La sconfitta in Trentino era andata di traverso un po’ a tutti. Non solo per il 2-1 subìto in rimonta, anche per le condizioni ambientali altamente limitanti per una squadra molto tecnica e molto esperta: sintetico che sembrava cemento, vento che guastava ogni idea di gioco. Il ritorno dei quarti di finale nazionali di Coppa Italia di Eccellenza doveva essere l’occasione della riscossa, la prova di forza che ristabilisse le distanze tra due squadre, Cast Brescia e Lavis, che sulla carta distanti lo sono. La riscossa c’è stata. Oggi pomeriggio, al Comunale di Castegnato, i bresciani hanno battuto 3-1 i campioni regionali trentini, ribaltando il risultato dell’andata ed ottenendo il pass per le semifinali del torneo.
Dopo aver messo via, domenica, i punti numero 8, 9 e 10 di vantaggio sulla seconda in classifica del girone C del campionato lombardo di Eccellenza, mister Andrea Quaresmini sceglie di andare all-in per tentare la remuntada infrasettimanale in Coppa. Letture e fosforo da una parte, energie e fisicità dall’altra, in un sistema di qualità condivisa, è la scelta di campo dell’allenatore di casa. Fosforo e letture sono quelle di Tognassi, Giosa e Gritti, la vecchia guardia su cui si basa l’architrave franciacortino; la quota energie e fisicità è data da Otabie, Zanelli e Contratti, ragazzi che sanno spendersi fino all’ultima goccia di sudore per coprire sezioni immense di tappeto verde. La qualità è portata in particolare dai due esterni del comparto offensivo, con un Peli molto ispirato e nonostante un Mattei non al meglio. Infine c’è Sodinha, per il quale i canoni codificati non possono essere utilizzati.
L’approccio alla gara del Cast Brescia è determinato. Il Lavis, come prevedibile, attende, con tre centrali di ruolo e un terzino bloccato a comporre la linea arretrata di un 4-3-3 che ha l’intento di fare densità ovunque in zona palla ed ingolfare il trattamento palla avversario. Di fronte a squadre chiuse, che non hanno problemi ad abbassare oltremodo il baricentro, servono invenzioni. Il Cast ha il re della categoria e non è un caso che dal mancino del 99 nasceranno tutte e tre le marcature.
Al 15′ i padroni di casa passano con uno schema da calcio piazzato. Dai 30 metri, in zona centrale, l’ex Brescia pennella sulla testa di Tognassi, che fa da sponda mangiando in testa a Diagne e rimette verso il centro area per la correzione aerea di Peli. Bellunato si fa sorprendere dall’ala, 1-0. Senza il vento dell’andata, i cambi gioco diventano un’opzione importante, ma è palla a terra che i biancoazzurri preferiscono costruire. Come a Lavis, tuttavia, l’undici sornione di mister Stefano Manfioletti (chiamato Special One in Trentino per aver vinto diverse volte l’Eccellenza) dimostra di avere nelle corde acuti stordenti. Il primo capita al 19′ su una sovrapposizione veloce sulla sinistra di Paoli, che trova libero Amorth al limite dell’area piccola: il suo collo pieno trova l’incredibile deviazione di Tognassi, lanciatosi a peso morto per la disperata difesa della propria porta. 7′ dopo ecco il pareggio.
Giosa respinge corto di testa uno dei soliti lanci dalle retrovie rossoblù, Dsiri si sposta palla sul sinistro e, dal nulla, trova una traiettoria mancina bassa e a giro che sorprende Chini. Nonostante le poche idee e una scarsa esecuzione d’insieme, il Lavis si ritrova in un attimo con la qualificazione in tasca.
Il regolamento dice che, in caso di parità nel doppio confronto, i gol in trasferta valgono ancora doppio. Ecco perché l’1-0 poteva bastare, ecco perché un’ulteriore rete subita sarebbe esiziale. Le due formazioni vanno all’intervallo con questo pensiero in testa.
