Lo storico risultato raggiunto in Champions League, con le qualificazioni agli ottavi di finale per la massima competizione europea, da parte dell’Atalanta, la rende la vera sorpresa di questo campionato di Serie A.
Nonostante il Cagliari possa sembrare il favorito al premio squadra rivelazione del campionato in corso, grazie al suo quarto posto davanti a due grandi club come Roma e Napoli, è l’Atalanta ad essere la vera vincitrice morale. Un successo inaspettato quello che è arrivato con l’ultima gara di Champions League contro lo Shakhtar, uno 0-3 che risulta ancora più significativo contando le rivali del girone C, come il City, che gli ha regalato l’accesso agli ottavi di finale.
Un entusiasmo e una performance che ha convinto anche i migliori siti di scommesse, una cui lista dei migliori e legali è disponibile su italcasino, che hanno visto volare le sue quotazioni nelle ultime giornate, così come per la prossima Bologna – Atalanta di domenica 15 dicembre.
Eppure non si dovrebbe parlare di sorpresa, piuttosto di programmazione, capacità di pescare nel sottobosco dei giovani, e ancora “genialità nel saper vendere i giocatori a cifre che non raggiungeranno mai più in carriera, maestria nel saperli sostituire, metodo nel riuscire a integrarli nella «macchina Gasperini», che poi è una sorta di campo militare dove resistono in pochi e se non ce la fanno vengono gentilmente accompagnati all’uscita (vedi Martin Škrtel)”, come sostiene su Libero Fabrizio Biasin.
Il segreto di questa squadra sta nella ricetta di mister Gasperini, un allenatore anche fin troppo sottovalutato alle volte. Ha impostato una squadra improntata sull’attacco offensivo, grintoso e partecipato: tutti concorrono al medesimo obiettivo, dal portiere all’attaccante, tutti pronti a impostare una tattica gol.
L’allenatore che riesce a mantenere unito il suo spogliatoio, che sveste i panni austeri per ricoprire quelli della goliardia al momento dei festeggiamenti, è uno stimolo per i suoi ragazzi al contesto di squadra anche fuori dal campo. Gli onori spettano anche alla famiglia Percassi, da sempre patron della ormai non più piccola realtà calcistica bergamasca, da sempre incentrata su una pianificazione minuziosa per spingere sempre più oltre la propria società.
Una strategia questa che risuona strana in un contesto calciofilo che ci ha abituati ai giochi chiusi, alla difesa e alle urla, così come la richiesta di nuovi giocatori dal mercato alla prima difficoltà, o a panchine che saltano per due sconfitte di fila.
Il rigore e il carisma di questo coach invece, sembrano premiare davvero il bel calcio. Un club da prendere come esempio, al di là dell’epico risultato raggiunto alla prima partecipazione nella massima competizione continentale.