Dal Corriere della sera-Brescia
Se l’Inter marcia a un ritmo da record, quali aggettivi si possono usare per una squadra che la sta persino superando? La Lombardia è la regione del calcio, da sempre. Ma, nei tornei dalla Serie A alla Prima Categoria (al di sotto, si tratta di campionati gestiti dalle singole province), dopo il giro di boa, la regina tra le regine è bresciana e si chiama Ospitaletto. Una sorpresa relativa, per gli addetti ai lavori, dato che lo stesso nucleo lo scorso maggio aveva centrato la storica doppietta Eccellenza-Coppa Italia dilettanti con il Cast Brescia. La famiglia Musso si è però trasferita in estate – senza cambiare categoria – da Castegnato a Ospitaletto, per provare a (ri) fare la storia in un paese che l’aveva già vissuta, grazie alla famiglia Corioni e al genio in panchina di Gigi Maifredi. Il calcio italiano sembrava aver dimenticato i colori «orange», ora potrebbe tornare a conoscerli proprio nell’anno del centenario del club: il sodalizio tra il presidente Giuseppe Taini e i Musso (Sandro presidente onorario, Paolo direttore sportivo) funziona. La squadra di mister Quaresmini è l’unica in Lombardia, insieme ai bergamaschi del Pianico (Prima Categoria), a non aver mai perso in campionato. E la media punti, (2,56) è pari a quella dei milanesi del Carugate di Prima Categoria. L’Inter è un centesimo sotto, nella top ten figura un’altra bresciana (il Travagliato) così come il Mantova dei miracoli, in Serie C, del tandem Botturi-Possanzini. A proposito di bresciani.
L’Ospi ha 13 punti di margine sulla seconda, veleggia verso il ritorno in quarta serie: l’ultima volta fu nel 1998, quando ancora si chiamava C2. «I numeri e la superiorità espressa in campo sono evidenti — spiega il presidente Taini — abbiamo rafforzato patrimonialmente il club con nuove risorse, perché i Musso sono entrati come soci e questo cambia tutto, rispetto a quanto avevano vissuto a Castegnato: c’è sintonia, il progetto è triennale, si può ambire a qualcosa in più dell’Eccellenza. Ma l’anno prossimo sarà un altro film».
Sandro Musso pare quasi sollevato per aver smentito le solite voci che nell’ambiente aleggiavano in estate: «Da fuori sembrava una situazione intricata, “Chissà cosa succede con Musso”. Ma con determinazione e intelligenza si trova un filo conduttore. Con Beppe ci siamo trovati molto bene fin dall’inizio: siamo complementari, non ci si pesta i piedi, ci si confronta in modo serio e tranquillo. Per fare squadre forti basta spendere, si dice. Non è così. Serve che un gruppo diventi una squadra. Questi ragazzi sono eccezionali, il mister ha raggiunto grande capacità di coordinare spogliatoi con personalità spiccate, che in partenza possono sembrare bombe ad orologeria. Inoltre, non l’ho mai elogiato, ma devo dirlo: mio figlio Paolo è diventato davvero bravo a gestire tutte le situazioni. C’è sempre meno bisogno di me». E quest’ultimo, direttore sportivo, raccoglie l’assist del padre. Si addentra in questioni tecniche, togliendosi qualche sassolino dalla scarpa: «A metà giugno la squadra era quasi fatta, qualcuno ci disse di no ma non eravamo appetibili come ora. Non sono così convinto — continua — che questo gruppo in caso di promozione debba essere cambiato, non perché abbia la presunzione di pensare di essere pronti già a fare la Serie D con questi elementi, ma perché a volte il valore di una squadra è derivante dal gruppo. In estate ci davano tra le favorite, ma dopo le prime partite incerte non dimentico che qualcuno ci facesse già il funerale: lì sono usciti i valori umani». Stanno facendo la differenza.
Questa la top ten delle migliori squadre lombarde nei tornei nazionali e regionali (Seconda e Terza sono quindi escluse):
1) Carugate (Prima Cat. Milano) e Ospitaletto (Eccellenza) 2,56
3) Inter (Serie A) 2,55
4) Olimpia Tresiana (Prima Cat. Varese) e Pianico (Prima Cat. Bergamo) 2,5
6) Valcalepio e Rhodense (Promozione), Folgore Legnano (Prima Cat. Milano) e Travagliato (Prima Cat. Brescia) 2,44
10) Mantova (Serie C) 2,43
