Stamattina il Brescia Calcio era convocato alla Procura Federale di Roma per la prima udienza riferita al caso di illecito che ha coinvolto la società di via Solferino a campionato di Serie B concluso, le cui conseguenze minacciano di realizzarsi in una penalizzazione in classifica retroattiva, con retrocessione in Serie C. All’appuntamento non era presente il presidente del Brescia, Massimo Cellino. In compenso c’era una rappresentanza del tifo organizzato Ultras Brescia 1911, che ha coperto di giovedì mattina gli 800 km di distanza dalla capitale per mandare un messaggio, un segnale.
“Siamo partiti di notte con due macchine – racconta in un video social uno dei tifosi – per dare un segnale inequivocabile a questa società, a questo presidente che ha stancato, che ha rovinato il Brescia, che ha distrutto i nostri sogni e le nostre speranze. Questo non lo possiamo accettare. Siamo qua soprattutto per la maglia, per sottolineare la dignità del popolo biancoblù. Ancora una volta Cellino disperso, non ci mette la faccia, ci lascia al nostro destino”.
A Roma c’era infatti il Brescia 1911 ma non il presidente direttamente responsabile: la società, come capita spesso in questi casi, non si è presentata fisicamente, ma ha inviato una corposa memoria difensiva con la quale non chiede il patteggiamento, bensì uno spostamento della penalizzazione dal campionato appena concluso al prossimo, motivato dai ritardi con cui la Covisoc ha notificato l’illecito. Il Brescia continua a dirsi truffato nel merito e non aiutato dalle tempistiche avute dall’organo per portare a galla l’irregolarità.
Stasera o domani entro le 12 arriverà il deferimento con la penalizzazione, alla fine della prossima settimana ci sarà il primo grado di giudizio al Tribunale Federale Nazionale.