Valerio Di Cesare di professione è difensore, seppur con il vizio del gol. Ma oggi è andato all'attacco. Il giocatore del Brescia non ci sta e replica alle accuse mossegli dal presidente dell'Entella (chiedeva 10 giornate di squalifica, oggi il giudice sportivo non è intervenuto per sanzionare il bresciano con la prova tv) e amplificate, a suo dire, da alcuni organi di stampa, dopo l'intervento falloso ai danni di Ivano Baldanzeddu che costringerà quest'ultimo a rimanere lontano dai campi da calcio per un anno.
In una conferenza stampa organizzata appositamente dal Brescia Calcio, nel quale il giocatore è stato sostenuto anche dal Dottor Ragazzoni, da mister Iaconi e dal capitano Zambelli, Di Cesare ha spiegato così la sua versione dei fatti: "Mi dispiace, ma credo si veda anche dalle immagini che non volevo fare male all'avversario. Ero in anticipo e ho preso la palla, poi sullo slancio la mia gamba è andata sulla tibia di Baldanzeddu. E' un infortunio brutto da vedersi, ma non potrei giocare a calcio se ogni settimana entrassi in campo per far male all'avversario. Mi ha dato fastidio leggere un articolo in cui venivano ricordati avvenimenti che non avevano nulla a che fare con l'incidente di sabato. Adirò le vie legali. Capisco le critiche e lo sfogo del presidente dell'Entella, non quelle dei giornalisti. Io non mi sarei dato il rosso, l'avevo di fianco e non davanti: ho preso la palla e sono andato, ripeto, sulla palla. A Baldanzeddu ho chiesto scusa, l'ho chiamato ieri sera. La mia paura è che qualcuno, anche gli arbitri, possano essere condizionati da questa vicenda. E' stata solo casualità".