doppia cifra per la decima volta con la V bianca sul petto: la prima fu nel 2003-04, in Serie A (12 reti), nell’ultima annata di Roberto Baggio che fu l’ispiratore della sua esplosione. Se si eccettua la stagione d’esordio, in cui era un semi sconosciuto con un passato da difensore, l’idolo del popolo biancoblù ha mancato l’obiettivo solo una volta, nel 2008. Attenzione, però. Andrea tornò a casa sul gong del calciomercato invernale, quando il presidente Corioni diede il benestare in extremis a un assegno da 7 milioni per riprendere il figlio prediletto: lui ricambiò con 8 reti in appena 17 partite, media da bomber di razza. Stavolta, pur avendo Andrea preferito in modo convinto – per indole personale, per il legame con Brescia –  la vita di provincia alla metropoli (è milanese, ma la trattativa con il Milan sfumò nel gennaio 2007, quando i rossoneri agganciarono Ronaldo ma non riuscirono a liberarsi di Oliveira per questioni regolamentari), è tuttavia il raffronto con i più grandi di sempre della Serie A, non solo della cadetteria, a incorniciare il suo capolavoro e tramutarlo in impresa. Solo Francesco Totti, quarantenne, icona del calcio italiano e ultima vera bandiera del pallone nostrano ad altissimo livello, vanta più stagioni in doppia cifra con la stessa maglia. Quella della Roma, ovviamente. Sono 12, l’ultima volta fu nel 2012-13. Caracciolo, con la ritrovata condizione fisica che lo ha accompagnato nella stagione in corso, potrebbe persino pensare di agganciarlo nel 2019. Intanto si è issato al secondo posto della speciale classifica eguagliando leggende del primo dopo guerra come Angelo Schiavio (Bologna) e Giuseppe Meazza (Inter), campioni del mondo nel 1934. Più sotto, a quota 9, oltre a un altro bomber ante litteram (l’interista Benito Lorenzi, che chiuse poi la carriera con le rondinelle), due cannonieri leggendari del passato più recente come Gabriel Omar Batistuta (Fiorentina) e Antonio Di Natale (Udinese), fresco di ritiro. Più staccati ancora, tanti altri giocatori-miti: Altobelli, Del Piero, Hamrin, Nordahl, Pascutti, Reguzzoni, Riva, Amadei, Piola, Pivatelli, Pulici, Sivori. Caracciolo è davanti ed è oltre, perché un tale legame con una società è unico nel calcio moderno. La storia è già scritta, ora bisogna salvare il Brescia. A suon di gol, continuando nella piacevole abitudine da domani nella delicata sfida con il Cittadella.
 
“BOMBER BANDIERE”
 
STAGIONI IN DOPPIA CIFRA CON LA STESSA MAGLIA
 
Francesco TOTTI 12 stagioni (Roma)
Andrea CARACCIOLO 10 (Brescia)
Giuseppe MEAZZA 10 (Inter)
Angelo SCHIAVIO 10 (Bologna)
Gabriel Omar BATISTUTA 9 (Fiorentina)
Antonio DI NATALE 9 (Udinese)
Benito LORENZI 9 (Inter)
Alessandro ALTOBELLI 8 (Inter)
Alessandro DEL PIERO 8 (Juventus)
Kurt HAMRIN 8 (Fiorentina)
Gunnar NORDAHL 8 (Milan)
Ezio PASCUTTI 8 (Bologna)
Carlo REGUZZONI 8 (Bologna)
Gigi RIVA 8 (Cagliari)
Amedeo AMADEI 7 (Roma)
Silvio PIOLA 7 (Lazio)
Gino PIVATELLI 7 (Bologna)
Paolo PULICI 7 (Torino)
Omar SIVORI 7 (Juventus)
 
