Nella serata di lunedì 17 aprile è andata in onda su Rai3 una puntata di Report riguardante numerose intercettazioni riguardanti il periodo di Calciopoli, contenute in una chiavetta fornita da Luciano Moggi, all’epoca uno degli artefici del sistema malato che colpì il calcio italiano dal 2002 al 2006.
All’interno della trasmissione, non potevano mancare spezzoni con Massimo Cellino, ai tempi presidente della Lega Calcio, ruolo ricoperto dall’attuale presidente del Brescia dopo le dimissioni di Adriano Galliani nell’estate del 2006. Dichiarazioni shock quelle dell’imprenditore sardo, che ha ammesso di aver intrapreso azioni illegali per nascondere verità che avrebbero fatto cedere il sistema: “Cercavo di tenere in piedi la baracca, perché la sensazione è che stesse crollando tutto. Ricordo che c’era un contenitore di metallo con dei cassetti, all’interno dei quali erano inseriti tutti i dossier delle società. C’era chi si era iscritto al campionato con fideiussione falsa, chi si scaricava l’Irpef come trasporto. Scendemmo nel piazzale sottostante davanti a un bidone di ferro: buttammo lì la documentazione e bruciammo tutto. L’indomani quando vennero, cercarono quel faldone, non c’era più niente. Nemmeno io”.
Il patron del Brescia passa poi al capitolo arbitri: “In campionato perdiamo tre partite di seguito con arbitraggi devastanti e in maniera vergognosa. Vado poi a Roma a casa di Berlusconi, ci siamo io, Giuseppe Pisanu e Berlusconi stesso. Lui mi dice “ti devi candidare“ e io “sì, lo faccio, però gli arbitri mi stanno massacrando”. A quel punto Berlusconi guarda Pisanu e gli dice “Ministro, chiami lei Carraro, gli arbitri devono essere giusti nei confronti del Cagliari”. Pisanu gli risponde “chiamo Moggi, che è meglio”. Berlusconi mi guardò e diventò bianco”.