Federazione e Aia uniscono le forze e lanciano l'appello: "Gioca da arbitro, arbitra da calciatore"

L’alleanza tra arbitri e società è ormai entrata nel vivo con la complicità della federazione, che chiama a raccolta tutti gli attori protagonisti del calcio nostrano.

Il messaggio è arrivato forte e chiaro da Montichiari, dove la scorsa settimana si è svolto un importante incontro che ha visto spalla a spalla due dei più importanti settori giovanili della provincia: quello dei padroni di casa della Voluntas affiancato ai granata della Rigamonti, che al Gardaforum targato Bcc hanno partecipato a un incontro con il presidente dell’Aia di Brescia Alessandro Lo Cicero.

“Gioca da arbitro, arbitra da calciatore” è stato il titolo di un appuntamento che ha visto le formazioni allievi delle due società confrontarsi con il capofila degli arbitri bresciani, assistente di linea in Serie A. Ragazzi coinvolti nella videoanalisi di episodi arbitrali, stimolati ad analizzare il loro rapporto con i fischietti ma soprattutto a valutare una grande opportunità, quella di intraprendere un percorso parallelo a quello di calciatori.

Al tavolo dei relatori c’era anche Giacomo Ricci, vicedelegato della Lnd Brescia. “È bello vedere tanti ragazzi disponibili ad imparare e scoprire cose nuove. Il progetto che presentiamo questa sera ci entusiasma. Il nostro obiettivo, fin dal primo giorno di insediamento, è stato quello di unire le tante persone appartenenti ad ambiti diversi che calcano lo stesso palcoscenico, quello del calcio provinciale. Sono passato anch’io dalle vostre stesse esperienze. Prima calciatore, poi allenatore, dirigente e ora immerso in un ruolo federale. Sognate, guardate lontano, in tutti i campi, perché ci sono tante possibilità oltre al sogno di fare il calciatore. Io non ci sono riuscito, ma qualche anno fa, nonostante avessi già superato i 40 anni, ho preso al volo l’opportunità di diventare arbitro di pallavolo tornando a cullare il sogno di arrivare ai massimi livelli. Missione compiuta. Vi confesso che quando ho arbitrato Italia – Brasile juniores l’inno nazionale mi ha fatto sentire un brivido potente. Forse qualcuno di voi potrebbe diventare un calciatore professionista, ma non escludete a priori la prospettiva di poter arbitrare un Mondiale di calcio”.

A tenere in mano le redini della serata è stato ovviamente Alessandro Lo Cicero: “Tra i nostri obiettivi primari c’è il desiderio di imitare il più possibile la Serie A importando il clima che si respira lì. Se c’è uno spirito cordiale, collaborativo e piacevole dove ci sono ambizioni e interessi economici enormi non vedo perché non si possa vivere il calcio allo stesso modo in ambito dilettantistico e giovanile. Occorre collaborazione tra le parti: federazione, dirigenti, allenatori, giocatori, arbitri, giornalisti, genitori. Facciamo tutti parte dello stesso movimento. Gli arbitri sono ragazzi come voi, hanno la stessa passione, si preparano, si allenano, fanno gruppo. Hanno ovviamente un ruolo diverso, ma vivono lo stesso sport. È assurdo non riuscire a comunicare e stiamo lavorando in questa direzione”.

Insieme a comunicazione c’è un’altra parola chiave: cultura. “Conoscere le regole dello sport è importante. In Italia non funziona così, purtroppo. In altre nazioni si studia il regolamento, qui no. Credo sia necessario creare cultura in questo senso”.

Poi la proposta ai ragazzi. “Il progetto di Figc e Aia mira a creare la doppia figura del calciatore-arbitro. Fino a 18 anni è possibile fare entrambe le cose senza lasciare la propria squadra. È un processo che può garantire enormi benefici al sistema, in cerca di nuova linfa nelle rose dei direttori di gara. Potremo inoltre avvicinare le parti, conoscerci meglio, comprendere le rispettive prospettive e punti di vista. Un’esperienza che, come se non bastasse, può garantirvi uno spiraglio in più. Io sono riuscito ad arrivare in Serie A come assistente e non sono certamente un fenomeno. Giocavo a calcio piuttosto male e ho imboccato una via diversa con pazienza, sacrifici e impegno, come fate voi. Sarebbe grande motivo d’orgoglio per tutti noi avere un arbitro bresciano in A. Manca da quarant’anni”.

Il primo step per i ragazzi che aderiranno è rappresentato dal corso formativo: 8 lezioni nell’arco di un mese in cui vengono spiegate le regole, la gestione di movimenti in campo e le modalità per prendere le decisioni. Un programma intensivo e coinvolgente. Dopo l’esame la formazione diventa subito pratica in campo, con l’affiancamento ad un tutor per un periodo di 2-3 gare. I corsi si svolgono in ogni sezione. Quella bresciana ha sede all’interno dello stadio Rigamonti, ma si possono seguire le lezioni anche da remoto.

“Consiglio fortemente di partecipare al corso – conclude Lo Cicero –, e di fare passaparola tra i vostri compagni e amici. Vogliamo abbattere ogni barriera ed evolvere il modo di ragionare degli sportivi facendo fronte comune. È tempo di passare alla concretezza. All’inizio non sarà facile, ma con il tempo ce la faremo”.

Giorgio Gaggiotti, direttore generale della Rigamonti, non ha dubbi: “Per anni sono stato il nemico pubblico numero uno degli arbitri, quindi se sono convinto io della bontà dell’iniziativa significa che si va sul sicuro per davvero. Oggi il vento è cambiato e questa opportunità è da cogliere al volo perché aiuta i giocatori a rivalutare la figura dell’arbitro, calandosi nei suoi panni e facendo un’esperienza formativa e divertente. Finora abbiamo sbattuto contro un muro, oggi le porte sono aperte. Se dopo tanti anni in cui auspichiamo comunicazione, collaborazione e crescita reciproca non andiamo incontro a questo progetto significa che siamo degli incoerenti. Credo che più calciatori arbitreranno più ci sarà sviluppo nel settore e nei rapporti. I calciatori daranno la loro esperienza tecnica; gli arbitri ci metteranno conoscenza e formazione. Un mix vincente. Auspico che i ragazzi della Rigamonti aderiscano numerosi. A chi farà il corso arbitri verrà azzerata la retta stagionale. Ricordo anche che gli arbitri percepiscono dei rimborsi per la loro attività, un incentivo in più. Ci sono tutti gli ingredienti per aderire”.

Entusiasta anche Alessandro Bresciani, direttore generale della Voluntas Montichiari: “Coinvolgeremo in incontri come questo anche i gruppi appartenenti alle altre categorie. Credo che il fronte culturale sia decisivo per la buona riuscita di progetti di questo tipo e per restituire qualità e sviluppo al nostro calcio. Occorre un cambio di marcia da questo punto di vista sia in ottica formativa sia dal punto di vista della conoscenza reciproca e delle relazioni umane. Sono convinto che se faremo sinergia su questo campo il calcio bresciano potrà fare la differenza nei prossimi anni”.

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