dal Corriere della Sera-Brescia
Lo stadio in città resta il Grande Tabù e questo è l’ultimo treno che passa per trovare una soluzione che non sia un rattoppo. Giuseppe Pasini, in testa al gruppo come nel ciclismo che tanto ama, ha due alleati per scalare la Cima Coppi. Uno è il Comune, l’altro è Lamberto Cremonesi. Il presidente mercoledì sera ha detto che la priorità attuale è il centro sportivo e lo stadio arriverà dopo. Ma ha anche ricordato che «un progetto c’è già». Ed è quello, come può svelare il Corriere, a firma Crew, che già nel 2017 – dopo il salvataggio Bonometti, che poi però cedette il club a Cellino – era finito sul tavolo della Loggia. Un progetto che «non si limita alla costruzione della nuova struttura sportiva, ma mira a rigenerare l’area circostante. Parte da un’analisi delle potenzialità urbane al fine di creare un dialogo tra queste e il nuovo impianto come nuovo servizio per la comunità», si legge nel sito di Crew, lo studio bresciano di progettazione dell’ingegner Lamberto Cremonesi e del figlio Marco che aveva redatto una progetto di fattibilità, logicamente da aggiornare insieme a Loggia e Pasini.
Le prime linee guida, raccolte dal Corriere , raccontano di un presidente intenzionato a disegnare uno stadio tra i 16 e i 20 mila posti a sedere, tutto coperto. Un’opera simile, anche se di poco più piccola, rispetto a quella sorta a Bergamo che ha richiesto cinque anni di lavori (tra 2019 e 2024) con una pandemia in corso. Anche se una road map ora può solo essere tratteggiata, e qui il ruolo della Loggia sarà centrale, si possono ipotizzare tra i 4 e i 5 anni di cantieri con i vari settori riqualificati a tappe, anche durante il campionato. Lo stadio occuperà un’area di 111.500 metri quadri. Connessi alla struttura sportiva ci saranno uffici e altre attività commerciali per un massimo di 5mila mq. Il salto di qualità sarebbe nella fruizione di Mompiano, un polo capace di attrarre i cittadini sette giorni su sette: ristoranti, ambulatori per le analisi mediche, medie strutture di vendita come un negozio di articoli sportivi; tra gli esponenti di Giunta c’è chi sogna addirittura uno studentato dietro la Curva Nord e l’adesione dello stadio alla comunità energetica. E si punta ad un design moderno, “all’inglese”.
I costi? Oltre 55 milioni. Una cifra non indifferente, elemento che portò Massimo Cellino a scartare il progetto già nel 2017. Due anni più tardi, quando salì in Serie A, Cellino ne valutò uno più economico in tubolari. Non se ne fece nulla: quel club aveva progetti a breve-medio termine, mentre la legge stadi – della quale si servirebbe l’Union – è finalizzata a dotare i club calcistici dei diritti di superficie per uno stadio «proprio» sino a 99 anni di utilizzo. Già nel Novanta ci furono più ipotesi, dalla zona Fiera a Rezzato, da San Polo a Castenedolo ma nei primi anni Duemila prese corpo il progetto ambizioso dello Stadium Global Center a Castenedolo. Sotto la giunta Paroli, nel 2010 si fece strada l’idea della Cittadella dello Sport al Parco delle Cave a Buffalora. Ora, tuttavia, è cambiato lo scenario: il sistema Brescia sta aiutando la crescita della squadra di calcio come non capitava da decenni. Dopo la regia efficace che l’amministrazione comunale ha avuto la scorsa estate – non senza il decisivo apporto dell’ex sindaco Emilio Del Bono – ora Laura Castelletti spinge per il radicale restyling del Rigamonti. Date le insidie giudiziarie dei contenziosi non ancora risolti con Massimo Cellino, i tempi fissati dall’assessore allo sport Alessandro Cantoni (visionare il progetto entro il primo trimestre 2026) subiranno un leggero rinvio. Il tempo c’è ma non è infinito, perché nel 2029, ossia a 70 anni dalla costruzione, l’impianto di Mompiano potrebbe diventare uno dei Beni vincolati dalla Sovrintendenza per il suo valore storico.
Una possibilità – «eventualità», minimizzano dalla Loggia – che verrebbe scongiurata qualora i cantieri iniziassero prima della scadenza del mandato amministrativo in corso. «Si tratta di un’occasione unica per la valorizzazione dello stadio – dichiara Cantoni – Sarebbe la prima volta che gli imprenditori bresciani lanciano un forte messaggio di unità, finalizzato ad aumentare il potenziale di una struttura così importante». Prima, però, il centro sportivo. Dall’esito delle trattative in corso per Torbole Casaglia, un asset celliniano, dipenderanno le prossime mosse. Esiste un ricorso aperto, al Tar, che si esprimerà il prossimo 9 aprile sulla lunga querelle, esplosa in estate, tra l’ex presidente e la Loggia. Non è mai stato escluso che si possa arrivare a un accordo prima senza tornare in aula. Andare a dama sul centro sportivo agevolerebbe la nuova partita, la più importante, chiamata stadio, senza più avversari se non quello di sempre. Il tempo.
