Mister Berlinghieri, ventesimo abbonato. "CBS voce dei dilettanti. A Darfo coltiviamo talenti"

Il nostro abbonato numero 20 è Roberto Berlinghieri (nella foto al fianco di Edo Conti), tra i primi a sottoscrivere lo scorso dicembre la membership premium prevista dal CBS Club.

Lunghissima la sua esperienza in panchina, a cominciare dai settori giovanili di Brescia Camuna e Ortofrutticola, dove vinse il Trofeo Bresciaoggi contro il Lumezzane per poi approdare al Vallecamonica, dove nel 2007 alzò al cielo la Coppa Italia. Significativa anche la breve esperienza all’Orsa Iseo in Eccellenza, poi Breno, Sebinia (vittoria dei play-off di Prima), Bienno (successo in Coppa Lombardia), infine il neroverde del Darfo, alla guida degli Juniores regionali.

“Seguo quotidianamente CalcioBresciano – ci racconta il mister -. La domenica consulto il sito per i risultati dei dilettanti; durante la settimana leggo gli articoli. Questo progetto è importante per tutto il movimento dilettantistico ed è una vetrina considerevole per i giovani. Penso soprattutto a rubriche come ‘Identiquota’. Io non mi perdo nulla, conto molto anche sugli aggiornamenti di calciomercato. Ho apprezzato molto i nuovi contenuti lanciati in questi mesi e il salto di qualità dal punto di vista grafico. La mia vita ruota intorno al calcio, soprattutto quello locale. I professionisti mi appassionano molto meno”.

Un’adesione convinta quella del mister: “L’abbonamento annuale non mi pesa affatto. Credo sia giusto così. I servizi offerti evidenziano che dietro le quinte c’è un lavoro importante che richiede sempre più tempo, impegno e professionalità. Un valore che va sostenuto e incentivato perché duri e possa crescere. E poi, parliamoci chiaro: si paga il biglietto per andare allo stadio a vedere i dilettanti, perfino le giovanili regionali su parecchi campi. Due euro al mese per leggere CalcioBresciano ci stanno eccome”.

I suoi juniores sono in lizza per il titolo: “Abbiamo una squadra giovanissima, siamo secondi dietro alla Trevigliese. È un campionato equilibrato e le avversarie di valore non mancano: dalla Vighenzi al Carpenedolo, passando per Bedizzolese e Governolese. La migliore, a livello di gioco, credo che sia il Lumezzane”.

Meglio allenare gli adulti o i giovani? “Operare nelle giovanili mi permette di gestire meglio gli equilibri tra calcio e lavoro. Facendo i turni non è semplice. Mi sono trovato bene in entrambi gli ambiti, diciamo che in prima squadra i risultati condizionano tutto, mentre con i ragazzi si pensa alla loro crescita, ci sono pressioni inferiori. Di certo il calcio è cambiato molto da quando iniziai ad allenare, soprattutto il rapporto con i genitori. Oggi sono molto esigenti, le loro richieste si spingono oltre i limiti, anche con le società. Un tempo l’unico pensiero era portare i bambini e i ragazzi a divertirsi e a giocare. Mamme e papà intervenivano solo quando occorreva davvero. Ora sono lamentele continue. Seguirli è giusto, ma bisogna fidarsi e affidarsi a dirigenti e allenatori selezionati e preparati. Vedo scarsa fiducia”.

Mister Berlinghieri, invece, non è cambiato molto: “Ho sempre preteso molto da me stesso, dal mio staff e dalla squadra. Forse troppo. Sono fatto così. Tornare in una prima squadra? Con un progetto importante valuterei, ma mi trovo benissimo a Darfo, dove ho un presidente fantastico. Venturi è una persona meravigliosa, senza di lui non ci sarebbe questa società”.

Nei mesi scorsi Berlinghieri ha sperimentato anche l’esperienza di avere un figlio in rosa. “Ora è andato al Pianico. È un 2002. L’ho allenato per diverso tempo e non credo sia impossibile gestire un legame di questo tipo da allenatore. Sicuramente il ritorno a casa in auto dopo le partite è intriso di discussioni, ma con lui sono sempre stato imparzale, forse anche un pizzico più severo. Ora gioca in Seconda, in un club che punta molto in alto”.

In passato è capitato di dover gestire un certo Dario Hubner. “Accadde a Iseo, ma non fu difficile perché Dario è una persona fantastica e umile. Abbiamo un bellissimo rapporto. L’estate scorsa ci siamo trovati per caso a Gallipoli, in vacanza. Nonostante il suo passato ad alto livello sapeva stare nello spogliatoio, mai invadente o arrogante. Certo, il martedì si piazzava sul lettino; il giovedì faceva qualcosa in campo e la domenica era pronto per fare gol. In un girone di ritorno ne fece 20. Un grande”.

Inevitabile, da camuno, gettare lo sguardo sul suo territorio: Preferirei che le società della valle puntassero di più sui ragazzi del posto, che ci sono e hanno potenzialità. Il Breno ha una mentalità professionistica ed è ormai uscito dal contesto territoriale. Il Darfo invece ha intrapreso un percorso diverso, ragionando maggiormente in ottica locale. Sei dei miei ragazzi del 2003 oggi sono in prima squadra, dove Randazzo si sta affermando. Sono belle soddisfazioni. Il problema del calcio camuno è che sotto ai due club principali c’è il vuoto”.

In conclusione, da membro del CBS Club, un consiglio a CalcioBresciano. “Restate sempre fedeli al panorama dilettantistico, siate sempre più i portavoce di questo mondo e di queste categorie, che meritano attenzione e visibilità”.

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