La mia Napoli e Maradona: parla Ottavio Bianchi

Ospitaletto sogna e lo fa in grande, i primi quattro mesi della stagione calcistica 2024/2025 sono stati un successo: primato in classifica a +3 sul Desenzano, miglior attacco del Girone B e seconda miglior difesa.
La consueta cena di Natale degli “Orange”, quest’anno organizzata presso la “Tenuta Montina Franciacorta” a Monticelli Brusati, è stata l’occasione per celebrare una prima parte di stagione estremamente soddisfacente per la società del presidente Taini.

Ospite della serata è stato Ottavio Bianchi, allenatore del Napoli di Maradona con cui vinse uno storico scudetto nella stagione 1986-1987.
E’ proprio sul rapporto con la città ai piedi del Vesuvio che Bianchi racconta – “E’ un posto fantastico, molto affascinante, basta aver voglia di ascoltare la gente, Napoli è una lezione di vita tutti i giorni. Ho conosciuto tantissime grandi persone, da giocatore non avevamo mai vinto niente ma conoscevo le difficoltà. Da allenatore, nel mio piccolo, ho portato la mentalità bresciana. Oltre che i giocatori, per vincere, bisogna lavorare duro ed essere seri. Città splendida e appassionata. La mia fortuna, quando mi sono seduto in panchina, è stata che l’avevo già vissuta da  calciatore e conoscevo i problemi che potevo incontrare sul mio cammino”.

Oltre che di Bianchi, gran parte del merito dello scudetto vinto è di Maradona, su cui il mister non ha dubbi – “Per me è il più grande di tutti. Lui non è un fuoriclasse, lui è proprio fuori classifica. Ha toccato dei livelli di grandezza tali per cui puoi semplicemente inchinarti e tirar giù il cappello. Su Diego è stata detta qualsiasi cosa ma la verità è che è un eterno bambino, anche stasera se fosse qui con noi e passasse un pallone, lui inizierebbe a palleggiare e farci divertire tutti. Si allenava duramente, tutti i gol che gli ho visto fare in partita me li faceva vedere anche in settimana”.

Napoletano di adozione ma Bresciano di nascita – “Ho esordito a diciassette anni nel Brescia, ci ho giocato dal 1960 al 1966. Purtroppo, tra Brescia e Bergamo c’è sempre stata una differenza abissale, là si vive per la città, un po’ come a Napoli, qui da noi non c’è mai stato questo amore nei confronti della maglia”.

Infine, uno sguardo sul Napoli attuale – “Conte è stato molto bravo, è a Napoli da poco ma è già nei primissimi posti della classifica, non è semplice. Lui ha sempre lavorato molto bene, averlo è fondamentale. L’allenatore bravo è quello che fa rendere al massimo una squadra. A parer mio, la società è ancora più importante perché sceglie giocatori e allenatori”.

Società importante, come quella dell’Ospitaletto, rappresentata da Sandro Musso, presidente onorario – “Innanzitutto faccio i complimenti a Bianchi, persona umile e semplice nonostante i grandi traguardi raggiunti. Noi dell’Ospitaletto siamo molto fortunati, facciamo calcio in una società seria, che cura tutti i dettagli e che gestisce tutto con estrema professionalità. Io e il presidente Taini andiamo d’accordissimo, abbiamo vinto un campionato l’anno scorso e siamo ancora qui, ci troviamo molto bene”.

In chiusura, proprio il presidente Taini – “Abbiamo una visione ben chiara, andiamo in campo per vincere contro chiunque, non si gioca per partecipare. La comunità dell’Ospitaletto è tutta qui stasera e ciò mi riempie d’orgoglio. Il bilancio è positivo: i giovani stanno maturando, l’organizzazione è cresciuta e il settore giovanile sta facendo passi di gigante. Ci tengo a ringraziare tutti: i nostri tifosi, i nostri sponsor, lo staff tecnico, i giocatori e l’allenatore che, per quello che sta facendo, non solo mangia il panettone ma dovrebbe prenderne due fette belle grandi”.

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