La metamorfosi del Brescia, necessaria per la sua permanenza nel calcio professionistico, prosegue. Giuseppe Pasini, patron della Feralpisalò, sta lavorando alacremente per rendere possibile una rinascita che la piazza auspica fortemente dopo anni di buio.
In questa fase il nodo stadio resta centrale e sembra una matassa piuttosto ingarbugliata da sciogliere, complici le diatribe tra Comune di Brescia e Massimo Cellino. Pare che l’imprenditore sardo avesse 218mila euro di debiti con la Loggia per l’utilizzo dell’impianto, la metà dei quali saldati da poche ore con un bonifico da 109mila euro.
Per continuare ad usufruire della convenzione, Cellino dovrebbe quindi versare una seconda rata di pari valore, ma non basterebbe. Il Comune, infatti, è pronto ad appellarsi ad una clausola contrattuale che consentirebbe di interrompere il rapporto in caso di impossibilità del club alla partecipazione ad un campionato professionistico. Un verdetto che è ormai prossimo ad arrivare per effetto della sentenza del Consiglio Federale, che potrebbe essere pronunciata il prossimo 3 luglio mettendo il sigillo sulla discesa del Brescia nei dilettanti.
Altro tema da risolvere è quello riguardante le migliorie apportate da Cellino al vetusto Rigamonti, sulle quali il presidente sembra intenzionato a dare battaglia. L’amministrazione comunale non ha dubbi, quelle infrastrutture non si toccano, ma non è da escludere un complesso tira e molla anche su questi aspetti.
Pasini, nel frattempo, aspetta e spera. Con lui fanno altrettanto migliaia di tifosi bresciani.