Continua il viaggio attraverso le interviste di Fisioitalia, partner di Calciobresciano e al fianco delle società sportive nell’ambito della prevenzione, della diagnostica e del recupero degli infortuni.
Ospiti di questa nuova puntata sono Stefano Brignoli, del Real Borgosatollo, e Sergio Lupi, di Calcio Pavonese, entrambe promosse rispettivamente in Prima Categoria ed Eccellenza.
Brignoli, Real Borgosatollo: “La mia passione per il calcio è nata in famiglia, mio papà era un professionista ed io dilettante. Direttore sportivo sono diventato grazie alla voglia, non potendo essere calciatore, ho sfruttato questa opportunità. Per essere diesse serve molto tempo, sapersi relazionare con diverse persone e un buon intuito sulla persona che si ha davanti. Il tema prevenzione infortuni è fondamentale, riguardo i dilettanti è basilare.
Siamo approdati in Prima Categoria, questo è un risultato molto importante per noi. Il nostro obiettivo dovrà essere la salvezza e, ovviamente, disputare un campionato buono. Sappiamo che siamo nuovi entrati e quindi servirà concentrazione ed unione di gruppo ma siamo pronti.
Sul mercato, non abbiamo fatto grandi colpi: puntiamo sul gruppo. Abbiamo preso tanti giovani come Baiguera e Liberini; il mio sogno nel cassetto è trovare il massimo divertimento, lo facciamo per passione e fortunatamente ho una professione che mi permette di vivere e dar da mangiare ai miei figli. L’aspetto più stimolante del Diesse è nella crescita dei ragazzi, vederli crescere insieme. Quello più complicato è avere a che fare con una realtà che si spinge sempre più al professionismo pur essendo dilettante, sono aspetti che cozzano un po’. Il giorno della partita lo vivo con serenità, senza timore, quello che arriva, arriva.
Il calcio negli ultimi anni qualitativamente è sceso molto, purtroppo si vede nel settore giovanile. Sembra che, per quanto riguarda la terza/seconda/prima e anche la promozione, siano categorie professionistiche invece si tratta sempre di dilettanti”.
Lupi, Calcio Pavonese: “La mia passione è nata con gli amici di casa nel parco, facevo il portiere. Sono diventato Direttore Sportivo dopo aver fatto il preparatore dei portieri, alla Pavonese serviva qualcuno che conosceva l’ambiente. Ho dato una mano all’ambiente e sono lì da sette anni. Per essere diesse serve pazienza, sapere e passione; ridurre gli infortuni è basilare, avere tanti giocatori a disposizione è fondamentale perchè si lavora molto meglio.
Dopo le promozioni in questi anni vogliamo consolidarci in eccellenza, è una categoria nuova e molto difficile. Noi siamo nuovi entrati e dobbiamo cercare di tenere la categoria, in futuro chissà, magari potremmo fare qualcosa di più ambizioso. Ci serve umiltà, abbiamo inserito un giocatore per ruolo, ci sono molti giovani che portano prospettiva e sono sicuro che faremo un buon lavoro. In questi giorni, s’è fatta male la nostra punta quindi dovremo operare in quel settore lì. Lo stimolo più grande è pensare di costruire una squadra che dia soddisfazioni e complicato è gestire una squadra quando i risultati non arrivano; il giorno della partita gestisco l’ansia, se si è lavorato bene in settimana poi anche la domenica si fa bene.
Il mondo del calcio è cambiato tanto: vedo poca passione rispetto ad una volta, questo si riflette molto nei dilettanti. C’è tanto apparire e poca profondità”.