Dal Giornale di Brescia
Chiariamolo subito, anche per onestà intellettuale: lo chiameremo Light Var solo per comodità giornalistica, per abbreviare e perché Fifa Video Support (nome corretto) non suona bene allo stesso modo. Ma la novità che Valentina Battistini, da sabato scorso guida del Comitato Regionale Lombardo, ha annunciato di voler introdurre – facendo richiesta formale- anche in Eccellenza a partire dai play off e play out 2025/2026 (se ne riparla dunque tra più di un anno) ha la forza potenziale di un terremoto. Volontà. Che si chiami Var o in altra maniera, il concetto è identico: mettere la tecnologia al servizio degli arbitri (e delle società) per limare il più possibile gli errori. Moviola in campo, prova tv o videocheck, come si chiama nella pallavolo, sono soltanto alcune delle declinazioni lessicali, tutte più o meno corrette e più o meno forzate. Il punto è che mentre il Var prevede tante telecamere al servizio di una sala Var (e dunque di un secondo essere umano, il Var appunto) che poi comunica con il direttore di gara; il Fifa Video Support (o il «Light Var», Var leggero) prevede l’utilizzo di una sola telecamera che viene mostrata all’arbitro, che dunque rimane da solo con se stesso nel momento della decisione, potendo però rivedere le immagini. Perché una versione leggera? In primis per una questione di costi: se è vero che la serie C – quando il Var partiva in A e B – non riusciva a reggere a livello di portafoglio la novità, il concetto è più vero per i dilettanti.
Ma una telecamera (in Eccellenza quasi tutti i club filmano le gare e i match analyst sono spesso figure chiave anche in categorie inferiori) non si nega a nessuno. E poi c’è l’altra parte del regolamento, ossia la revisione a chiamata, che strizza l’occhio al volley. Paletti. La possibilità di rivedere le immagini, infatti, deve essere appunto richiesta dal club che pensa di essere danneggiato. Ma non con leggerezza, perché le possibilità di intervento sono – per ciascun allenatore una per tempo. Se la chiamata del mister coincide con un cambio di direzione dell’arbitro, la chiamata resta ancora a disposizione nell’arco della frazione; se invece la chiamata è sbagliata e le immagini confermano la bontà della decisione arbitrale, la chiamata è stata sprecata e sino a fine tempo non si potrà più richiedere l’ausilio del video. La proposta c’è e fa già discutere: come normaleche sia con tutte le «rivoluzioni».