Dal Giornale di Brescia
La sfortuna non guarda in faccia nessuno. Nemmeno un ragazzo di 21 anni che si impegna nel lavoro e coltiva il sogno di diventare un calciatore. Ci sono tante storie che raccontano di desideri realizzati, di persone partite dal basso e arrivate al successo. Ce ne sono meno che raccontano di un destino beffardo e difficile da accettare. Quella di Erik Zanelli, purtroppo, fa parte del secondo filone. Il centrocampista dell’Ospitaletto non potrà più giocare a calcio in Italia per problemi cardiaci: una notizia choc, quasi violenta per come si è abbattuta sulla vita del ragazzo originario di Lodrino.
«Due anni fa ho avuto una miocardite e durante il ricovero in ospedale si sono accorti che di notte il mio cuore si fermava per alcuni istanti – spiega Zanelli – Fino a pochi giorni fa ho preso tre pastiglie al giorno per risolvere il problema, ma purtroppo hanno smesso di fare effetto: ho un loop recorder (un dispositivo impiantabile, utilizzato allo scopo di rilevare le occasionali anomalie del ritmo cardiaco, ndr) che ha evidenziato uno stop del cuore di dieci secondi durante una notte tre settimane fa e il cardiologo ha deciso che era il caso di installare un pacemaker». Le linee guida italiane in merito sono le più severe in Europa. Lo testimonia il caso Eriksen, che impedì al calciatore di poter continuare la carriera all’Inter dopo l’arresto cardiaco avuto agli Europei 2021 con la Danimarca: con un defibrillatore non si può giocare perché l’attività agonistica intensa può essere la causa dell’aritmia, ma soprattutto perché gli scontri di gioco potrebbero causare gravi conseguenze.
«Ho chiamato dappertutto per informarmi sulle possibilità di riprendere in Italia – prosegue Zanelli – ovunque ho ricevuto la stessa risposta negativa. Sto valutando di andare a fare qualche esperienza all’estero, ma senza rivoluzionare la mia vita: voglio capire se posso giocare in Svizzera così da non allontanarmi troppo dalla mia famiglia e dai miei amici». L’episodio ricorda quanto accaduto a Sonny Colbrelli alla Volta di Catalunya nel marzo del 2022, quando il ciclista valsabbino ebbe un infarto subito dopo il traguardo.Anche se Zanelli sottolinea che «di giorno non mi succede mai, sono bradicardico e di notte il mio cuore si rilassa troppo, sostanzialmente».
Una sentenza quindi ancora più dura da accettare per un ragazzo che sta bene, ha sempre fatto sacrifici combattendo anche molti infortuni e dopo essere passato dalle giovanili di Inter e FeralpiSalò a Ospitaletto aveva trovato la sua dimensione, facendosi notare anche da squadre di serie C. «Mi aspettavo un proseguimento diverso, invece è finito tutto da un giorno all’altro e non è facile metabolizzarlo – ammette Zanelli – Domenica i miei compagni mi hanno fatto versare qualche lacrima: loro, la società e la mia famiglia mi sono molto vicini. In questo momento è davvero difficile prendere decisioni sul mio futuro: credo di aver bisogno di tempo, ma non so se riuscirò a stare nel mondo del calcio senza giocare».

