Da Bresciaoggi del 7/11/2023, di Michele Laffranchi
Mattia Marcenzi, nel mondo del calcio, è tante cose. Un visionario, innanzitutto: quanto ormai tre stagioni fa sente venire meno la scintilla, dopo anni ricchi comunque di soddisfazioni con indosso i guantoni, decide di reinventarsi attaccante. O meglio, di tornare al ruolo che aveva interpretato sino agli Allievi: «Sono nato come punta, ma me la cavavo meglio in porta- racconta l’asso della Caffarese. La sua storia è quasi incredibile -: io sono di Ponte Caffaro e, persa un po’ la magia, ho provato a ritrovare entusiasmo nella squadra del mio paese. Il presidente Carlini mi ha accolto a braccia aperte e adesso se la ride: non ci crede neanche lui che prima giocavo in porta».
L’aspetto straordinario della vicenda è proprio questo: Marcenzi, da portiere ad attaccante per divertimento, ha sinora realizzato tutte e 9 le reti della Caffarese nel girone A di Seconda Categoria in Trentino (più una decima contro l’Arco B, che però è fuori classifica). Dove sarebbero i gialloverdi seil talentuoso classe ’98 (25 anni da compiere il prossimo 30 dicembre) non avesse deciso di tornare al ruolo tanto amato da bambino? «Bisogna ringraziare i miei compagni – si schermisce lui -: ci tengono molto e mi mettono sempre nelle condizioni di segnare. Spero comunque comincino a sbloccarsi anche gli altri: abbiamo un ottimo reparto difensivo, il portiere Malcotti lo conosco bene ed è molto bravo, ma serve segnare maggiormente per arrivare a raggiungere il nostro obiettivo, i play-off. Il Baone ha costruito un’armata per tornare in Prima, con le altre però possiamo giocarcela». Da portiere si è già tolto parecchie soddisfazioni, comprese le due stagioni in Eccellenza a Storo con il Calciochiese, prima delle annate in Prima a Pieve di Bono. L’obiettivo adesso è quello di divertirsi con gli amici: «In squadra ci conosciamo tutti, gioco proprio per la passione di stare assieme agli altri – prosegue sereno l’attaccante gialloverde -: non ho l’assillo di fare gol e forse proprio per questo continuo a segnarne. È buffo farlo contro quelli che prima erano i miei colleghi in porta». Nessuna pietà, comunque, per il suo vecchio ruolo: Marcenzi il visionario il vizietto del gol non l’ha mai abbandonato, nemmeno quando indossava i guantoni.
