Rass.stampa - Gdb: "Offerta americana di 20 milioni per Cellino"

Dal Giornale di Brescia

Chi lo frequenta, chi lo conosce, chi è con lui in rapporti d’affari ed è stato messo al corrente della delicatezza del momento, riassume così la situazione: «La natura di Cellino è quella dell’imprevedibilità, ma in questo momento se avessi 5 euro da scommettere, li metterei sulla cessione del Brescia perché è stanco, è troppo stanco…». La sensazione, supportata da elementi sempre più precisi e concordanti tra loro, è quella di essere giunti a un potenziale bivio per il destino del club di via Solferino. Dove, sulla scrivania di Massimo Cellino, con l’identità dell’offerente (ma le tracce portano a un fondo straniero, americano per la precisione) coperta da un patto di riservatezza, è arrivata una proposta d’acquisto per il Brescia. Con un’offerta di poco inferiore ai 20 milioni. Un’offerta ritenuta ancora bassa, ma in fondo non così distante da 23-25 milioni, il valore che Massimo Cellino, conti e potenzialità di sviluppo alla mano, dà alla sua azienda. Già da qualche mese si segnalavano movimenti di un certo tipo e intensità attorno al Brescia e anche l’urgenza di tornare a battere sul tasto stadio è stato in tal senso un segnale. Cellino, dopo le traversie giudiziarie che per un periodo sono andate a intrecciarsi anche con la necessità di dover attutire il colpo finanziario figlio della pandemia e dovendo fare i conti con una situazione ambientale a occhio e croce insanabile, si è reso conto di non poter più fare da sé per guardare al futuro con lungimiranza e, come avevamo dato conto e come lui stesso aveva confermato, aveva iniziato a battere la strada della ricerca di un socio. Una ricerca infruttuosa seppure in tempi molto recenti ci fosse stata una interlocuzione poi andata raffreddandosi dalla perizia con valore monstre attribuito allo stadio Rigamonti. Oggi siamo in grado di rivelare che gli abboccamenti, con un range di opzioni che sarebbero potuti sfociare appunto in una partnership come anche in una cessione totale del club, erano avvenuti con il gruppo dell’imprenditore messicano Carlos Slim Helù, tra gli uomini più ricchi al mondo. La condizione sine qua non per avanzare nei discorsi era lo stadio. Il gruppo di Helù ha una vocazione immobiliare ed è digiuno di calcio: è in tale senso che si sarebbe potuto inizialmente ragionare su una partnership con Cellino. Ma lo stallo totale sulla questione Rigamonti ha via via portato al gelo fino ad arrivare a rapporti che da fonti delle istituzioni del calcio vengono definiti «ormai chiusi». La ricostruzione. Tuttavia il «movimentismo» attorno al Brescia non si è esaurito lì e così. E anzi, in mezzo a tanti pour parler, ha portato Cellino a ricevere nelle scorse settimane, da un altro soggetto straniero, un’offerta concreta per il passaggio totale delle quote del Brescia. Un’offerta che, va specificato, per ora è soltanto tale: significa che non c’è ancora stato un accesso ai conti per quello che sarebbe l’avvio di un processo di due diligence. L’offerta, crea semmai il presupposto per l’avvio di una eventuale vera trattativa. E il segnale – questa è davvero la notizia- che Cellino sia realmente aperto, è il fatto che l’imprenditore sardo ha ufficialmente chiesto ai soggetti interessati (e sabato allo stadio era presente un emissario) delle garanzie. Il che, tradotto, significa che è stato richiesto un deposito cauzionale che rappresenti, appunto, una garanzia concreta di serietà e solidità al di là di prime sommarie informazioni raccolte. Anche a Cellino, nell’ottica di un primo approfondimento, sono state fatte delle richieste a livello – diciamo così – di carteggi, ma l’imprenditore ha preso tempo proprio perché intende capire le reali buone intenzioni. E la richiesta di una cauzione porta a «stanare» gli interessati perché – sottolinea chi ha dimestichezza concerti temi- procedere a un deposito cauzionale non è un passo banale per chi deve decidere se farlo o meno perché in caso di fallimento di una trattativa non è così immediato ottenere lo svincolo del denaro. Nel frattempo, c’è un altro elemento che porta a pensare che stavolta siamo in una dimensione molto diversa dai semplici «si dice»: Cellino ha avviato nel Regno Unito la ricerca di un club (non di Premier) nel quale eventualmente investire una volta ceduto il Brescia. Secondo alcune fonti, addirittura l’imprenditore sardo che rilevò il club di via Solferino nel 2017, avrebbe già avviato qualche trattativa. Se alla luce di questi elementi- frutto di verifiche incrociate – qualcosa è destinato ad accadere, lo sapremo in tempi brevi. Chi è interessato al Brescia, se fa sul serio, è interessato ora, ovvero in tempo per poter pianificare la prossima stagione. Per contro, se le basi per far decollare la trattativa e se -naturalmente – domanda e offerta troveranno un punto di incontro sono realmente tali, anche per Cellino il tempo è questo. Si potrà arrivare al massimo alla fine della stagione. Ci sono i segnali, ci sono gli elementi e c’è il percepito da chi fa parte dell’entourage di Cellino. E poi però prima di tutto c’è lo stesso Cellino che da noi contattato ha tagliato corto e glissato: «Per adesso non c’è niente di cui parlare, ma non è un mistero che se troverò qualcuno di affidabile cederò. Intanto io non mi faccio trovare impreparato e programmo». Prospettive. Il che è vero perché sta preparando il budget della prossima stagione e perché ha già bloccato due giocatori (l’australiano Buhagiar e il belga Verreth). Ma si tratta di prime mosse che fanno pensare che se anche ci sarà un rilancio delle ambizioni, l’unico vero colpo sarebbe l’eventuale riscatto di Borrelli, mentre per il resto sarebbe un rilancio in pieno stile Cellino: ovvero puntando su giocatori da scoprire. «Voi non ci credete più perché lo ha detto tante volte in passato: ma il presidente è davvero stanco e non è maistato così intenzionato a cedere» ripete all’unisono chi ha a che fare con lui. Che da un tempo piuttosto prolungato a questa parte si presenta tranquillo come non mai: forse perché sa che potrebbe avere una via d’uscita, ma anche che se ci fosse un niente di fatto avrà almeno la base di un progetto sportivo che sta regalando qualche soddisfazione (e di certo il suo interesse se inizierà una negoziazione sarà quellodi arrivare a conoscere l’epilogo della stagione per fare ulteriori valutazioni) dalla quale ripartire.

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