Lucà: "Da 15 anni ci sono le solite facce in Loggia. Siamo l'unica via per il cambiamento"

Prosegue il nostro ciclo di interviste dedicato ai candidati alla poltrona di sindaco di Brescia. Dopo Fabio Rolfi e in attesa di Alessandro Maccabelli e Laura Castelletti è il turno di Alessandro Lucà, candidato della coalizione composta da Movimento 5 Stelle, Unione Popolare e Partito Comunista Italiano.

Pensando a Brescia

“Quando nasci in un quartiere popolare come Urago Mella e ci vivi per 25 anni a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta non puoi non avere radici solide. La Brescia in cui sono cresciuto era priva di social network, ma al parchetto, in oratorio e sul campo di calcio c’era tutto quello che serviva a noi ragazzi. Per quanto mi riguarda il legame con Brescia si è accentuato ulteriormente grazie alle frequentazioni allo stadio, che era ed è l’unico contenitore e centro di aggregazione in grado di eliminare le differenze. Ci sono ricchi e poveri, imprenditori e operai, gente di sinistra e di destra, uomini e donne, anziani e giovani. Avendo scritto libri e fatto musica ho poi vissuto in profondità il tessuto culturale nostrano ed essendo figlio di un calabrese che arrivò qui diciottenne conosco l’accoglienza bresciana. L’amore per questa città supera ogni limite”.

Motivazioni

“Negli ultimi dieci anni ho fatto attivismo a livello civico all’interno dei Meetup, gruppi precursori del Movimento Cinque Stelle. Si trattava di cittadinanza attiva. Constatando che le amministrazioni non risolvevano i problemi della gente, ci trovavamo per individuare cosa non funzionava e sollecitare la politica. Il Movimento ha poi deciso di posizionarsi in prima linea. Io ho aderito fino al 2018, poi ho fatto un percorso legato all’antimafia, che sembra un tema fuori luogo nel Bresciano, ma non è così. La provincia è piena di beni confiscati alla mafia e la Lombardia è la quarta regione italiana per infiltrazioni mafiose. Il problema è che il tema non rientra nell’agenda politica territoriale. Ho scritto libri sull’argomento e collaborato con le principali associazioni di riferimento, avviando un progetto nelle scuole superiori che è ancora in corso. Queste sensibilità e l’attenzione per il mondo ambientale mi animano, ma anche i recenti dati sull’astensionismo sono stati decisivi. Se la gente smette di votare, visti i problemi che ci sono, è grave. Il Movimento Cinque Stelle mi ha proposto la candidatura, io ho posto come condizione la creazione di una coalizione con Unione Popolare e Partito Comunista Italiano. Siamo l’alternativa alle forze che hanno governato la città negli ultimi 15 anni. Io non ho fatto un solo giorno da politico. Chi è stanco delle solite facce e di chi non ha ottenuto risultati può scegliere noi, non ci sono scuse. No all’antipolitica, sì a nuove vie”.

Parole chiave

“Sogno una Brescia a misura d’uomo. Questo non significa non avere ambizioni, idee o prospettive. Non dobbiamo diventare città metropolitana, ma assorbire dall’estero esperienze utili a crescere. Ho lavorato circa 7 anni in importanti città europee, tra cui Londra. Bisogna attingere su innovazione, ambiente e mobilità. Importare senza snaturarci. A Brescia ci sono enormi problemi dal punto di vista ambientale. Dobbiamo restituire al verde aree edificabili, cambiare l’approccio culturale. Oggi chi parla di ambiente in politica spesso ne sa poco o nulla, pensa che una pista ciclabile o piantare alberi risolva il problema. Brescia è una realtà industriale, ma un percorso di sostenibilità ambientale con le imprese va fatto, senza demonizzarle e facendo progetti insieme. Le associazioni ambientaliste, allo stesso tempo, vanno fatte sedere ai tavoli di lavoro, non messe in un angolo”. 

Priorità

“Subito dopo il tema ambientale posiziono quello sociale. Ci sono case popolari occupate da cittadini dimenticati. Gli amministratori non vanno a parlare con loro, delegano a realtà intermedie. Molti, peraltro, sono bresciani in difficoltà economiche, immersi in situazioni che non riguardano solamente gli immigrati. Bisogna dare loro risposte. A questa gente non puoi parlare di grandi opere. Conta garantire dignità a ciascuno di loro, poi pensare a tutto il resto. Occorre una Brescia sostenibile e solidale, ma anche capace di intraprendere una linea politica coraggiosa, fatta di scelte nell’interesse dei cittadini e non di compromessi per tutelare i poteri forti. La nostra campagna elettorale è costata 5mila euro, altre sono state faraoniche. Da dove arrivano quei finanziamenti? Noi vogliamo dimostrare che la politica si può fare anche partendo dal basso e in modo pulito”.

