Dieci anni di passione, soddisfazioni e fatiche. Dieci anni di semina su strutture e squadre, impreziosita da una scalata che ha portato i colori biancorossi dalla Prima Categoria all’Eccellenza, sfiorando la Serie D. Ora è tempo di attuare una metamorfosi. Giuseppe Mora, presidente del Prevalle, ridisegna il suo progetto concentrandosi esclusivamente sul vivaio e rinunciando alla prima squadra.
“In questo decennio ci ho davvero messo l’anima ed è stato un percorso esaltante, ma fare calcio in un certo modo richiede grandi sforzi sotto tanti punti di vista, una grande energia e del tempo. Oggi ho altre priorità legate alla mia vita privata e se non posso fare le cose al massimo delle mie potenzialità e delle mie ambizioni preferisco concentrarmi su altro. Rinunceremo alla prima squadra, ma non verrà meno l’impegno nelle categorie giovanili. Il calcio a Prevalle, per quanto mi riguarda, proseguirà dai primi calci alla Juniores. Forse qualcuno ripartirà dalla Terza Categoria con gli adulti, ma in caso si tratterà di un progetto esterno alla nostra società”.
La maturazione di questa decisione è scaturita a seguito di una stagione deludente. “Avevamo costruito una grande squadra, purtroppo si è dimostrata tale solamente sulla carta. È girato tutto male, gli infortuni ci hanno tormentati, tanti calciatori hanno reso al di sotto delle aspettative. Pazienza, è andata così. Sia chiara una cosa: qui tutti hanno preso i loro rimborsi. Manca solamente la metà dei compensi di gennaio, che avevamo trattenuto solamente per dare la scossa ai giocatori in un momento negativo. A luglio saranno tutti saldati e saremo in regola in tutto e per tutto”.
La decisione di fare un passo indietro era nell’aria da settimane e nel frattempo Mora ha ricevuto parecchie visite nel suo ufficio. Quella con il Vobarno di Butturini è stata una trattativa vera e propria, ma non è stato possibile trovare le alchimie giuste per unire le forze. La scintilla dell’intesa non è scoccata nemmeno con Sandro Musso, che prima dell’accordo con l’Ospitaletto aveva sondato il terreno in casa Prevalle. Sarà invece il Cortefranca del presidente Canfora ad ereditare la categoria.
L’incontro organizzato ieri sera da Mora con la stampa è stata l’occasione ideale per il massimo dirigente del Prevalle al fine di fare chiarezza sulla situazione della sua società. Un atto dovuto, secondo il presidente, mirato a “confutare le notizie apparse su varie testate giornalistiche, per far meglio comprendere le ragioni della nostra scelta e dissipare qualsiasi diceria. Non ho debiti, fortunatamente le mie aziende sono sanissime. Ne ho sentite di tutti i colori, la fantasia di tante persone non ha limiti”.
Nel lungo comunicato del club Mora è un fiume in piena: “Avevamo dato comunicazione del nostro intento di non ripresentarci ai nastri di partenza della prossima stagione sperando di trovare qualcuno che avesse volontà, capacità e tempo per entrare a gestire la Polisportiva, ma nessuno in paese ha manifestato interesse. Il titolo sportivo non è andato disperso, ma resterà in provincia. In questi anni oltre ai successi della prima squadra abbiamo lavorato per migliorare il centro sportivo, sistemare gli spogliatoi, dipingere l’ingresso alle tribune, dotare l’impianto di un bellissimo campo in erba sintetica che resterà non alla società, ma all’intera comunità, frutto di un finanziamento di 450mila euro del quale la Polisportiva si è assunta l’onere per il 50%, impegno che verrà ovviamente onorato e che costituisce uno dei pochi casi in provincia in cui una società sportiva si è accollata un investimento così rilevante. Siamo passati da 80-90 tesserati a 210 complessivi tra Polisportiva e Accademia ottenendo risultati importanti anche con i nostri ragazzi. L’anno prossimo, infatti, i Giovanissimi disputeranno per la prima volta il campionato regionale. Abbiamo anche collaborato con il Comune nell’ottica di progetti inclusivi, educativi e mirati alla solidarietà, aiutando anche famiglie in difficoltà. Non pretendiamo standing ovation, ma non accettiamo falsità. Abbiamo fatto tanto e non ci fermiamo qui, ma ripartiamo con obiettivi nuovi che pongono al centro prima di tutto l’aspetto sociale, quello giovanile e quindi quello sportivo”.