S’è svolta lunedì 12 dicembre presso l’Hotel Acquaviva di Desenzano del Garda la seconda edizione de “Il calcio dei bresciani”, un incontro formativo promosso da Aiac Brescia guidata dal Presidente Andrea Fedrizzi e Garda Soccer Academy. Alla presenza di un centinaio di persone, gli ospiti sono stati intrattenuto nel corso della serata dagli interventi di natura tecnica ed anche organizzativa e gestionale dei relatori. A moderare l’incontro sono stati Alberto Pasini, Head of performance dell’Academy dell’Atalanta, e l’allenatore Adriano Cadregari, i quali hanno posto domande e spunti di riflessione a Stefano Baldini, ex coordinatore tecnico di Milan e Juventus, Giacomo Violini, Preparatore dei portieri, e Giovanni Valenti, allenatore dell’Under 16 del Parma, in collegamento skype. Assente per problemi di salute, invece, l’ex tecnico della nazionale Cesare Prandelli che è però intervenuto telefonicamente per salutare i presenti.
Il primo intervento della serata è stato affidato a Giovanni Valenti, il quale s’è soffermato molto sulla tipologia di allenamento adottata: “Credo che l’efficacia della tecnica si posso sviluppare attraverso il gioco. Per questa ragione durante l’allenamento diamo molto spazio alle partitelle mettendo al centro i ragazzi. Con questo metodo cerchiamo di aiutare il singolo con l’obiettivo di migliorare il collettivo”. Il tecnico bresciano ha poi presentato alcuni esercizi fornendo spunti interessanti a molti allenatori presenti che hanno ascoltato con grande attenzione. La palla è poi passata a Stefano Baldini che ha spiegato i suoi principi di lavoro: “Prima di tutto vengono le linee del Club e soltanto dopo si può impostare un lavoro pluriennale che sia trasversale per tutte le categorie senza alcuna distinzione. Non bisogna mai pensare al propio spazio, ma occorre avere una visione generale dettata dalla filosofia del Club”. Sull’inizio del suo percorso professionale, invece, Stefano Baldini ha commentato così: “Penso le rivoluzioni si facciano dal basso e quando non ci sono idee bisogna provare a inventarle. A vent’anni ho trovato un responsabile che mi ha dato fiducia e permesso di sperimentare. Poi a trent’anni, insieme ad amici e collaboratori abbiamo creato un gruppo di lavoro mosso dagli stessi principi di lavorare, provare e sperimentare”.
Il terzo intervento, infine, è stato affidato a Giacomo Violini che ha raccontato alcuni aneddoti con protagonista Gianluca Pagliuca durante il suo periodo di lavoro al Bologna: “La figura del preparatore dei portieri è quasi uno psicologo. L’allenatore deve interagire con un gruppo di venti o trenta persone, mentre il preparatore dei portieri ha un rapporto diretto con l’atleta. Quando sono arrivato al Bologna ho conquistato la fiducia di Pagliuca, potevo fargli fare qualsiasi esercizio perché avevo creato un rapporto particolare e si fidava. Nei momenti di gloria del portiere, il preparatore deve sapere stare dietro le quinte, il lavoro inizia quando le cose non vanno ed è lì che occorre essere vicini al portiere”.
A concludere la serata è stato Alberto Pasini che, prima di ringraziare i relatori e i numerosi presenti alla serata, ha concentrato il proprio intervento sulla possibilità e opportunità di lavorare sul miglioramento della corsa durante gli allenamenti. Un aspetto importante che, secondo il preparatore, può fare la differenza nel calcio moderno sempre più veloce e atletico.

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