Era Del Bono, un apprezzamento e una critica

“Emilio è una persona colta e preparata. Dal punto di vista personale nulla da dire, gli riconosco spessore umano. Il problema è che non ha avuto coraggio. Ha vinto due volte in modo importante, con la cittadinanza dalla sua parte. In quei casi devi essere forte, invece lui ha preferito le mezze scelte che non risolvono i problemi. Ha optato per i compromessi. Se avesse preso le decisioni giuste non sarei qui. Senza coraggio Brescia non si cambia. Ne approfitto per dire la mia anche su Rolfi. Da vicesindaco è sempre stato disponibile. Un politico da marciapiede, che non si rinchiude nei palazzi, ma forse sarebbe meglio il contrario perché mi preoccupa dal punto di vista sociale. Dieci anni fa faceva certi tipi di dichiarazioni a sfondo razziale che portavano all’emarginazione e oggi ha fatto un marketing politico di facciata usando termini che non sono suoi, come inclusione e sostenibilità. È bruttissimo sapere che la pensa in un modo e comunica in un altro. Nei dibattiti non posso nemmeno discutere con lui perché usa i nostri temi per accaparrarsi voti. È incoerente, ha nelle sue liste l’estrema destra bresciana ma lo nasconde. Finge sulla sua identità ed è una strategia”.

Etichette

“Quella sul fascismo va presa sul serio. C’è una destra estrema che mi preoccupa ad ogni livello. Anche a Brescia sta tornando a galla, legittimata da questo Governo. Bisogna tenere alta l’attenzione. Rispetto le idee di tutti, ma entro un certo limite. Il fascismo era ed è un pericolo. Il Partito Comunista nella nostra coalizione? Se indaghiamo la storia anche il comunismo ha commesso errori, ma la nostra Costituzione parla chiaro e non c’è nessun divieto nei confronti del comunismo in politica. Su Castelletti credo che l’etichetta azzeccata sia quella temporale, che non mente. Siede in Loggia dal 1992, oltre trent’anni”.

Sensazioni

“Sappiamo di non essere favoriti, ma dobbiamo ricordarci che non si vota solamente per il Sindaco. I bresciani dovranno eleggere il Consiglio Comunale. Vogliamo portare i nostri candidati in Loggia, anche con il voto disgiunto. Auspico che i bresciani vedano in me il sindaco ideale. Se così non fosse scelgano il loro preferito, ma mettano una croce su Movimento Cinque Stelle, Unione Popolare o Pci per consentirci di lasciare il segno nel futuro di Brescia”.

Visione sportiva

“Ho militato nel settore giovanile dell’Urago Mella fino a 18 anni, poi ho smesso a causa di un infortunio. Successivamente fondai una squadra di amatori Uisp: la Cidneo Brescia. Durò 12 anni, fui presidente e allenatore. Frequento lo stadio da quando ero un ragazzino. Ho assistito alla risalita di Pasinato, alla cavalcata di Lucescu, agli anni d’oro di Baggio. Sono ancorato al calcio, ma non solo. Ho scritto due romanzi biografici su una maratoneta moldava e un campione di kick boxing napoletano. Storie molto interessanti, di riscatto attraverso lo sport, che arrivano da discipline minori che troppo spesso non sono sostenute nel mondo giusto. Ci sono grandi atleti che non hanno a disposizione mezzi e strutture. Era capitato anche a Vanessa Ferrari qui a Brescia. Bisogna operare con una visione estesa: ogni sport è importante e va tutelato. Ogni società sportiva va aiutata a fare le cose per bene. Con qualità e programmazione i risultati arrivano, penso alla Germani nel basket e alla Feralpisalò nel calcio, modelli virtuosi”.

