“No, non sarà un anno zero perché il passato non è tutto da buttare, anzi. Oggi vogliamo affermare a chiare lettere che il Brescia Calcio è attento e scrupoloso su tutto ciò che riguarda lo sviluppo del settore giovanile, anche se spesso sento dire e leggo il contrario. Sono tesi lontane dalla verità. Noi teniamo a questo territorio, al quale siamo legati. Abbiamo dei ragazzi in prima squadra. Ovviamente dobbiamo e possiamo migliorare”.
Dopo quasi due anni e mezzo di silenzio il Brescia torna a parlare di settore giovanile. Lo fa nel suo quartier generale, a Torbole Casaglia. Davanti ai microfoni della sala stampa c’è il direttore sportivo Renzo Castagnini, affiancato dal direttore organizzativo Eugenio Bianchini e dal direttore tecnico Aldo Nicolini, alfieri di un nuovo corso, l’ennesimo.
Castagnini: “Per avere continuità servono le persone giuste. I genitori sono di parte, gli osservatori non servono”
Il direttore sportivo difende il club e torna a piantare la bandiera biancoblù sul pianeta bresciano, per lunghi mesi senza un padrone. “Cinque responsabili giovanili in sette anni? Se ci sono stati molti avvicendamenti significa che in questo lasso di tempo non abbiamo trovato le persone giuste, capaci di lavorare in un certo modo. Cambiare per migliorare è giusto. Speriamo di trovare continuità in futuro“.
Castagnini dribbla così le polemiche dei mesi scorsi. “Le lamentele genitori? Quando ci sono di mezzo i propri figli è impossibile analizzare le situazioni con imparzialità. Quando ero alla Juventus con i genitori non si parlava, anche perché se si ascolta tutti si genera confusione. Piangere o lamentarsi per i figli è facile, bisogna approfondire le cose. Le quote e i servizi garantiti? Chi si allena da noi paga molto meno rispetto a ciò che avviene da altre parti. Abbiamo strutture ed allenatori di livello. La società ha investito sul vivaio e continuerà a farlo. Chi dice il contrario non sa come funzionano le cose in altri club. Potersi allenare in un centro sportivo come quello di Torbole non capita ovunque. Se tutto questo non è apprezzato non possiamo farci niente”.
Il direttore non si scompone nemmeno sulla diaspora di talenti. Da quanto ci risulta sono 27 gli under 14 che durante quest’estate sono approdati in società rivali, molti dei quali si sono accasati a Bergamo, alla Dea, oltre alle solite Inter, Milan, Cremonese, Parma. “Quello dell’Atalanta non ritengo sia un gran modello. Le società professionistiche si dovrebbero comportare in altro modo. Se un giocatore decide di andare da un’altra parte non possiamo farci nulla. Noi dobbiamo conquistare i ragazzi con ciò che abbiamo e proponiamo, migliorandoci continuamente, tutto qui”.
Anche il congelamento del settore scouting viene sminuito senza troppi giri di parole. “Avere osservatori non serve se hai una rete personale di dirigenti e rapporti produttivi con le società del territorio. Noi siamo il Brescia, se lavoriamo come si deve ce li vengono a portare i giocatori forti. Al Brescia vogliamo calciatori che desiderino indossare questa maglia. Chi viene qui ci deve scegliere. In questo modo avremo rapporti duraturi con i nostri ragazzi. Sarà un lavoro lungo e complicato, ma darà frutti”.
Bianchini: “Vogliamo collaborare con tutti. Trasporti? Li pagherà anche la Primavera. Voluntas è e sarà Brescia”
Eugenio Bianchini è lucido e determinato. “Sono onorato di far parte del Brescia. Sono stato chiamato in funzione di un progetto specifico voluto dal presidente. Il club ha l’obiettivo di essere fortemente presente sul territorio. Non solo: vogliamo lavorare con metodo sul campo, per questo sarà cruciale il lavoro di Aldo Nicolini, che farà da collante tra tutte le squadre del vivaio. C’è tanto da fare, ma ci sono anche grandi risorse perché questa provincia è ricca di talento. Bisogna far capire a tutti che quello del Brescia è un progetto serio e che la società intende far crescere questi ragazzi a 360 gradi”.
I progetti del passato, dai centri di formazione alle affiliazioni, vanno in archivio, sostituiti dalla tela che il dirigente ha iniziato a tessere in questi mesi. “Conosco le società del territorio. Alcune sono già state interpellate, altre le incontrerò nelle prossime settimane. I riscontri sono stati positivi. Non cerchiamo figli e figliastri. Non puntiamo ad avere rapporti privilegiati con qualcuno e a snobbare altri. Noi abbiamo bisogno di tutte le società, perfino quelle del Csi e dell’Anspi. Vogliamo collaborare con molti, aiutare il territorio, far sì che le società sentano il desiderio di portare i loro talenti da noi. C’è molta passione per il Brescia, più di quanto si pensi”.
