Dal Corriere della sera-Brescia
Ci sono cognomi che pesano: possono sembrare decisivi per le carriere di un atleta solo a chi non ha mai fatto sport. Il campo è sempre giudice supremo: non conta da quale famiglia provieni, solo quello che sai fare. La passione per il calcio però, quella sì, è un virus benefico che può scorrere nelle vene di genitori e figli: una contaminazione positiva che non deve diventare ossessiva. Ma esiste. E a Brescia, più che altrove, ha fatto in modo che alcuni cognomi creassero un solco capace di tramandarsi nel tempo. Il caso più noto ed eclatante riguarda la famiglia Bisoli: papà Pierpaolo è stato pilastro del primo Brescia di Baggio (2000-01), il figlio Dimitri ha saputo persino migliorarlo diventando capitano e simbolo della squadra per la quale ora, a trent’anni, indossa la fascia sperando di battere il record di presenze di Stefano Bonometti (gliene mancano 141) in campionato. Ma i casi sono molti altri e domenica, si è aggiunta una nuova dinastia a un elenco già lungo. Quella dei De Zerbi: mentre papà Roberto allena il Marsiglia, il figlio 19enne Alfredo – chiamato come il nonno paterno, grande tifoso delle rondinelle – fa parte da quest’anno del Villafranca Veronese (la foto che lo ritrae con la maglia del club è di Matteo Faccincani) nell’Eccellenza veneta. Punta come papà, pur con caratteristiche diverse, girato agli scaligeri dall’Ospitaletto, il giovane è entrato in campo nella trasferta a Oppeano, chiusa in parità. Dai dilettanti proverà a spiccare il volo verso i professionisti, come ha fatto suo padre in panchina: partì dal Darfo Boario, in Serie D, e tutti sappiamo come è andata. Nessuna ansia, nessuna pretesa. C’è chi, tra i figli delle rondinelle del passato, ha intanto già esaudito il sogno dell’esordio in Serie A: oltre a Bisoli, , c’è Mattia Valoti (figlio di Aladino, ala vecchio stampo) che milita nel Monza mentre Michele Scienza, classe 2006, erede dell’ex tecnico Giuseppe, è già uno dei fari della Juventus giovanile ed è sulla bocca di tutti gli addetti ai lavori, anche per le sue prestazioni con le nazionali giovanili. Ma c’è poi chi ha scelto ,l’estero per provare a consacrarsi, come il figlio di Marchegiani (Gabriele, portiere come papà, ora in Grecia) e il promettente figlio di Brocchi (Filippo, in Spagna al Rayo Vallecano). Mentre Ianis Hagi, figlio di Gica, si è già spinto oltre: ha già giocato in Champions e con la sua Romania ha partecipato all’ultimo Europeo.
Questo l’elenco delle “rondinelle d’arte” in attività più note:
Luca BACCHIN – 2003 (Serie C, Perugia)
Matteo BATTISTINI – 1994 (Serie C, Lecco)
Dimitri BISOLI – 1994 (Serie B, Brescia)
Filippo BROCCHI – 2006 (Spagna, Rayo Vallecano)
Alfredo DE ZERBI – 2005 (Eccellenza, Villafranca)
Francesco FILIPPINI – 2005 (Serie D, Ciliverghe)
Simoneandrea GANZ – 1993 (Serie C, Novara)
Ianis HAGI – 1998 (Scozia, Rangers)
Gabriele MARCHEGIANI – 1998 (Grecia, Iraklis)
Riccardo PINZI – 2003 (Serie D, Fermana)
Nicolò QUAGGIOTTO – 1993 (Serie D, Breno)
Michele SCIENZA – 2006 (Serie A, Juventus)
Gianluca TURCHETTA – 1991 (Serie D, Mestre)
Mattia VALOTI – 1993 (Serie A, Monza)