Le sue parole hanno fatto il giro del web e oggi sono finite pure sulla 'Gazzetta dello Sport'. Il bresciano Marco Ruffini (ex Carpenedolo), che domenica era capitano del Castiglione (Lega Pro 2) al posto dello squalificato Pini (altra conoscenza bresciana), si è sfogato con i giornalisti al termine della partita, l'ennesima, persa in casa dalla sua squadra contro il Monza. Un ko che profuma di Serie D, quasi inevitabile.
Lo sfogo è stato rivolto sopratttutto ai ragazzi più giovani, facendo emergere un problema a volte taciuto ma ormai chiaro nel marasma di una stagione anomala come questa che prelude alla nuova Lega Pro, con 3 gironi in un campionato unico da 20 squadre ciascuno.
"Non è una situazione facile - ha detto - infatti sono uscito subito dallo spogliatoio altrimenti, dopo quanto visto in campo, avrei preso a sberle qualcuno. Ve lo giuro. Certi comportamenti di alcuni ragazzi che l'anno prossimo sono già certi del contratto, al contrario di me e dei miei compagni che non l'hanno, e che giocano in punta di piedi, mi fanno proprio venire il nervoso. Sono uscito subito perché non so cosa sarebbe successo. So che sono parole pesanti, ma me ne assumo le responsabilità. Magari sarà una dichiarazione che farà svegliare certi ragazzi: sono comportamenti che non ho mai visto altrove. A me non frega niente se tutti dicono che siamo spacciati: io vado sul campo e lotto sempre per questa squadra. Alcuni non hanno attaccamento a questa squadra".
Parole che sono macigni, finalmente - aggiungiamo - qualche dichiarazione fuori dai denti in un clima di omertà quasi assoluta che avvolge il mondo del calcio.