Torneo di Gavardo: i ragazzi di Milan e Shakhtar confezionano un messaggio di pace

La partita che conta di più, il risultato che conta di meno. Non solo e non tanto perché gara d’esordio del girone C, il cui esito lascerebbe comunque chance di passaggio del turno ad entrambe le contendenti; quanto perché sul campo in erba naturale di Gavardo scendono in campo le maglie arancione acceso dello Shakhtar Donetsk. Gli ucraini, rifugiati da qualche mese in Croazia, sono gli ospiti più attesi del Torneo Internazionale del Garda e Vallesabbia. Con loro, assieme al Milan, si è reso presente un messaggio di pace e speranza diffuso tra i tanti presenti del centro sportivo “Wojtyla”. Un messaggio che non ha bisogno di interpreti per essere tradotto.

Ci sono anche bimbi sotto età nella rosa ucraina, 2011 che hanno già compiuto i 12 anni, e che quindi possono essere della partita (lo saranno), e coetanei che devono ancora compierli, e che quindi possono solo guardare. “Ci spiaceva lasciarli da soli, non portarli con noi”, spiega Sofia, accompagnatrice della squadra e unica persona che parla inglese del gruppo, dalla quale si deve necessariamente passare per riuscire a comunicare. Ciò che le lingue così distanti dividono, il pallone unisce.

L’incontro porta con sé valori calcistici importanti e condivisi. Il 4-3-3 dello Shakhtar è costituito da ragazzi capaci tecnicamente, coraggiosi nel giocare palla anche sotto pressione, ma che pagano una differenza fisica che scaverà un piccolo divario con l’avversario. Il Milan si schiera a specchio e propone immediatamente un’aggressività ad altissimo voltaggio: quella pressione alta di cui sopra, baricentro rivolto in avanti, qualità nel conservare la sfera una volta recuperato il possesso. Con queste premesse succede che per gran parte della gara si giochi nella metà campo ucraina.

Nella prima frazione arrivano perlopiù tiri da fuori milanisti, alti o larghi. Ferrario è l’unico dei suoi che inquadra la porta, ma Kovalenko è attento. Nella ripresa mister Mondini riposiziona le sue pedine secondo un 3-5-2 e col passare dei minuti cambia quasi tutti gli effettivi. Non cambiano atteggiamento e princìpi, bensì la possibilità di attaccare gli spazi esterni. Katrete veste la 19 e in pochi minuti si trasforma in un mini Theo Hernandez, anche se la fascia è quella destra. Al 12′ è lui a dare il “la” all’azione decisiva: corsa sul fondo, palla dentro ribattuta dalla difesa e raccolta da Carbone, calcio in porta che sul percorso trova il tacco di De Nicola. Istinto e tecnica del numero 11 regalano un 1-0 che andrà a referto come risultato finale.

L’1-1 tra Cremonese e Südtirol fa il gioco sia del Milan, primo da solo, che dello Shakhtar Donetsk, che ha tutto il tempo per rimediare alla sconfitta dell’esordio. Ma comunque andrà, gli arancione acceso hanno già vinto.

 

POST PARTITA

Di fronte ad una vittoria di misura ma ampiamente meritata mister Lorenzo Mondini guarda a quanto si può migliorare: “Pretendiamo sempre molto. Il pelo nell’uovo è ciò che ci portiamo dietro da un po’ di tempo: vorrei meno frenesia nella zona di finalizzazione, per concretizzare un po’ di più. Ma fa parte della crescita dei ragazzi. Tra un tempo e l’altro sì, abbiamo cambiato sistema, è una cosa che facciamo spesso indipendentemente dalla partita, perché pensiamo che a livello formativo saper interpretare più posizioni in campo possa aiutarli nella crescita. La gara era speciale per i motivi che sappiamo, ma in parte anche per noi, perché uno dei nostri giocatori, Bogdan Begmetyuk, è ucraino. Era molto emozionato”.

Ed emozionati erano anche gli avversari, sia durante il gioco, sia nel post, avvicinati proprio dal connazionale Bogdan per condividere una foto insieme. L’istantanea di un pomeriggio di calcio e speranza.

 

MVP

Nonostante i chili e i centimetri, esigui rispetto alla media, Emanuele Carbone è il perno attorno al quale si muove il gioco dei rossoneri. Nel centrocampo a tre il regista è il compagno Bernabè, sulla carta, ma lui da mezzala dinamica è costantemente a disposizione dei compagni. Sa inoltre inserirsi coi tempi giusti, guidare palla, alleggerire con passaggi semplici o illuminare con tracce taglia linee complesse. Testa alta, ottima tecnica individuale e buona parte del merito sul gol: è lui a calciare in porta, De Nicola ne corregge solo la traiettoria.

 

SHAKHTAR DONETSK – MILAN 0-1
St 12′ De Nicola

Shakhtar Donetsk (4-3-3): Kovalenko; Sydii, Karcha, Misura, Budiak; Mamunia, Blokhin (13′ st Usenko), Rotar; Hotra, Abramov (15′ st Pavlinov), Konovchenko (9′ st Al Dalaim). A disposizione: Cherchenko, Kyryl Savin, Varvaruk, Smoliak, Koval, Vovchenko. Allenatore: Artem Savin.

Milan (4-3-3): Marchini; Argint (1′ st Begmetyuk), Colombo, Romano, Ghislini (1′ st Marcirello); Carbone (13′ st Sorrentino), Bernabè, Piazza (1′ st Esposti); Borsa (7′ st De Nicola), Ferrario, Marasco (1′ st Katrete). A disposizione: Galimberti, Cerchier. Allenatore: Mondini.

Arbitro: Lorenzo Bogna di Brescia.

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