Ci sono momenti nei quali è giusto smettere, anche se stavolta l'addio è amaro. Ma Sergio Lupi, 42 anni, uno dei portieri più forti degli ultimi 20 anni tra i dilettanti bresciani, stavolta ha deciso che era davvero l'ultima partita. Con un particolare singolare, però: la sfida finale del campionato per la Bassa Bresciana, contro il Real Dor, non l'ha giocata. C'era la comunione della figlia Benedetta e "ho deciso che anche la partita della vita, come era quella di domenica (persa, ndr), non valeva la gioia di mia figlia. Non pensavo di arrivare ai play out, avevamo programmato la data da mesi e da mesi la mia bambina mi ripeteva che era la sua festa e non potevo mancare. L'avevo promesso".
Lupi lo spiega in un'intervista rilasciata al Giornale di Brescia, nella quale ricorda anche "quella volta in cui feci da testimone a mia sorella al matrimonio. Era il 2003, ci giocavamo il campionato con il Castrezzato all'ultima giornata: la accompagnai in chiesa, andai a giocare e tornai per il dolce. Non mi parò per 4 mesi...".
Sergio, fornaio di professione e calciatore per hobby, spiega le differenze tra il 'suo' calcio e quello di oggi: "Con certi ragazzi mi sembra di parlare un altro linguaggio, scappano via dopo allenamento senza nemmeno una birra. Non sanno nemmeno con chi giocano la domenica...". Ci mancherà.