Gara del cuore, domani alle 17.30, per il Lumezzane del presidente Andrea Caracciolo: ad attenderlo c’è l’Alcione, proprio la società nella quale un giovane Andrea fu spostato da difensore a centrocampista: la svolta che ne ha cambiato la carriera. Di questo, e di altri temi, oggi l’Airone ha parlato ai quotidiani locali Giornale di Brescia e Bresciaoggi.
«Sono arrivato all’Alcione all’età di circa 14 anni – ha raccontato – Ho disputato lì due annate nella categoria Allievi e proprio in quel periodo è iniziata la mia trasformazione in campo. Avevo infatti iniziato da difensore e lì mi sono spostato a centrocampo. Sono stati due anni che mi hanno permesso di crescere e di diventare l’attaccante che sono stato poi. L’Alcione lo ricordo molto volentieri, abitavo a Cesano Boscone, andavo ad allenarmi in
viale Kennedy a Milano con il motorino. Mi sono divertito. Era una società molto attenta al settore giovanile e spesso primeggiavamo nelle sfide di Milano.
Eravamo un bel gruppo con dirigenti fantastici che purtroppo ho smesso di sentire da tempo, ma anche oggi quando mi chiedono dell’Alcione ne parlo benissimo e mi evoca emozioni positive».
«Ero sicuro che l’Alcione avrebbe costruito una squadra forte – ha concluso – perché ha dirigenti competenti e un settore giovanile di tutto rispetto. Certo, pensare a quello che ci sarà in palio domani mi riempie d’orgoglio, sia perché noi siamo quarti, sia perché una societàcome l’Alcione per cui simpatizzo è terza in un campionato professionistico trasmesso in diretta tv su Sky. È una cosa che mi rende davvero fiero».