Dal Corriere della sera-Brescia
“Nel calcio moderno, «un giorno credi di essere giusto e di essere un grande uomo, in un altro ti svegli e devi ricominciare da zero». E se lo dice Edoardo Bennato, che scrisse e cantò «Notti magiche» («Un’estate italiana», il titolo esatto dell’inno dei Mondiali 1990), c’è da crederci. Le squadre professionistiche sono ancora 100, ma passare dall’altare alla polvere è facilissimo: basta un soffio di vento, un’annata andata male, a volte (spesso) il procuratore sbagliato. E ti ritrovi senza squadra, costretto ad accettare di ripartire dai dilettanti. E di farlo come hobby retribuito, lasciandosi lo spiraglio per aprirsi altre strade in settori diversi. A volte bastano tre anni per precipitare dalla Serie A alla Serie D: è il caso di Alessandro Semprini, bresciano doc, con all’attivo anche qualche panchina con la Juventus di Massimiliano Allegri, un tecnico che non fa figli e figliastri quando si tratta di scegliere. Se può lanciare un giovane bene, se può valorizzare qualcuno partito dal basso ancora meglio: il caso di Federico Gatti, ex muratore, è lì a dimostrarlo.
Semprini ha fatto il percorso inverso, sino a esordire domenica con il Desenzano in Serie D: è stato in realtà sempre di proprietà del Brescia, che lo ha poi ripreso e lanciato in prima squadra. Nella stagione 2019-20, alla seconda partita dopo il ritorno della Serie A post lockdown, Alessandro si tolse persino lo sfizio di segnare il gol del provvisorio 2-0 in un Brescia-Genoa: fu l’ultima illusione per le rondinelle, in quel momento pensarono di potersi ancora salvare. Così non fu e quello resta il flash più luminoso di una carriera che lo vede in quarta serie ad appena 25 anni. Per provare a risollevarsi e rilanciarsi, a casa sua. Con lui c’è Simone Rosso, un altro reduce dell’ultimo Brescia pre Cellino, stagione 2016-17, quella in cui Semprini fu girato alla Juve. La gestione Bonometti-Sagramola doveva fare le nozze con i fichi secchi, prelevava in prestito diversi giovani (non sempre delle prime scelte) dalle big per provare a valorizzarli: se Federico Bonazzoli, scuola Inter e manerbiese, oggi è l’unico di quel gruppo in Serie A con il Verona, per Rosso e molti altri il trampolino si è trasformato in uno scivolo. C’è chi resta almeno in Serie D, semiprofessionismo, in Italia o all’estero (come Alessandro Martinelli e Andrej Modic): Nicola Lancini, l’uomo che evitò i play out con un salvataggio sulla linea al 90’ contro il Trapani, è al Villa Valle; Giovanni Sbrissa è al Trapani, Filippo Strada è all’Adriese. Un gradino sotto, in Eccellenza, troviamo Andrea Vassallo (Pavia), Gaston Camara (Novafeltria) e il bresciano Fabio Bertoli (Bedizzolese, fresco di laurea). Poi ci sono le scelte di vita di due ragazzi con una testa diversa dagli altri: Federico Serraiocco, portiere, è tornato in Abruzzo e difende i pali della Turris Val di Pescara in Promozione; per Leonardo Blanchard, invece, il calcio è da tempo solo un hobby (rinunciò a un contratto da 600 mila euro nel 2018) e ha sposato la causa del Belvedere Grosseto, in Prima Categoria. Soprattutto, si è dedicato alla moda nel negozio di famiglia e ha aggiunto pure una spruzzata di tv partecipando a «Tale e Quale» dove ha imitato Giuliano Sangiorgi. Sono passati solo sei anni da quando salvò il Brescia. Sembra una vita fa, la realtà è che calcio «tutto
scorre». Lo cantano i Negramaro, vero Leo?”
Questa la tabella riassuntiva delle rondinelle 2016-17 finite tra i dilettanti (Michele Somma attualmente è svincolato):
Por Serraiocco – Turris Val di Pescara (Promozione)
Dif Semprini – Desenzano (Serie D)
Dif N.Lancini – Villa Valle (Serie D)
Dif Blanchard – Belvedere (Prima Categoria)
Cen Camara – Novafeltria (Eccellenza)
Cen Rosso – Desenzano (Serie D)
Cen Bertoli – Bedizzolese (Eccellenza)
Cen Sbrissa – Trapani (Serie D)
Cen Martinelli – Mendrisio (Amatori Svizzera)
Cen Modic – Kozara Gradiska (Serie B Bosnia)
Cen Said – Locarno (Amatori Svizzera)
Att Vassallo – Pavia (Eccellenza)
Att Strada – Adriese (Serie D)

