La pacatezza di Zambelli, la grinta di De Paola, il cuore di Antonio Filippini. Tre ex che hanno la V bianca sulla pelle e che reagiscono in modi differenti, ma con lo stesso trasporto, a margine di una giornata che costituisce la pagina di storia più triste del Brescia.
“Non voglio dilungarmi in grandi analisi o discorsi, non è il momento adatto – afferma Marco Zambelli -, ovviamente ci sto male, come tutti, ma sono certo di una cosa: si possono cancellare 114 anni, ma quello che c’è dentro a chi ama il Brescia è indistruttibile. Bisogna ripartire da lì, da quello spirito. Siamo bresciani, niente ci fa paura. Credo che tra qualche anno parleremo di un’altra storia, orgogliosi di avercela fatta”.
Luciano De Paola non nasconde la sua rabbia. “Negli ultimi tre mesi Cellino aveva lanciato dei messaggi eloquenti. È inspiegabile il fatto che nessuno dei potenziali acquirenti sia riuscito a trovare una soluzione. Marroccu? Va a braccetto con Cellino da vent’anni, lasciamo perdere. Bastavano 3 milioni, e invece guardate com’è finita. In tanti dovrebbero fare mea culpa, invece leggo ancora dichiarazioni di dirigenti che dovrebbero tacere da un pezzo. Ora bisogna capire se è possibile ripartire dalla Serie C appoggiandosi ad altre società bresciane. Non sarà semplice. La mia impressione è che Pasini e Camozzi pensino esclusivamente alle squadre che hanno già”.
Su questo tema è scettico anche Antonio Filippini. “Credo che l’incontro organizzato in Loggia non abbia senso. Chi conosce il calcio sa che un’operazione del genere sarebbe fantascienza e che i tifosi non potrebbero accettarla. Conosco tutte le piazze in questione. Ho giocato a Brescia e Ospitaletto, allenato a Salò e Lumezzane, credo sia utopia. Questo epilogo è mortificante, ma ricordiamoci una cosa: Cellino ha fallito, il Brescia no, i bresciani no. L’anima di questa città è forte e sarebbe la stessa anche in Terza Categoria. Il Brescia ha dei tifosi da Serie A, che hanno vissuto annate deludenti, non in linea con il valore di questa maglia. Continueranno ad essere tifosi da Serie A anche nei dilettanti se necessario”.