Tra le righe spunta anche un ramoscello d’ulivo. “Forse potremo avere difficoltà con qualcuno con cui, in passato, non ci siamo comportati al meglio, ma so che nel loro cuore resta il desiderio di dare una mano al Brescia, e questo mi anima. Ricevo telefonate da presidenti magari scontenti, ma che non si sono mai lamentati e da altri che vogliono incontrarmi per conoscere il nostro progetto. Noi siamo a disposizione, anche perché non autorizzeremo mai nessuno a rubare i giocatori nel nostro nome. Lavoreremo all’insegna del rispetto, con un progetto di spessore. Lo dimostreremo”.
Poi il tema di attualità, la rinnovata sinergia con Voluntas: “Una grande operazione di Massimo Cellino, che ha trovato terreno fertile nel confronto con Agostino Esposito. Quando il presidente si muove sa ottenere risultati di rilievo. Ci crediamo fortemente, all’insegna di tradizione e storia torneremo a far sbocciare talenti. Voluntas è e sarà Brescia, quindi quando chiederemo giocatori alle altre squadre le telefonate arriveranno da noi, da me, non da altri. Opereremo alla luce del sole, parlando con le società di appartenenza e con le famiglie. Avevamo squadre sbilanciate, con giocatori forti e altri non all’altezza, così le squadre non erano del tutto competitive. Il presidente vuole riproporre il modello che ha garantito al Brescia del passato grandi soddisfazioni, che con le nuove regole può risultare ancora vincente. Tra noi e Voluntas sarà tutto condiviso e coordinato. Scuola calcio, primi calci e pulcini indosseranno le maglie del Brescia. Chi è andato via, evidentemente, non era da Brescia. Sul fatto che abbiamo perso i migliori aspetterei 2, 3 o 5 anni per giudicare. Di Scalvini non ne sbocciano tutti i giorni. La Voluntas farà anche altre categorie. Questo sarà il nostro scouting. Poter monitorare 30 bambini in casa nostra anziché 10. Sarà un valore aggiunto”.
Poi la frecciata a Giorgio Gaggiotti, direttore generale della Rigamonti che aveva criticato duramente la sinergia Brescia-Voluntas. “Le sue parole? Lo conosco da tempo, c’è amicizia e rispetto, ovviamente è libero di avere un’opinione diversa dalla mia. Tempo fa gli chiesi Platto. Mi disse che era impossibile non darlo all’Atalanta, che in questo momento storico vanta un settore giovanile di primissimo livello. Se ama davvero il Brescia, come dice, avrebbe potuto rispondermi diversamente. Forse non è il Brescia ad essere in debito con la Rigamonti, ma è il contrario. Detto questo nessun problema, ognuno fa il suo percorso. Io non mi fermo: rispettoso sì, rimbambito no. Ricordiamoci che siamo la società professionistica con più ragazzi provenienti dal settore giovanile attualmente sotto contratto. Questa sarà una piazza importante per i giovani che sposeranno questo progetto. Vogliamo costruire un Brescia forte”.
Il tema dei costi dei trasporti, da mesi, è tra i più dibattuti. Bianchini gioca a carte scoperte. “Confermo che, trattandosi di costi vivi, chiederemo un contributo a tutti i ragazzi del settore giovanile, compresi quelli della Primavera. Credo che 100 euro al mese siano una quota più che accettabile per famiglie che dovrebbero dedicare tempo e costi di carburante e manutenzione auto di gran lunga superiori visti i numerosi spostamenti richiesti dall’attività dei loro figli”.
Nicolini: “Campo, formazione e crescita personale. La brescianità è un valore aggiunto”
“Il mio sarà un taglio di tipo tecnico, da allenatore, focalizzato su formazione e crescita personale di ragazzi, atleti, giocatori. Area fisica, tecnica e sfera personale saranno importanti allo stesso modo. L’obiettivo non sarà separale, ma tenerle unite e lavorare su tutte. Lo stiamo facendo con impegno e passione, lavorando insieme. Ci sono state date delle linee guida importanti. Siamo il Brescia Calcio, dobbiamo lavorare all’insegna dell’educazione, del rispetto, della serietà e della professionalità, senza disperdere energie preziose e tempo. Siamo fortunati, perché operiamo in una provincia che respira calcio, ricca di talento. La nostra brescianità è certamente un valore aggiunto. Eugenio? Mi colpisce la disponibilità che garantisce a tutti. Riceve duemila telefonate al giorno e non nega mai a nessuno educazione e rispetto. Questo innesca crescita in ogni area”.
Bruno Forza