Le stagioni in doppia cifra dell’Airone a Brescia
 
2003-04 12 gol (Serie A)
2004-05 12 gol (Serie A)
2008-09 15 gol (Serie B)
2009-10 25 gol (Serie B)
2010-11 12 gol (Serie A)
2012-13 17 gol (Serie B)
2013-14 18 gol (Serie B)
2014-15 14 gol (Serie B)
2015-16 11 gol (Serie B)
2016-17 10 gol (Serie B, in corso)

Bufera Montichiari, la società vuole denunciare Zobbio. Salodini: “Solo bugie e fango sul club. Voleva tornare, l’abbiamo cacciato noi”. Ghezzi: “Mister, che delusione”

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Un’autentica bufera. Non c’è altro modo per definire la situazione a Montichiari, dove l’uscita di scena di Zobbio e le sue successive dichiarazioni hanno scatenato una serie di reazioni a catena destinate a lasciare pesanti e lunghi strascichi. La società rossoblù, infatti, è pronta ad imboccare le vie legali nei confronti del suo ex tecnico. La denuncia presso la Procura Federale sarebbe in dirittura d’arrivo. “Zobbio ha infangato il nome della società ed è nostro dovere difenderla. Dalla sua bocca sono uscite solamente falsità, su tutti i fronti” è il commento del direttore sportivo monteclarense Luca Salodini, che ribatte colpo su colpo alle affermazioni dell’allenatore e svela ulteriori retroscena, ma andiamo con ordine.

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Il Pralboino ha scelto il nuovo allenatore: è Masiello

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Il Pralboino aveva la panchina vacante, dopo le dimissioni di mister Bonfiglio. Domenica è arrivata la prima vittoria dopo il cambio di rotta e oggi è arrivata anche l’ufficialità del nuovo allenatore. La scelta del nuovo tecnico, specifica la società di Prima Categoria (girone H), è stata condivisa all’unanimità da tutto il Consiglio.

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Jadid trova squadra. Lo ingaggia il Santarcangelo e domenica ripartirà dal “suo” Lumezzane: “Mio figlio pensava fossi diventato scarso, da lì è scattata la molla”

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Che fine ha fatto Jadid? E’ tornato sulle pagine dei quotidiani locali negli ultimi giorni per gli auguri al suo idolo ed ex compagno Roberto Baggio, ma da domenica tornerà a essere un calciatore a tutti gli effetti. E lo farà contro il suo Lumezzane, dove part (bene) la sua carriera da professionista nel 2001 in Serie C1 quando aveva 18 anni. Ora ne ha 33, non è ancora l’età giusta per l’oblio e il Santarcangelo – prossimo avversario dei valgobbini, dove l’allenatore è un altro ex: Michele Marcolini – ha deciso di investire su di lui, lasciato libero dall’Entella con cui l’anno scorso aveva disputato 17 partite in Serie B.

Zobbio, lo sfogo dopo l’esonero: “Dovevo far giocare tre raccomandati e allora ho sbattuto la porta. I giocatori erano disposti a rinunciare ai rimborsi per la salvezza”

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Dopo la lunga querelle, lo sfogo. Franco e netto, attraverso le colonne del Gionale di Brescia. Osvaldo Zobbio, come al solito, non le manda certo a dire. Il suo addio al Montichiari è stato prima voluto dalla società, poi da lui stesso dopo che i giocatori si erano dichiarati disponibili anche a rinunce importanti pur di riaverlo in panchina. Un’imposizione societaria netta, circa l’utilizzo di tre giocatori “protetti”, lo ha però mandato su tutte le furie facendo saltare il secondo mandato.

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Alfredo Magni parla del quasi diciottenne Donnarumma: “E’ il mio orgoglio, ma può ancora migliorare”

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Gianluigi Donnarumma tra quattro giorni diventerà maggiorenne. Oggi, dalle colonne del Corriere della Sera, il bresciano Alfredo Magni (che è il suo preparatore sin dalle giovanili del Milan, ora lo segue anche in prima squadra) ha parlato di lui in una lunga intervista nella quale, oltre a tessere le lodi del suo pupillo, ne racconta i lati più segreti.