CBS Storie - Mattia Plizzari, tre rigori parati in 90': "Meglio del mio idolo Buffon"

Quando un portiere para tre rigori in una stagione si merita titoli e nomee, a volte per tutta la carriera. Recentemente è successo a specialisti del calibro di De Gea e Milinkovic-Savic. Pochissime volte capita che in una partita vengano fischiati tre rigori, figuriamoci un caso in cui nessuno di questi venga convertito.

Poche settimane fa c’è passata la Roma, che contro il Lilla ha fallito tre volte, incoronando a eroe Özer: un rigore, due ripetizioni, tre parate. Nel 1984 accadde un caso simile durante Lazio-Napoli, con Castellini che respinse Giordano una volta, poi un’altra, poi alla seconda ripetizione guardò D’Amico sparare fuori. Nel 2024 Gazzaniga respinse tre volte l’Atletico Bilbao per far vincere il suo Girona, peraltro a tre avversari diversi: Berenguer, Iñaki Williams, Ander Herrera (da due rigori, perché il secondo venne fatto ripetere). Leggendario in senso tragico, infine, Palermo durante Colombia-Argentina, capace di fallire tre volte dagli undici metri (traversa, alto, parata) su tre diverse massime punizioni; finì 3-0, con i cafeteros che segnarono l’1-0 su rigore e ne fallirono un altro sullo stesso risultato (cinque rigori totali nella partita, dunque).

 

“Se ce ne avessero dato un quarto avrei calciato anche quello”. Martìn non difettava di personalità, diciamo.

 

Situazioni simili ma tutte diverse. A queste, da ieri, se ne aggiunge una che riguarda i dilettanti: Mattia Plizzari, portiere della Nuova San Paolo, tre rigori parati al Sarezzo nell’1-1 della nona giornata del girone A di Terza Categoria.

Plizzari, Plizzari… dove l’abbiamo già sentito? Certo, Alessandro Plizzari, portiere classe 2000 cresciuto nel Milan per poi costruirsi una carriera professionistica tra C e B. Nella passata stagione fu decisivo per la vittoria nei play-off di Lega Pro del suo Pescara, parando tre rigori (pure semi-infortunato) nel match di finale contro la Ternana nella sequenza di tiri dal dischetto, dopo che la doppia sfida andata-ritorno si era chiusa in parità. Ecco, Alessandro è parente di secondo grado di Mattia. “Suo papà è cugino del mio, ricordo quando andavo a vederlo al Milan, c’erano lui, Diego Lopez e Donnarumma”.

 

“L’altro” Plizzari, anche lui passato alle cronache dopo una gara con tre rigori respinti. E non una gara qualsiasi.

 

Qualche gene in comune potrebbero averlo, a rivivere la partita di ieri tra Nuova San Paolo e Sarezzo. Il racconto della partita è dello stesso protagonista. “Al primo minuto subito rigore ed espulsione contro, furbo il loro attaccante ad ingannare l’arbitro. Il tiro, sinceramente, è stato brutto, un passaggio in porta, io ho solo indovinato il lato. Il primo tempo per il resto è stato noioso. Ad inizio del secondo siamo andati in vantaggio noi, poi negli ultimi 10 minuti è successo di tutto: prima hanno pareggiato con un copo di testa, poi all’89’ il secondo rigore. Sul dischetto è andato un altro giocatore rispetto al primo, del quale mi avevano detto che di solito ‘apriva’: così è stato, ha angolato ma ci sono arrivato. 5 minuti dopo altro rigore, sempre il 18 a battere, ho pensato volesse cambiare, infatti ha ‘chiuso’ e ho preso pure quello. Appena parato il terzo, l’arbitro ha fischiato la fine.

Nervi d’acciaio, conoscenza e intuito. “Al terzo rigore ero tranquillo anche perché sapevo che il mio l’avevo fatto. Nessuna delle tre volte ho esultato, sono rimasto impassibile, sono fatto così. Dentro di me però l’emozione è stata crescente. Al triplice fischio sono venuti tutti ad esultare da me, alla fine è un po’ come per un attaccante fare tripletta, del resto noi portieri non abbiamo mai gioie. Ed è sempre difficile, perché noi partiamo da fermi. Il Sarezzo era dietro di noi di un punto, volevamo vincere, ma considerando che abbiamo giocato tutta la partita in dieci e che ci hanno fischiato contro tre rigori questo pareggio vale come una vittoria. Sono contento per la prestazione, porterò le pizze mercoledì ad allenamento”.

Dopo tre clean sheet nelle prime quattro gare (ma anche un clamoroso 2-7 con la Libertas Bagnolo Mella), la Nuova San Paolo ha subìto reti in ogni giornata di campionato, pur rimanendo imbattuta: quattro vittorie, quattro pareggi e quella sconfitta. “Parare i rigori mi è sempre venuto bene e ne avevo già neutralizzato uno con l’Azzano Mella, anche in quell’occasione all’ultimo minuto. Poi due partite sono stato fuori per infortunio. Siamo una squadra molto giovane, abbiamo poca esperienza, la mia difesa ha ragazzi che vanno dal 2005 al 2008, solo il capitano è un 1994. L’obiettivo è fare i play-off e, se possibile, rimanere attaccati ai primi posti, quindi a Virtus Rodengo Saiano e Accademia Rudianese, proprio le squadre che dovremo affrontare nelle due prossime domeniche. Personalmente punto ad alzare il livello tecnico e provare a risalire di categoria, dopo un anno passato senza giocare”.

 

Mattia Plizzari, eroe dell’ultima domenica dei dilettanti.

 

Il 2003 originario di Comezzano-Cizzago è tornato a mettersi in gioco a gennaio di quest’anno, arrivando a San Paolo per assistere, dalla panchina, alla retrocessione dalla Seconda alla Terza. Nel 2024 aveva escluso il calcio dalla sua agenda, a causa delle conseguenze psicologiche di un grave lutto. Avevo appena perso il mio migliore amico, Michele. Non riuscivo più a giocare, non c’ero con la testa, ho pensato sarebbe stato meglio fermarsi per un po’. Piano piano mi sto riprendendo. Ieri ho pensato subito a lui, credeva tanto in me… la dedica va anche a chi mi vuole bene, ai miei genitori, a chi mi viene a vedere la domenica”.

Ad inizio della giovane carriera Mattia ha avuto esperienze importanti. Sono cresciuto nell’Orceana arrivando a far parte della rosa della prima squadra in Eccellenza, esordii in un’amichevole. Poi sono stato due stagioni a Rudiano in Seconda, l’ultima purtroppo coincise con la retrocessione. Nel 2024, come detto, sono stato fermo, quindi da gennaio 2025 sono a San Paolo”.

Questa quindi vuole essere la stagione della rinascita sportiva e una partenza con quattro rigori parati e tre presenze da imbattuto in sette giornate (quelle giocate) fa sicuramente ben sperare. Mattia, a 22 anni, vuole riprendere la crescita, seguendo la passione per il ruolo nata tifando la Juventus dell’idolo Buffon. “Gigi è sempre stato il mio preferito, anche se non era un grande para rigori, eheh. Il migliore adesso? Forse Maignan, anche se ha dei cali; Courtois a me non ha mai fatto impazzire, sulle palle basse va in difficoltà. Un altro che mi piaceva tanto era Victor Valdes, anche per la sua abilità coi piedi: a me è sempre piaciuto giocare palla, poi al giorno d’oggi è richiesto tanto. Magari non in Terza, ma quando serve sono a mio agio”. Chissà mai che, oltre a pararli, Mattia non cominci anche a trasformarli.

 

Matteo Carone

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