In un clima di festa aziendale pre-estiva, tanti sorrisi e gambe sotto al tavolo per la cena, un mix tra ricevimento di matrimonio e riunione federale tra dirigenti e soci, ieri all’Aquila d’Oro di Ospitaletto si è svolta la serata di fine stagione della delegazione bresciana della LND. Stefano Facchi il padrone di casa; i membri dell’AIA di Brescia, Chiari e Lovere, il Comitato Regionale Lombardia, presidente Carlo Tavecchio in primis, gli ospiti d’onore; le società dilettantistiche bresciane, alcune delle quali premiate durante il convivio, gli interlocutori dell’intera annata, che diventeranno presto quelli della prossima.
Dall’aperitivo al caffè, oltre che dedicare targhe, riconoscimenti e coppe a chi di dovere (vincitori dei campionati, maestri della disciplina, società che hanno ospitato eventi importanti come le finali di Coppa Brescia – Trofeo BresciaOggi, lo stesso quotidiano locale, lo sponsor etico Olympia Athletic Team, …), c’è stato tempo e modo per toccare temi particolarmente delicati del contesto calcio dilettantistico.
L’intervento dell’ex principale dirigente della FIGC nazionale, oggi sceso alla gestione regionale, ha attirato le maggiori attenzioni. Un po’ per i contenuti, un po’ per la forma sempre molto teatrale del politico. Carlo Tavecchio prende subito la scena: “Siamo il Comitato più importante d’Italia, anche se non ci viene riconosciuto. Ricopriamo un ruolo sociale molto importante, anche attraverso il lavoro di voi società, ma Comuni ed enti governativi non lo considerano. Con la nuova stagione passeremo dalla staticità al dinamismo”.
“Presto definiremo la questione che riguarda il numero di squadre per girone, se 16 o 18 (pochi minuti fa è uscita una nuova comunicazione dal CRL che tratta questo argomento, che tratteremo in un pezzo separato, ndr). Vogliamo garantire la promozione non solo a chi vince il campionato, ma anche a chi vince i playoff”. Ovazione della sala.
Anche più interessante la riflessione avanzata dal vicepresidente vicario Marco Grassini sull’annoso problema delle licenze agli allenatori: “Stiamo pensando ad una sanatoria per i cosiddetti patentini, magari utilizzando la formula usata l’anno scorso durante la pandemia, che non teneva conto delle graduatorie e che per il largo consenso era stata portata avanti da remoto. Oppure chiedere alle singole società di fare i nomi dei candidati tra i propri tesserati. Ad ogni modo sulle 6.000 richieste inoltrate quest’anno ne abbiamo accettate oltre 2.000, numeri importanti”. Va detto che, senza il sistema della graduatoria, che scoraggia chi sa di non avere un punteggio “da corsa”, le richieste sarebbero state un multiplo del numero dato. Per ora (e da qualche anno) siamo ancora alle promesse.
Significative anche le parole di Emilio Ostinelli, capo delegazione regionale dell’AIA: “Quello bresciano è stato l’unico Comitato a non lasciare scoperta nemmeno una partita dei dilettanti, grazie anche alla collaborazione delle sezioni di Chiari e Lovere. Complimenti. Per ovviare alle moltissime gare da coprire vi chiediamo di pensare alla possibilità di anticipare qualche partita a settimana al sabato, per noi molto più libero. Inoltre col doppio tesseramento abbiamo fatto un passo storico: dite ai vostri ragazzi di provare a seguire il corso arbitri, potranno sia arbitrare che continuare regolarmente a giocare a calcio”.
Prima, durante e dopo le premiazioni, dall’accoglienza al saluto all’anno prossimo, è rimasta centrale la figura del presidente della LND Brescia, Stefano Facchi. A lui si deve il buon esito della serata e, almeno come responsabile capo, anche quello della stagione sportiva: “Devo ringraziare la mia squadra, che ha lavorato tanto e bene. Ringrazio anche tutte le società che compongono questo grande movimento. Siamo soddisfatti di com’è andata quest’anno e siamo pronti per continuare. Le idee non ci mancano”.
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