Brescia Calcio 

“Il tempo di Cellino è finito e deve andarsene. Ha speso 6 milioni di euro per il Brescia. Se è onesto lo venda alla stessa cifra e se ne vada, perché ha già fatto abbastanza danni. Ha costruito un centro sportivo senza intestarlo alla società. Inaccettabile. Purtroppo a Del Bono non è mai interessato nulla del Brescia Calcio, altrimenti avrebbe già coinvolto imprenditori bresciani. Non ha passione e non conosce questo mondo. Lui, come molti altri, non comprende l’importanza di un Brescia Calcio forte nella tradizione, nella cultura, nell’identità. Se così fosse avrebbe fatto carte false per portare investitori in città o attivare percorsi di azionariato popolare. Ha sempre delegato il povero Rebecchi, che ricordo con affetto. Era un suo consigliere personale molto appassionato di Brescia e di calcio. L’azionariato popolare è fattibile. Ad Ancona è accaduto. Un gruppo di imprenditori dovrebbe acquisire la maggioranza del club, mentre i tifosi prenderebbero piccole quote della fetta minoritaria. Sarebbe stato fondamentale per difendere quella tradizione che Cellino ha calpestato. Anni fa fondai un’associazione che si chiamava ‘Tifosi per il Brescia’. Andavamo nelle scuole per parlare di tradizione calcistica. Facevamo incontri periodici con Sagramola e De Paoli, parlavamo di azionariato popolare con i Brescia Club e i tifosi. L’associazione durò 3 anni, morì con l’arrivo di Cellino. Capimmo subito che non si poteva collaborare e che era meglio prendere le distanze. Invidia nei confronti dell’Atalanta? Mai, meglio in C che atalantino. Tra noi sarà sempre un derby, ma Brescia deve darsi una svegliata e recuperare il tanto, troppo tempo perduto”.

Stadio

“No a qualunque progetto che non preveda un restyling del Rigamonti. Lo stadio deve restare a Mompiano e non tocca al Comune sistemarlo. Cellino si è accollato dei lavori. Qualcosa è stato fatto bene, altro in modo disastroso. La Curva Sud non è sicura: consente il contatto tra tifoserie opposte, inoltre è chiusa da tempo. Un peccato, perché è un settore popolare. Ritengo che uno stadio come il Rigamonti, frequentato mediamente da 5mila spettatori, sia sufficiente per l’attuale società. La speranza è che possa emergere un progetto di ammodernamento serio. I modelli sono Bergamo e Modena, guai a chi osa trasformarlo in un centro commerciale. Quello della tifoseria è un ambiente che conosco perfettamente e al quale sono profondamente legato, anche se in queste settimane ho smesso di andare allo stadio. La sciarpa del Brescia merita rispetto, non si indossa per fare campagna elettorale come hanno fatto Rolfi, Del Bono e altri personaggi che non hanno nulla a che fare con il tifo. Tornerò dopo le elezioni”.

Sport dilettantistico e amatoriale

“Ogni realtà che fa del bene ai giovani, li coinvolge e coltiva talenti è preziosa. I miei figli sono cresciuti nelle squadre oratoriali, bacini necessari sotto tanti punti di vista. L’oratorio è un luogo di aggregazione importante, dove è possibile fare sport e vivere una comunità anche al di là degli aspetti religiosi. Ovunque ci sia protezione e valorizzazione delle nuove generazioni insieme alla trasmissione di insegnamenti importanti per la vita occorrono tutele da parte di chi amministra”.

Gemellaggi internazionali

“Brescia deve aprirsi al mondo con intelligenza ed essere disponibile a trarre spunti dagli altri, a cimentarsi in scambi di visioni su più temi, primo fra tutti quello ambientale. Io sono per incentivare relazioni. Mi piacerebbe che Brescia potesse diventare – dopo essere stata capitale della cultura per decisione dello Stato, non per meriti degli amministratori – anche capitale della pace e del confronto, diffondendo culturalmente questo valore”.

Obiettivo personale

“Diventare sindaco restando la persona di oggi, ovvero un cittadino prestato alla politica, un bresciano di un quartiere popolare che conosce la sua città in ogni sfaccettatura. Punto ad essere il sindaco della gente. In caso di vittoria la Loggia sarà sempre aperta a chiunque si trovi in difficoltà. Porte spalancate per cittadini bisognosi e per le imprese che vogliono costruire il futuro”.

Bruno Forza

ALESSANDRO LUCA’ – LA SCHEDA

Età: 49 anni.
Laurea: Economia e commercio.
Professione: imprenditore e scrittore.
Attività politica: esordiente.
Coalizione: Movimento 5 Stelle; Unione Popolare; Partito Comunista Italiano.
Slogan: “Dalla tua parte”.
Pagina Facebook ufficiale: Alessandro Lucà Sindaco

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