Nel percorso verso la maturità, lo 0-1 con la Lazio vale come l’1-0 al Vicenza. Quello che la vittoria meritata ed inebriante aveva dato all’esordio, non cozza ma si sposa con la prestazione messa in campo dai ragazzi di mister Filippini nel secondo impegno contro i quotatissimi laziali. Grande sofferenza e resistenza strenua nel primo tempo, idee e forza per rigirare l’incontro nel secondo. Alla fine la differenza la farà la qualità superiore degli aquilotti, quella capace a parità di occasioni di convertire un maggior numero di reti. Ma il Gavardo può pensare al suo sabato con rinnovate speranze di storico passaggio ai quarti del Torneo Internazionale del Garda e Vallesabbia.
La seconda giornata del girone D presenta le sconfitte della prima uscita da una parte (Nizza-Vicenza) e le vittoriose dall’altra (Gavardo-Lazio). Filippini sceglie di rinunciare alla tecnica dei suoi due scugnizzi del 2010, Pietro Neboli e Ronchi, ridisegnando i suoi con un 4-3-3 più strutturato. Dall’altra parte coach Grassi va sicuro con un 3-4-3 ideale per creare triangoli e rombi su tutta la superficie di gioco. Se gli aquilotti non hanno ancora preso un gol nel torneo è anche perché per gran parte del tempo sono loro a gestire palla e ritmi. I gialloneri passano 20′ a correre tanto e vederla poco, irretiti dal palleggio laziale. Andare al riposo sullo 0-1 non è poi così male.
Paludi colpisce in apertura, sfruttando una palla persa in uscita sul centro sinistra per entrare in area tenendo botta ai chili di Bisotti per aprire il piatto mancino e superare Gosetti. Il numero uno locale sarà tuttavia grande protagonista della frazione, opponendosi due volte a Salvati. Unico squillo del Gavardo una botta dai 25 metri di Blotski, potente ma centrale. Un effetto il numero 5 lo ottiene: scuotere la squadra.
Che, nella ripresa, torna ad essere sé stessa. Entra Ronchi che trasforma il 4-3-3 nel 4-2-3-1 visto coi veneti: è lui ad interpretare il vertice alto. Ad interpretarlo alla grande, va aggiunto. Nei primi 3′ trova per due volte lo spazio per calciare dal limite dell’area, sibilando il palo. In più occasioni va a ricevere negli spazi vuoti e mostra una proprietà di conduzione per la quale non è possibile portargli via la sfera. La Lazio cambia ben sei giocatori e perde un po’ i suoi riferimenti. Il Gavardo ha così due chance colossali: la prima è potenziale, perché l’arbitro non vede un fallo in area di Cianchetti su Bonzi; la seconda è effettiva, uno stacco imperioso in area di Bisotti che sorvola di nulla la trasversale.
Sul campo 2 il Nizza batte 2-1 il Vicenza, il che significa due cose: il Gavardo finirà come minimo terzo e, in caso di vittoria coi francesi, potrebbe ancora realizzare il sogno della vigilia, raggiungere per la prima volta la final eight. Non basterà invece un pareggio: l’equilibrio di scontri diretti e differenza reti verrebbe spezzato dal gol in più all’attivo archiviato dai rossoneri.
POST PARTITA
Mister Alberto Filippini si rammarica per essere andato molto vicino al secondo risultato positivo, ma non si lamenta della giornata del suo Gavardo, anzi: “Con un gol in più avremmo potuto addirittura mirare al primo posto, ma direi che oggi è andata bene lo stesso. Se ieri mi avessero detto che avrei vinto col Vicenza e avrei perso solo 1-0 con la Lazio avrei messo la firma. Ho fatto la scelta di cambiare sia modulo che interpreti, per coinvolgere un po’ tutti. Nel primo tempo ci han fatto girar la testa, nel secondo anche grazie ai cambi abbiamo trovato delle soluzioni che ci han permesso di sfiorare il pareggio”.
Già qualificato ai quarti di finale del torneo, il tecnico laziale Matteo Grassi si gode il momento: “Sono molto contento della prestazione dei ragazzi, ho visto grandi passi avanti rispetto alla gara col Nizza in cui eravamo stati più contratti, d’altronde la prima partita di un torneo è sempre complicata da affrontare. Ho visto un grande approccio, una mentalità che cerchiamo di allenare da inizio anno. Abbiamo avuto il controllo delle operazioni specialmente nel primo tempo, che avremmo potuto chiudere con un margine superiore. L’imbattibilità? Quando non si subisce gol il merito nasce dall’atteggiamento di tutta la squadra, è quello che stanno dimostrando i ragazzi”.
L’allenatore capitolino non si limita ad elogiare i suoi: “Faccio i complimenti anche al Gavardo, che ha fatto una prestazione tosta, rimanendo in gara fino alla fine. Complimenti anche all’organizzazione del torneo, a tutte le persone che operano per rendere questo evento affascinante, credo ci stiano riuscendo appieno. La cornice merita, le squadre sono tutte importanti, è un piacere essere qua”.
MVP
La partita della Lazio ha due facce, forse anche il suo torneo. Per gran parte del match con il Nizza e nel secondo tempo di quello col Gavardo gli azzurri appaiono titubanti ma sanno soffrire; nei minuti restanti dimostrano di avere la confidenza giusta per controllare il gioco e far valere la propria superiorità tecnica. Per poter passare dall’uno all’altro stato servono fiducia e solidità. Ecco quindi che entra nel discorso Gianmarco Ricci e la linea a tre difensiva da lui autorevolmente guidata. Il capitano è impeccabile nei tempi delle chiusure e nella marcatura; stritola Mabellini, pericolo numero uno avversario già decisivo contro il Vicenza; detta i movimenti ai braccetti laterali; ma dimostra ugualmente tranquillità e padronanza con la palla al piede, orientando il primo palleggio basso per poi uscire con palloni puliti verso il cuore del gioco, qualche metro più avanti. Personalità da vendere.
GAVARDO – LAZIO 0-1
Pt 4′ Paludi
Gavardo (4-3-3): Gosetti; Volpi, Ionita, Bisotti, Bonzi (19′ st Andrea Neboli); Blotski, Pascoal (7′ st Ronchi), Rosu; Pasini (1′ st Giannetta), Mabellini, Marchesi (1′ st Benuzzi). A disposizione: Tebaldini, Pietro Neboli, Sene, Scannapieco, Lopeboselli. Allenatore: Filippini.
Lazio (3-4-3): Cau; Cianchetti (16′ D’Innocenti), Ricci, Tocci; Bocchino (15′ st Germani), De Vincenzo (18′ Pacolini), Berini, Reuben (20′ st Marinelli); Paludi (10′ st Petronzi), Ionta, Salvati (8′ st Umana). A disposizione: Orlando. Allenatore: Grassi.
Arbitro: Alessia Giannini di Brescia.