“Il mio sogno? Diffondere questo prodotto nel mondo dilettantistico bresciano e magari, un giorno, farlo entrare tra i professionisti. A lungo termine sarebbe fantastico aprire un negozio interamente dedicato ad articoli sportivi per portieri”.
Ha le idee chiare Alex Rinaldini, portiere dilettante che si è gettato a capofitto in un’avvincente sfida imprenditoriale part time lanciando la linea di guanti Uno. “Per ora – racconta – si tratta semplicemente di un diversivo rispetto al mio lavoro, che mi impegna già otto ore. Ho unito l’esperienza da portiere alla mia storica passione per gli articoli sportivi”.
La scintilla è scoccata ad ottobre, nei sei mesi successivi un susseguirsi di appuntamenti per un work in progress dalla progettazione alla diffusione, passando per ricerca del fornitore e produzione. Quattro i colori della prima linea lanciata da Uno.: nero, bianco, rosso, blu. “Sono le tinte più diffuse tra le scarpe da calcio e credo che il senso estetico e gli abbinamenti abbiano grande importanza sia tra guanto e scarpa sia tra guanto e divisa da gioco. Per il resto so cosa vogliono i portieri e sebbene ognuno abbia le sue preferenze i primi riscontri che ho avuto sono stati ottimi. Una grande iniezione di fiducia per il futuro”.
Un futuro che, nella filosofia di Uno., affonda le sue radici nel passato. “Ho voluto tornare indietro nel tempo, puntando sulla semplicità dei layout e sulla qualità del guanto, senza fronzoli e nel segno della soemplicità. Una volta si andava a comprare fisicamente il guanto, lo si toccava con mano. Ora si fa tutto online e credo sia un peccato. Io sono per le abitudini di un tempo e sto provando a convincere alcune società della provincia a tornare alle sane abitudini, come omaggiare i portieri con un guanto ad inizio stagione. Stanno aderendo in parecchi, anche perché il mio è un prodotto che garantisce un buonissimo livello di soddisfazione a costi davvero contenuti. Alle società, infatti, propongo tre paia in promozione a 100 euro”.
Per i singoli portieri, invece, il prezzo è 39. “Parecchi colleghi li stanno indossando ai tornei notturni. I loro feedback sono davvero positivi. Per loro c’è la possibilità di uscire fuori dal coro e avere un prodotto unico, diverso, in anteprima. Saranno sicuramente i primi a conoscere la nuova linea, che è già nel mio cassetto. Gli affari? Ad oggi ho praticamente già coperto l’investimento fatto, ma i primi utili andranno immessi subito in un ulteriore rilancio del progetto, che mira anche alla creazione di protezioni, sempre più indispensabili sui campi di oggi”.
Il tuffo di Rinaldini, dunque, è verso l’alto. “Faccio un passo alla volta, ma ho grande entusiasmo, lo stesso che sentivo dentro da bambino quando volevo andare a scuola con le scarpe da calcio. Crescendo sono diventato un appassionato di scarpe (colleziona anche Sneakers da basket ndr) e più in generale del brand Nike. Mi ispiro a loro come azienda, filosofia e linee, anche se devo ammettere che le Predator del ’98 di Del Piero probabilmente sono state le migliori scarpe di sempre. Sui guanti, però, non c’è sfida”. In attesa di Uno…
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