Rass.stampa - Gdb: "Blitz a sorpresa di Guardiola a Brescia, pranzo con De Zerbi"

Dal Giornale di Brescia

Non ha bisogno di presentazioni. E di conseguenza nemmeno di annunciarsi. Pep Guardiola è come il Natale: quando arriva, arriva. E nel caso del mostruosamente vincente allenatore del Manchester City, nonché autentico asso di cuori per i bresciani, il… Natale è arrivato in un qualunque lunedì piovoso dello scorso giugno. È stato un perfetto blitz da «tre punti», una magnifica e ben riuscita improvvisata quella messa a segno da Pep che se un anno fa scelse Brescia per festeggiare la conquista della Champions League organizzando una cena con alcuni ex compagni di squadra, stavolta ha deciso di stravolgere il copione con una giocata d’istinto che ha colto di sorpresa anche i suoi più cari e fidati amici bresciani: di rientro da una vacanza di famiglia, prima di fare rientro nella sua Barcellona per gli ultimi scampoli di vacanza, ha infatti optato per una deviazione facendo tappa in città. Un passaggio veloce veloce, ma
decisamente intenso con poco, ma di tutto. Al primo posto c’è stato comunque il calcio perché pur nell’improvvisazione, Guardiola non ha lasciato nulla al caso. Prima, si era infatti sincerato del fatto che a Brescia ci fosse un padrone di casa tra i suoi colleghi come Roberto De Zerbi. I due, durante il biennio in Premier di RDZ, hanno infatti stabilito una speciale connessione fatta di profonda e innata stima dapprima professionale e poi man  mano divenuta umana: possono infatti a buon diritto essere definiti, e infatti così si definiscono, amici. Una vera rarità tra allenatori, a maggior ragione tra allenatori del livello del tecnico del City e di quello che ha appena abbracciato la causa del Marsiglia: De Zerbi considera Guardiola il maestro che ha tracciato una via e ne osserva le continue evoluzioni e Guardiola considera De Zerbi non come un allievo bensì già come un suo pari dal quale ritiene a sua volta di poter apprendere
qualcosa. E non a caso, proprio su questo presupposto di autentica reciprocità, Pep ha voluto organizzare un ristrettissimo pranzo con Roby. I due, hanno scelto quello che è ormai per entrambi un ristorante di fiducia, il Bistrot Lanzani. In una saletta appartata del locale, i due – più pochissimi amici di entrambi «convocati» in corsa – dopo una pasta della quale Guardiola è ghiotto un po’ in tutte le sue varianti – si sono intrattenuti fino a pomeriggio inoltrato discutendo di calcio tra idee, sensazioni, prossime personali sfide, scelte e attualità. Poi la fotografia di rito e un intenso abbraccio di saluto con il reciproco in bocca al lupo e la promessa di trovare un modo per rivedersi e condividere al più presto. Buon cibo – bagnato da un intenso Tignanello – e tanto
calcio, ma nel suo brevissimo passaggio in città – in pochi posti, e non è retorica, Guardiola si sente letteralmente a casa come a Brescia che gli garantisce la
possibilità di sentirsi una persona comune sia per la dimensione, sia per i rapporti che qui ha costruito – Guardiola non si è fatto mancare altre tappe. Ha avuto a esempio il piacere di effettuare anche un paio di passaggi in Areadocks, dove soggiornò anche l’anno passato – con un passaggio sia a colazione che per l’aperitivo – imbattendosi anche – in maniera del tutto casuale nel neo allenatore della FeralpiSalò Aimo Diana col quale non è mancato un velocissimo scambio di battute. La giornata scelta da Guardiola, come detto, non è stata baciata dal sole e – anzi – la pioggia battente ha fatto da sfondo. Nonostante questo il tecnico, riconosciuto da alcuni dei pochissimi passanti nei quali si è imbattuto, ha voluto rivedere un paio di vie del centro, quelle che lui imparò ad apprezzare durante la sua esperienza da calciatore. Poi, direzione Montichiari dove si è imbarcato su un volo privato: a Barcellona non è poi atterrato a mani vuote perché la moglie Cristina lo aveva incaricato di tornare a casa con un vassoio colmo di cannoncini, specialità della quale la famiglia Guardiola va ghiotta. Pep come il Natale: quando arriva arriva. Ed è sempre festa.

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