Basket: Brescia-Biella, domani supersfida al vertice
Non esiste una città, in Italia, in cui i bresciani siano amati come a Biella. A pochi chilometri da qui, sul santuario di Oropa, Marco Pantani scrisse una delle pagine più incredibili della sua carriera nel 1999 rimontando una cinquantina di corridori dopo che il salto della catena all’inizio della salita. Ma è il basket ad accendere i biellesi, da sempre. Due idoli indiscussi sono transitati dalla storica Fila, ora chiamata Angelico. Si chiamano Nicola Minessi e Pietro Aradori. Il primo, di Chiesanuova, è tornato “a casa” – perché tale è diventata la città piemontese  – quest’estate dopo aver appeso le scarpette al chiodo a Montichiari. Aspetta di compiere i 40 anni a febbraio, nel frattempo fa il team manager dispensando consigli a un manipolo di ragazzi dal grande talento. Negli anni Novanta infiammò tutta una città con la promozione in A1, sino a quella famosa frase di Manu Ginobili rilasciata nella prima conferenza NBA: «Il difensore più forte con cui mi sono scontrato? Nicola Minessi». Aveva il numero 5, la sua maglia è stata ritirata. Il secondo, cresciuto a Lograto e consacratosi quest’estate in nazionale, è diventato un cestista di livello europeo grazie a due stagioni da star a Biella, dove approdò dopo essere stato respinto dalle metropoli. Nel 2009, arrivò sino alla semifinale scudetto. L’anno successivo, la salvò all’ultima giornata. Il modo migliore per dirsi addio. Per questo, Brescia-Biella di domani è una sfida articolare. E inedita.

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