Quando tornano in campo riprendono il piano gara iniziale. Arrembante da una parte, conservativo dall’altra. Lo sforzo del Cast viene nobilitato nuovamente dal tocco sapiente del piede di Sodinha. Al 52′ il brasiliano lavora un pallone al limite dell’area e pesca il taglio interno di Peli, che difende palla e, in girata, fulmina sia Bellunato che Bertè. Stavolta il gol incassato non produce cambiamenti nel gioco ospite, evidentemente non scontenti di un’ipotetica coda supplementare. Il pubblico (molto numeroso e molto partecipe) si gasa ad ogni giocata dei locali, l’allungo decivo è nell’aria. Arriva puntuale allo scoccare dell’ora di gioco. Qui bisogna prendersi qualche riga di tempo per fare un elogio a Contratti.
Dal 1′ di gara è lui a spendersi sia in ripiegamento sia in una versione castegnatese di gegenpressing, non certo Sodinha. Dopo la prima mezz’ora ci si chiedeva quanto potesse durare. Arrivati allo scadere della seconda mezz’ora il classe 1999 stampa sul campo la sua personalissima risposta.
Si fa trovare in appoggio all’uscita palla dalla difesa, scaricando di prima sul centrocampo e permettendo alla squadra di salire; il lancio successivo verso Mattei non porta esito grazie all’uscita di Bertè, che di testa tocca verso Rizzon; non si sa come, Contratti, che un secondo prima aveva i piedi sulla linea di centrocampo, è già 30 metri più avanti a pressare il numero 3, che è costretto a liberarsi del pallone, scagliandolo in fallo laterale; da quella rimessa nascerà l’alleggerimento di Sodinha per Otabie, che salta secco Amorth e fa partire un arcobaleno verso il centro; Contratti, dopo essere stato incontrista e pivot, indossa la maglia della punta di razza, disegnando la mezzaluna che poi gli permette di saltare in terzo tempo per incornare nell’angolino il 3-1. Si tratta del terzo duello individuale perso malamente da Bellunato, e del gol che regalerà la qualificazione.
La terza e ultima mezz’ora propone un Lavis senza piani “B”, quindi incapace di costruirsi una chance credibile per fare quel secondo gol che rigirerebbe di 180° la questione. Ma forse sono più i meriti del Cast, che non concede più nulla, pur senza rintanarsi nella propria area a difendere. Quaresmini toglie Sodinha, sì, ma per inserire Tanghetti. Rizzon veste i panni di Tognassi e, nello stesso modo e nella stessa porta, toglie col proprio corpo a Peli la gioia della tripletta. Solo nei minuti conclusivi sceglie una dinamo come Marazzi per far rifiatare Mattei e dare maggior copertura. Non succederà più nulla, se non il triplice fischio del sig. Palmieri di Avellino.
Il Cast Brescia accede alle semifinali nazionali, dove incontrerà i toscani del Certaldo, promossi ai rigori dopo il doppio 1-1 coi marchigiani del Valdichienti Ponte. L’altra sfida vedrà i molisani del Campobasso (2-1 e 1-1 contro i laziali dell’Insieme Formia) contrapporsi ai campani del San Marzano (1-1 e 3-0 ai siciliani della Nuova Igea Virtus).
POST PARTITA
Intervenuta ai microfoni del collega Cristiano Tognoli, la proprietà del Cast Brescia si gode la pietra miliare appena posta. “C’è grande soddisfazione per questo risultato – ammette il presidente Maurizio Imperiale –, anche per la grande cornice di pubblico che abbiamo ospitato. Quando ci sono partite di cartello la gente viene”.
Gli fa eco il partner Sandro Musso: “Maurizio è una bravissima persona, merita una gioia importante, così come la meritano mister e squadra. Partite come queste sono sempre difficili, anche con squadre sulla carta meno forti, perché si chiudono. Le chiavi sono state tenacia, gruppo, umiltà. E un Sodinha eccezionale, un inventore di calcio”.
