“La mia speranza è che il Brescia possa evitare la retrocessione. Sarebbe una condanna che la città non merita”.
È questo il primo pensiero del sindaco Emilio Del Bono, espresso davanti ai microfoni di Bresciaingol.
“Per il futuro – ha affermato il primo cittadino – servirebbe una rete imprenditoriale disponibile ad investire sul calcio come in altre discipline sportive, che vanno bene, come basket, pallavolo, pallanuoto e pallamano. In questi anni ho fatto diversi tentativi, non sono mai stato distratto sul tema, ma non ho trovato piena disponibilità. La maggior parte degli imprenditori non sentono il mondo del calcio professionistico come il contesto ideale in cui investire. Pasini? Ci ho provato, ma sta bene a Salò. Il grande salto in città lo spaventa, preferisce un’atmosfera più intima e tranquilla”.
Del Bono dribbla ogni possibile polemica a distanza con il Brescia Calcio. “L’approdo di Cellino fu favorito da Bonometti e dalle banche, il Comune non aveva voce in capitolo. Non sono a conoscenza di come fu gestita la trattativa, quindi non posso esprimermi. Non posso parlare male di Cellino, che ha sempre avuto parole di gradimento nei miei confronti. Sul contratto relativo allo stadio stipulato con il Brescia abbiamo fatto una manifestazione di interessi alla quale ha aderito il Brescia Calcio. Le condizioni erano già stabilite e loro hanno aderito, nulla di strano”.
Sui possibili acquirenti il Sindaco è netto. “Gli australiani? Una favola. Incontrai una delegazione anni fa, poi più visti. Dissi loro che stadio e società erano qualcosa su cui ragionare in blocco, che è doveroso sia così. Funziona in questo modo in tutta Europa. Dovrà accadere anche a Brescia: se una società intende realizzare un nuovo stadio dovrà depositare in Comune un progetto. Qui nessuno l’ha mai fatto. Cellino stesso non si è mai mosso per acquistare lo stadio. Che ci siano potenziali acquirenti è emerso dalle pagine dei giornali, su eventuali ulteriori dettagli non so nulla”.
Sul tema stadio nessun dubbio: “A mio avviso va riqualificato il Rigamonti, che è raggiungibile con la metropolitana, ha già una destinazione sportiva, non richiede di consumare terreni altrove o fare speculazioni immobiliari. A Brescia deve accadere che il club investa sul suo stadio, come è successo a Bergamo, Udine e Sassuolo. Sarebbe la soluzione più rapida ed efficace”.