Rass.stampa, Gazzetta - Cellino: "Sentenza già scritta, al Tar sarei sereno: mi hanno stuprato"

dalla Gazzetta dello Sport

«Sto male. Mi hanno ammazzato, morirò infangato, vituperato, stuprato. E perché? Perché sono stato truffato. Hanno truffato me, la Covisoc e l’Agenzia delle Entrate. Hanno truffato tutti, siamo tutti vittime e mi dispiace in un modo devastante. Avrei preferito morire sotto una macchina che subire una cosa del genere».

E se le dessero ragione?
«Temo che la sentenza sia già scritta. Se la Figc fissa la data del playout prima che si possa esprimere un vero tribunale, ma solo dopo le due sentenze dei giudici federali, vuol dire che le cose sono già chiare».

Non si sente tutelato?
«Sento di non avere la possibilità di dimostrare che ho ragione. Abbiamo tutto per provarlo, compresa la comunicazione con la Covisoc che approva l’operazione dopo averci chiesto una serie di documenti come la quietanza dell’Agenzia delle Entrate, e se l’udienza fosse davanti al Tar avrei dormito tutte le notti. Ma sono spaventato da quest’atteggiamento del presidente federale. Questa è ingiustizia sportiva, è una truffa. Il Brescia è vittima e sta subendo un processo ingiusto. È un calcio sporco che con questa vicenda ha perso la poca credibilità che aveva»

Pensa anche ai tifosi?
«Brescia è una città distrutta. Eravamo riusciti a salvarci dopo un anno devastante, soffrendo tantissimo. Pensate a chi ha festeggiato e poi scopre questo»

Se avete ragione, perché è successo tutto questo?
«Si dice che è stato fatto per dare una possibilità di salvezza alla Samp, che temo sia comunque già fallita. Io non ho prove, ma mi viene da crederci perché non vedo altre motivazioni»

Se il Tar poi vi desse ragione. lei in che cosa spera? In un campionato a 21 o 22?
«No, è giusto che il campionato sia a 20 squadre. Con il Brescia. E se mi dicessero oggi “non facciamo il processo e portiamo la B a 22” direi di no, perché non sarebbe giusto, non faccio i comodi miei sui principi in cui credo»

Come si riparte?
«A quasi 70 anni vorrei fare un passo indietro, questo mondo che è cambiato, non mi piace più. Avevo persone (Andrea Radrizzani, l’ex socio del Leeds, ndr) interessate all’acquisizione del Brescia, praticamente avevo già venduto. A quattro soldi ma avevo venduto, perché il mio tempo a Brescia era concluso. Questa roba qui ci ha anche bloccato la cessione.Io non ce la faccio più, davvero».

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