Più approfondita la disamina del tecnico Andrea Quaresmini: “Bisogna dar merito ai ragazzi per l’ottima prestazione, stanno facendo cose incredibili, le partite cominciano ad essere tante e i risultati sono importanti. A noi rodeva la sconfitta dell’andata. La mia è una gestione dei ragazzi fatta in base alle qualità che hanno. Per me portare fino in fondo il 3-1 era rischioso, sapendo che col 3-2 saremmo usciti, quindi il mio intento è stato cercare di andare il 4-1, per quel motivo ho tenuto i quattro giocatori offensivi. Poi col passare dei minuti si può anche pensare di difendere il risultato. Non sfruttare la qualità dei miei giocatori sarebbe un sacrilegio”.
“Ora prenderemo informazioni sul Certaldo, come fatto con le altre. Avevamo detto che volevamo andare avanti, adesso a maggior ragione vorremmo arrivare fino alla fine. Siamo partiti con la consapevolezza di dover essere protagonisti in campionato, poi è venuta fuori la Coppa, quindi il desiderio è cambiato: arrivare in fondo dappertutto. La Coppa ci porta via tanto dal punto di vista fisico e mentale, ma è un rischio che abbiamo voluto correre. La gente sugli spalti? Fa sempre piacere se c’è seguito, soprattutto per i ragazzi, che sentono qualcosa in più. Se poi si riescono a dare soddisfazioni ancora meglio”.
Dopo 73′ abbaglianti, Sodinha regala anche sorrisi post partita: “Per me è la prima esperienza in questa categoria, ma mi danno ugualmente grandi soddisfazioni questi risultati. Il campionato non è chiuso, dobbiamo giocarlo fino alla fine. Ovvio che essere a +10 è una grande cosa. Il Certaldo? Mai sentito. Ma il bello di questo torneo è anche questo, incontrare squadre che non si conoscono”.
Uscito per un problema alla caviglia dopo un duro contrasto, Marco Mattei ammette di aver giocato non esattamente al cento per cento: “Ho un problema al pube che mi sta condizionando in queste ultime settimane, ma questa era una partita troppo importante per farsi da parte. Per noi essere tra le prime quattro di Coppa è il premio più bello. La squadra è attrezzata per la doppietta”.
CAST BRESCIA – LAVIS 3-1
15′ Peli (C), 26′ Dsiri (L), 52′ Peli (C), 60′ Contratti (C)
Cast Brescia (4-2-3-1): Chini 6; Otabie 7, Tognassi 7.5, Giosa 6.5, Berardo 6; Gritti 6.5, Zanelli 6.5; Mattei 6 (80′ Marazzi 6), Sodinha 7.5 (72′ Tanghetti 6), Peli 7.5; Contratti 7.5 (76′ Giangaspero 6.5). A disposizione: Serio, Zagari, Meini, Ardesi, Zanini, Vigni. Allenatore: Quaresmini 7.
Lavis (4-3-3): Bertè 5; Gretter 5.5, Bellunato 4.5 (76′ Casalini 5.5), Rizzon 6 (71′ Vitti 5.5), Paoli 5.5 (86′ Ceccarini sv); Dsiri 6, Pancheri 5, Mici 5.5; Diagne 5 (80′ Mallemace sv), Barbetti 5.5, Amorth 5 (71′ Leye 5). A disposizione: Rocco, Bozzi, Lucidi, Viola. Allenatore: Manfioletti 5.
Arbitro: Simone Palmieri di Avellino 6.5.
Assistenti: Simone Conforti di Salerno e Daniele Tasciotti di Latina.
Note: giornata calda. Spettatori: 200 circa. Ammoniti: Mici (L), Dsiri (L), Barbetti (L), Rizzon (L). Calci d’angolo: 6-2. Tiri (in porta): 10 (6)-7 (4). Recupero: 1′ e 4′.
Matteo Carone
